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Francesco: se non c’è fraternità, la missione evangelica non avanza

All'Angelus di questa prima domenica di luglio, Francesco ricorda che nel portare il Vangelo agli altri ciò che conta non è il 'fare', con protagonismo, competitività e secondo una logica di efficientismo. L'essenziale è la capacità di camminare con i fratelli nel reciproco rispetto

Antonella Palermo - Città del Vaticano

Francesco all'Angelus prende spunto dal brano dell'evangelista Luca della Liturgia domenicale, già ampiamente commentata nell'omelia della Messa celebrata nella basilica di San Pietro con la comunità congolese romana, per sottolineare lo stile di Dio nella missione evangelizzatrice.

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Gesù non invia dei solitari ma discepoli che vanno due a due

Il Papa previene le perplessità che qualcuno potrebbe nutrire riflettendo sulle ragioni dell'invio dei discepoli nei villaggi ad accogliere Gesù. Essi vengono mandati 'due a due'. Perché? A pensarci - riconosce il Papa - essere in compagnia è fonte di potenziali litigi, rallentamenti, svantaggi. "Quando invece si è da soli, sembra che il cammino diventi più spedito e senza intoppi. Gesù però non la pensa così". 

Le istruzioni che Egli dà loro sono non tanto su che cosa devono dire, quanto su come devono essere, cioè non sul "libretto" che devono dire, no; sulla testimonianza di vita, la testimonianza da dare più che sulle parole da dire. Infatti li definisce operai: sono cioè chiamati a operare, a evangelizzare mediante il loro comportamento.

La missione evangelica avanza se c'è fraternità

Il Pontefice lo aveva già detto nella Messa di questa mattina, "mai senza fratello, perché non c'è missione senza comunione" e torna a precisarlo anche all'Angelus: i discepoli non vanno considerati “battitori liberi”, predicatori che non sanno cedere la parola a un altro. La priorità, secondo lo stile di Dio, è "il loro saper stare insieme, il rispettarsi reciprocamente, il non voler dimostrare di essere più capace dell’altro, il concorde riferimento all’unico Maestro". Ed ecco, allora, il cuore del messaggio per l'oggi, che ripete due volte:

Si possono elaborare piani pastorali perfetti, mettere in atto progetti ben fatti, organizzarsi nei minimi dettagli; si possono convocare folle e avere tanti mezzi; ma se non c’è disponibilità alla fraternità, la missione evangelica non avanza.

Come portiamo agli altri la buona notizia del Vangelo?

E allora racconta la storia di un missionario in Africa il quale, dopo essersi separato da un suo confratello, finì col diventare una sorta di imprenditore, anche bravo, alle prese con attività edilizie. Aveva perso di vista la cosa più importante che riscoprì dopo essersi ricongiunto con lui. Il punto su cui il Papa vuole che ci concentriamo è se siamo capaci realmente di prendere decisioni insieme ad altri, rispettando il punto di vista altrui, o se siamo invece autocentrati.

La missione evangelizzatrice non si basa sull’attivismo personale, cioè sul “fare”, ma sulla testimonianza di amore fraterno, anche attraverso le difficoltà che il vivere insieme comporta. Allora possiamo chiederci: come portiamo agli altri la buona notizia del Vangelo? Lo facciamo con spirito e stile fraterno, oppure alla maniera del mondo, con protagonismo, competitività ed efficientismo?

L'appello per la pace in Ucraina e il ricordo dei due nuovi beati

Dopo la preghiera mariana, Francesco ha ricordato Pedro Ortiz de Zárate e Giovanni Antonio Solinas, beatificati in Argentina, due missionari barbaramente uccisi dagli indios il 27 ottobre 1683. Il loro esempio - ha detto il Papa - ci aiuti a portare il Vangelo nel mondo senza compromessi. E poi un nuovo forte appello per la pace in Ucraina. In particolare Francesco si è rivolto ai leader politici internazionali: "La crisi ucraina può diventare una sfida per statisti saggi", ha scandito. 

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03 luglio 2022, 12:15

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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