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La giuria del Premio Zayed dal Papa, Sandri: cerchiamo esempi concreti di fratellanza

La commissione giudicante dell’edizione 2024 del riconoscimento istituito nel 2019, dopo la firma ad Abu Dhabi dello storico Documento da parte di Papa Francesco e del grande imam di Al-Azhar Ahmed Al-Tayeb, è stata ricevuta questa mattina dal Pontefice. Il cardinale, prefetto emerito del Dicastero per le Chiese orientali, rappresentante della Santa Sede nella giuria: “Il dialogo, ci ha detto, è l’unica strada per costruire un mondo migliore”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Un Documento, quello sulla Fratellanza Umana, firmato quasi cinque anni fa ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dal grande imam di Al-Azhar Ahmed Al-Tayeb, e il successivo Premio Zayed, che hanno creato “uno stato mentale nuovo e un movimento globale, sul dialogo, la fraternità e la cooperazione tra le diverse religioni e culture. Ora il Premio vuole diventare più solido e conosciuto, ma già dalle 40 candidature presentate nel 2019 siamo passati ad oltre cento”. Così il giudice egiziano Mohammed Abdelsalam, segretario generale del Premio Zayed per la Fratellanza Umana, primo arabo e primo musulmano ad essere insignito del cavalierato papale e a presentare un'Enciclica pontificia, la Fratelli tutti, ha ricordato l’impatto che lo storico documento, e il premio che ne è seguito, hanno sul mondo di oggi.

La tavola rotonda al Dicastero per la Comunicazione

Lo ha fatto in una tavola rotonda organizzata la mattina del 18 dicembre da Vatican News – Radio Vaticana, nella sala riunioni del Dicastero per la Comunicazione, e moderata da suor Bernadette Reis, del coordinamento editoriale multimediale. Protagonisti i membri della commissione giudicante dell’edizione 2024 del Premio, che poco prima erano stati ricevuti da Papa Francesco. Assente solo, perché impossibilitata a partecipare, Rebeca Grynspan Mayufis, segretario generale dell’Unctad, la conferenza delle Nazioni Unite su commercio e sviluppo. La giuria è riunita in Vaticano per valutare le candidature al riconoscimento, che sarà consegnato il 4 febbraio 2024, nel quinto anniversario della firma del Documento, in coincidenza con la Giornata Internazionale della Fratellanza Umana istituita nel dicembre 2020 dalle Nazioni Unite.

I membri della giuria del Premio Zayed 2023 partecipanti alla tavola rotonda
I membri della giuria del Premio Zayed 2023 partecipanti alla tavola rotonda

L'ex presidente dell'Indonesia e la ex ministra bulgara in giuria 

Si tratta di una giuria indipendente, composta da esperti in materia di costruzione della pace e coesistenza, come Megawati Sukárnoputrì, ex presidente dell'Indonesia (dal 2001 al 2004) e prima donna a ricoprire tale carica, nonché prima donna alla guida di uno Stato musulmano moderno. Nel 2004 è stata inserita al numero otto della lista delle 100 donne più potenti del mondo stilata dalla rivista Forbes. Sukárnoputrì ha affrontato con il Papa il problema del riscaldamento globale e dell’importanza dell’accesso ad un’educazione migliore per le giovani generazioni, soprattutto le donne, che devono avere uguali opportunità dei coetanei uomini.

Accanto a lei Irina Bokova, già ministro degli Esteri di Bulgaria e prima donna e prima europea del sud-est a ricoprire la carica di direttore generale dell'Unesco per due mandati, e dal 2020 membro dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, istituito per dare diffusione e concretezza al Documento di Abu Dhabi. In quell’occasione disse che “il Documento dovrebbe essere visto come un documento etico fondamentale del nostro tempo, nel quale i giovani possono trovare risposte e che è in armonia con il quarto punto degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite in materia di istruzione”. Incontrando nuovamente Francesco, lo ha definito un “grande umanista”, ed è tornata sul tema dell’educazione, ricordando che nel 2015, nella prima udienza, il Pontefice aveva definito l’educazione “la grammatica del dialogo” le cui basi sono curiosità, ascolto e rispetto”.

Un momento dell'udienza di Papa Francesco con la giuria del Premio Zayed 2023
Un momento dell'udienza di Papa Francesco con la giuria del Premio Zayed 2023

Il rabbino Cooper: il Papa, uomo di passione

Successivamente è intervenuto il rabbino Abraham Cooper, presidente della Commissione statunitense sulla libertà religiosa internazionale, che segue le violazioni della libertà religiosa in 28 Paesi del mondo. Cooper è anche decano associato e direttore dell'azione sociale globale del Centro Simon Wiesenthal, un'importante organizzazione ebraica per i diritti umani. Ha definito il Papa “un uomo di passione, con un grande desiderio di pace, che incoraggia persone e popoli a fare il bene”. Alle giovani generazioni, ha sottolineato il rabbino statunitense, “dobbiamo insegnare che la vita è fare scelte e prendere responsabilità”, comunicando col loro anche attraverso i social media, “ponti per arrivare a loro”.

Il giudice Abdelsalam, stimolato dalla moderatrice, ha affrontato anche il tema dei cambiamenti climatici, definendoli “una sfida per l’umanità”, e per questo l’Alto Comitato ha organizzato un incontro tra i leaders religioni prima della Cop28 di Dubai. Si tratto, ha detto, di una sfida “per i principi della coesistenza e della vita in pace e armonia, perché i cambiamenti climatici minacciano la vita delle popolazioni”. Ha citato il grande ima Al-Tayyeb quando ricorda che “se continua questo sfruttamento non avremo più ambiente per le future generazioni”.

Sandri: da Francesco l'invito a continuare il dialogo

Infine il cardinale italo-argentino Leonardo Sandri, prefetto emerito del Dicastero per le Chiese Orientali, che ha prestato servizio diplomatico in Madagascar, negli Stati Uniti come rappresentante pontificio presso l'Organizzazione degli Stati Americani, in Venezuela, in Messico, ha sottolineato che ad Abu Dhabi, dove era presente, è stato firmato un documento profetico, “che ha aperto un nuovo cammino di comprensione e dialogo”. Al termine della tavola rotonda condivide con Vatican News le sue impressioni sull'udienza del Papa e l'edizione 2024 del Premio.

Ascolta l'intervista al cardinal Leonardo Sandri

Eminenza, quali temi ha toccato Papa Francesco nell’incontro con la vostra commissione, e quale è stato il suo messaggio per questo premio?

Il Papa ha sottolineato l'importanza del Documento di Abu Dhabi sulla fratellanza universale, sul dialogo per la pace e ha ricordato le situazioni di guerra che ancora esistono nel mondo fin dopo la Seconda Guerra mondiale, nel 1945. Abbiamo vissuto tutti questi anni, fino ad oggi, con guerre seminate qua e là e per poter risolvere il dramma dell’umanità in guerra, divisa all'interno dei Paesi e tra Paesi, bisogna costruire un mondo di pace e di fraternità. È l’unica strada per poter dire: “Viviamo come fratelli in questo mondo, aiutandoci gli uni gli altri”. Quindi ha sottolineato l'importanza di continuare, con il dialogo, a costruire questo mondo migliore.

Un'altro momento dell'udienza di Papa Francesco con la giuria del Premio Zayed 2023
Un'altro momento dell'udienza di Papa Francesco con la giuria del Premio Zayed 2023

Ha parlato anche dell’importanza dell’educazione, perché i valori contenuti nel Documento sulla Fratellanza umana arrivino anche alle giovani generazioni?

Uno dei membri della nostra giuria è una ex direttrice generale dell'Unesco e quindi il Papa ha sottolineato questo valore dell'educazione, perché il mondo dei giovani non sia un mondo vuoto, senza valori, ma che questi valori del dialogo e della fratellanza incidano nella loro vita di ogni giorno. In modo che crescano in questa educazione per la pace, perché altrimenti non c'è futuro per un’umanità che continua con le guerre e con le divisioni.

In questa situazione drammatica di conflitto tra Israele e Hamas, in una terra che è santa per le tre religioni abramitiche, quale messaggio può venire dal Premio Zayed per la Fratellanza umana?

Può venire una chiamata di attenzione e questo evidentemente lo ha ripetuto il Papa anche nell'incontro di oggi. Quelli che guadagnano con queste guerre sono soltanto i fabbricatori di armi.  Ha ricordato soprattutto le lacrime, il dolore, l'angoscia, la disperazione di tante vite giovani che sono state falciate in queste guerre. Ha ricordato lo sbarco in Normandia, che è stato commemorato, nel 75 mo anniversario, nel 2019 da tutti i capi di Stato, quando si è festeggiato sulla sabbia di queste spiagge che sono seminate dalle vittime della guerra. E poi ha ricordato la sua ultima visita, il 2 novembre, al cimitero americano qui di Roma dove ha celebrato la Messa e ha fatto un percorso tra le tombe, per leggere che sono giovani dai 20 ai 23 anni, che hanno visto la loro vita falciata proprio nel fiore della gioventù. A che serve questo, si è chiesto? Quale contributo si dà per il mondo con la morte, con l'odio, con la guerra, con le armi? E oggi ha ricordato di aver pianto lui davanti a queste tombe.

Cosa ci può dire della raccolta delle candidature per questa edizione del premio? Si sono proposti molti candidati validi? Cosa state cercando in loro?

Le candidature sono molte e sono tantissime le iniziative, le meravigliose azioni che si fanno nel mondo per sollevare l'umanità dalle malattie, dalla povertà, dall’ umiliazione delle persone per il traffico degli esseri umani. Molte iniziative che arrivano a noi per presentare i loro risultati, su questi temi che sono angoscianti. Quello che noi vogliamo, almeno io, è trovare tra loro modelli di vita concreti, per dire alle nuove generazioni: “Guardate, se voi volete avere una vita che abbia un senso, che non sia vuota, senza speranza, la strada è imitare queste persone ed organizzazioni che stanno facendo queste grandi cose per la persona umana”.

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18 dicembre 2023, 15:13