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La cupola di San Pietro La cupola di San Pietro  

Nuove disposizioni anti-Covid per l’ingresso in Vaticano e negli uffici di Curia

Un decreto generale, a firma del cardinale segretario di Stato Parolin, estende agli organismi della Santa Sede quanto già stabilito da un’ordinanza del Presidente della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano: sarà possibile accedere negli uffici di Curia solo con un certificato che attesta l’avvenuta vaccinazione o la guarigione da SARS-Cov-2

Vatican News

Da oggi l’ingresso negli uffici di Curia sarà consentito solo a chi è in possesso della certificazione che attesta l’avvenuta vaccinazione o la guarigione da SARS-Cov-2. Lo stabilisce un nuovo decreto generale, a firma del cardinale segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, che dispone nuove regole “considerati il perdurare e l’aggravarsi dell’attuale situazione di emergenza sanitaria e la necessità di adottare adeguate misure volte a contrastarla e a garantire lo svolgimento in sicurezza delle attività".

Il nuovo decreto - che segue l’ordinanza del 16 dicembre scorso in materia di emergenza sanitaria pubblica (N. CDLXI) del Presidente della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano, monsignor Fernando Vérgez Alzaga - si applica a tutto il personale di Dicasteri, organismi e uffici della Curia Romana e delle Istituzioni collegate con la Santa Sede, e si estende anche a collaboratori esterni, personale delle ditte esterne, visitatori e utenti. 

Secondo quanto si legge, il personale sprovvisto di valido green pass comprovante, esclusivamente, lo stato di avvenuta vaccinazione o la guarigione dal virus non potrà accedere al posto di lavoro e dovrà essere considerato assente ingiustificato, con la conseguente sospensione della retribuzione per la durata dell’assenza. Sono fatte salve le ritenute previdenziali ed assistenziali, nonché l’assegno al nucleo familiare. Il protrarsi immotivato dell’assenza dal posto di lavoro avrà le conseguenze previste dal Regolamento Generale della Curia Romana.

 

A coloro che prestano servizio a contatto con il pubblico, dal 31 gennaio 2022, sarà riconosciuta unicamente la documentazione che comprova l’avvenuto vaccino della somministrazione della dose di richiamo successiva al ciclo primario.

Oltre ai controlli demandati al Corpo della Gendarmeria, il decreto stabilisce che ogni Ente è tenuto a verificare il rispetto delle prescrizioni, stabilendo le modalità operative per l’organizzazione di tali verifiche e individuando i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle violazioni degli obblighi. Per quanto riguarda i Dicasteri, la competenza in merito spetta ai Sotto-Segretari.

Una valutazione degli elementi per un’eventuale esenzione dagli obblighi della ordinanza spetta alla Segreteria di Stato, previo parere della Direzione di Sanità e Igiene. Il responsabile dell’Ente provvederà poi a sottoporre le istanze alla Sezione per gli Affari Generali.

Sempre nel decreto si legge che vengono fatte salve eventuali ulteriori restrizioni che le competenti Autorità sanitarie vaticane riterranno necessarie disporre nei confronti di persone provenienti da Paesi con rischio elevato di contagio.

 

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23 dicembre 2021, 15:54