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Il cardinale Krajewski a Genova per l'inaugurazione della lavanderia del Papa  Il cardinale Krajewski a Genova per l'inaugurazione della lavanderia del Papa

A Genova Krajewski inaugura un nuovo spazio per i poveri con lavanderia e docce

Alla presenza dell' Elemosiniere Apostolico di Papa Francesco, nel cuore del capoluogo ligure è stata aperta la 'Lavanderia di Papa Francesco' con servizio docce, accessibili gratuitamente alle persone più bisognose. L'iniziativa proposta dalla Comunità di Sant'Egidio permette ancora una volta di mostrare il volto accogliente e prossimo della Chiesa

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano 

Ultimo aggiornamento 26.10.2019

Un servizio nel cuore della città perchè tutti sentano l'abbraccio della Chiesa e della cittadinanza stessa. E' così che è stata pensata e realizzata la nuova "lavanderia del Papa" con servizio docce  per i più poveri, in particolare i senza fissa dimora. L'iniziativa è stata proposta dalla Comunità di Sant'Egidio ed è stata accolta dall'Elemosineria Apostolica con la collaborazione della Procter & Gamble e il coinvolgimento di Whirlpool Corporation, per la fornitura di macchinari e detersivi. 

La carezza del Papa

Non è la prima volta, già a Roma, nel popolare quartiere di Trastevere nelle stanze di un ex ospedale ci sono, dall'aprile del 2017, per volere di Papa Francesco, lavatrici e assi da stiro per tutti coloro che, italiani e stranieri, hanno difficoltà abitative e vivono senza una dimora fissa lungo le strade. Già a Roma dunque sono più di 300 i bucati realizzati ogni mese, che si aggiungono a docce e barberie realizzate intorno al Vaticano: una carezza voluta dal Pontefice per "dare concretezza" all'esperienza dell'Anno della Misericordia giubilare. 

Da ora in poi sarà così anche nel cuore di Genova. Il servizio sorge nella zona centrale del capoluogo ligure, dove si intrecciano gli strati sociali più diversificati, vicino alla stazione e all'università, esattamente a Piazza Durazzo, 12. Qui i volontari della Comunità di sant'Egidio, soprattutto giovani, saranno a disposizione inizialmente per tre giorni alla settimana, di quanti vorranno usufruire gratuitamente di due lavatrici e due asciugatrici -  il cui numero potrà aumentare in base alle necessità e all'affluenza - e di un servizio doccia compreso del dono di un set di biancheria per ciascun ospite. "Un luogo e un servizio per dare forma concreta alla carità e, al tempo stesso, intelligenza alle opere di misericordia" - fa sapere in un comunicato l'Elemosineria Apostolica - "per restituire dignità a tante persone che sono nostri fratelli e sorelle, chiamati con noi a costruire una 'città affidabile'.

Il cardinale incontra i poveri nella Basilica di Genova
Il cardinale incontra i poveri nella Basilica di Genova

Il cardinale e i poveri

L'inaugurazione del centro è solo un'occasione per il cardinale Konrad Krajewski, che a Genova approfitta per far visita alle diverse strutture di assistenza della Comunità di Sant'Egidio e per incontrare personalemente i poveri, i malati e i disabili insieme ai volontari, nella Basilica della Santissima Annunziata ad un centinaio di metri dalla nuova lavanderia. E' un momento di grande familiarità e affetto, poche parole per portare a tutti i saluti e i ringraziamenti del Papa, per raccontare della propria esperienza con gli emarginati e per ricevere anche in dono un maglione, un paio di guanti e un cappello per le " uscite " notturne nella capitale a portare aiuto a chi vive in strada.

Il cardinale incontra i poveri nella Basilica di Genova
Il cardinale incontra i poveri nella Basilica di Genova

Dignità è la parola chiave

"Secondo la nostra esperienza" spiega a Vatican News Sergio Casali della Comunità di Sant'Egidio Genova,  "si inizia con poche decine di ospiti, che poi diventano centinaia". "Uno spazio che colma un vuoto" - afferma- "nel panorama dell'assistenza ai bisognosi della nostra città, circa un migliaio" vista la chiusura di simili strutture ormai da diversi anni. "La dignità è la parola chiave per noi" e la speranza, anche grazie alla presenza del cardinale Konrad Krajewski, è che venga in luce quello che è il volto della Chiesa "che è accoglienza":

Ascolta l'intervista a Sergio Casali

R.- Il cuore di tutto è sostanzialmente la parola dignità. Ci sono tante persone nella nostra città che vivono in strada, circa un migliaio, penso poi agli anziani o ai migranti che vivono situazioni di povertà materiale o di marginalità. Per tutti credo che occorra ritrovare un senso di dignità nuovo. Noi viviamo in una città a volte dura, tante volte non accogliente e fredda; spesso sentiamo parlare di persone che vivono in condizioni di marginalità in termini di "persone impresentabili". Ecco sentiamo semplicemente che occorra fare tutti un passo per renderci più presentabili: più presentabili le persone che non si sentono pulite e hanno bisogno di vestiti, di docce, di lavatrici; ma credo anche rendere più presentabile tutta la nostra città e ritrovare anche la vocazione che era della nostra città. Genova è città di mare e porto: per tanti che vivono allo sbando, come in un naufragio, questo spazio e altri spazi di solidarietà possono essere quel porto sicuro di cui hanno bisogno. E voglio aggiungere anche che la presenza del cardinale Krajewski qui tra noi dà un' immagine di Chiesa accogliente, amica che forse può dire tanto non solo a noi cattolici ma può dare un bel messaggio politico, sociale e umano  di ricostruzione rinnovata delle nostre città. Forse il futuro in questa situazione generale di precarietà si costruisce a partire dai più deboli dai più fragili.

La fama del cardinale, come "braccio affettuoso del Papa", è nota anche ai poveri di Genova?

R. - Le persone che vivono per strada, per la nostra esperienza, si informano tanto, cercano i giornali e ascoltano le notizie. Tutti conoscono gli episodi più mediatici dell'esperienza del cardinale e tutti lo guardano con estrema simpatia, e poi vorrei dire che sul cardinale si riflette una simpatia diffusa tra i poveri per il Papa. Sempre più, veramente questa è una Chiesa di tutti e in particolare una Chiesa dei poveri. 

L'apertura di questo spazio in città è anche legato all'assenza di spazi simili? Che servizi ci sono per coloro che vivono in strada?

R.- I servizi ci sono. La presenza dei senza dimora non è elevatissima rispetto ad una città medio grande come la nostra. C'è da dire però che alcune strutture come questa, sono state chiuse e mancano servizi specifici come docce e spazi per la pulizia personale e dei propri beni. In particolare le docce pubbliche a Genova, chiuse quattro anni fa, non sono state più riaperte. E questo è un problema  Può sembrare marginale rispetto a quelli più eclatanti come l'assenza della casa - problema enorme anche a Genova - o del cibo,ma è un problema profondo e sentito in modo personale da chi vive per strada.

A quante persone pensate di poter essere utili? In quanti cioè potrebbero venire nel vostro centro?

R.- In base all'esperienza dei tanti servizi che apriamo nel mondo, il numero delle persone che ne usufruiscono veramente, lo scopriamo solo nel tempo. Alcuni anni fa, per esempio, con l'apertura di una mensa non distante dal nuovo centro di lavanderia e docce, all'inizio c'erano poche persone. Oggi abbiamo circa 500 persone che si siedono a tavola con noi. Questo perchè non solo c'è un bisogno di beni di prima necessità ma anche di spazi umani, di ascolto e di incontro. Non possiamo fare dunque una previsione precisa, ma sappiamo che se ne sente un grande bisogno: ci aspettiamo quindi l'arrivo di diverse decine di persone per l'apertura e poi vedremo che risposte dare al bisogno che si manifesterà.

 

 

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25 ottobre 2019, 10:42