Cerca

libro cardinale celso costantini 2.jpg

"Celso Costantini tra memoria e profezia"

Presentato oggi a PordenoneLegge il volume di monsignor Bruno Fabio Pighin sul cardinale Celso Costantini. "Precursore che annuncia tempi nuovi" lo definisce nella prefazione il Segretario di Stato Pietro Parolin. Il libro è edito dalla Marcianum Press

Emanuela Campanile - Città del Vaticano

Un precursore dei tempi, fedele a Cristo ma capace di leggere i segni del presente. Sono i tratti fondamentali del Servo di Dio, il cardinale Celso Costantini (1876-1958), tratteggiati dal Segretario di Stato Pietro Parolin e dal Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, cardinale Filoni, nella prefazione e presentazione al volume "Il Cardinale Celso Costantini tra memoria e profezia".

A cura di mons. Bruno Fabio Pighin, edito dalla Marcianum Press, il libro raccoglie tre scritti di una delle figure più profetiche e forse anche rivoluzionarie del secolo scorso. Primo Delegato apostolico in Cina, Costantini comprende la natura del respiro universale della Chiesa, annunciando "tempi nuovi" che, scrive il cardinale Parolin, "sembrano convergere con quelli del pontificato di Papa Francesco". E aggiunge:

“Per sottolineare la cattolicità della Chiesa, fu lui a invocare l’internazionalizzazione del Collegio dei Cardinali e della Curia romana. Fu lui a postulare un successore di Pietro non italiano e non europeo, cosa verificatasi con l’elezione dell’attuale Pontefice nel 2013. Fu lui a insistere continuamente e a prodigarsi per dare un volto missionario al popolo di Dio, per una Chiesa in uscita. Fu lui, come voce di uno che grida nel deserto, a proporre la convocazione di concilio ecumenico, ancora nel 1939, quando l’idea pareva destinata a cadere nel vuoto. Fu lui il paladino di un’arte sacra che, radicata saldamente nell’unica fede, si esprimesse nel linguaggio proprio delle varie culture, compresa quella cinese. Fu lui a tracciare un ponte per unire l’Oriente all’Occidente nell’ambito della stessa famiglia delle nazioni.”

Il Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, card. Filoni, inquadra la pubblicazione dei tre manoscritti nella linea della prima Esortazione apostolica di Papa Francesco, l'Evangelii Gaudium, e "della visione inclusiva" con cui il Pontefice "coraggiosamente, apre alla Cina, per recuperarne la Chiesa alla Comunione universale e alla fecondità evangelica".

Sebbene il volume, sempre secondo Filoni, si ponga in continuità con le precedenti confessioni autobiografiche, "costituisce una novità perché allarga gli orizzonti a livello universale, proprio della missione della Chiesa. Il libro si apre - prosegue il Prefetto - con la prospettiva di costruire un ponte tra Oriente e Occidente" e viene attraversto dal filo rosso della "missionarietà apostolica". 

Per Costantini, il virus di cui soffre la Chiesa del suo tempo è quello del "metodo colonialista". Prosegue infatti Filoni: 

“A suo dire, gli istituti religiosi hanno creduto di evangelizzare con un metodo “colonialista” creando delle signorie di “tipo feudale” con il sostegno degli stati imperialisti occidentali, imponendo una “dominazione spirituale straniera” su dei convertiti, ma senza promuovere il clero indigeno e cercare l’incontro tra la fede cristiana e la cultura dei vari popoli. Il metodo apostolico era ben diverso, come egli afferma: ≪S. Pietro e S. Paolo, venendo a Roma, non vi hanno trasportato Vescovi della Palestina, ma, hanno fondato la Chiesa con l’Episcopato nativo, usando pure per la liturgia non il dialetto aramaico, ma la lingua greca e latina≫.”

Chiesa e non coloni, dunque, per irradiare il messaggio universale ed essere sempre più testimone di Cristo e sempre più attento ai segni dei tempi. Costantini rivoluzionario, profetico ma anche coraggioso. Non teme di confrontarsi con Pio XII che lo invita a parlare agli organismi della Curia romana. Ubbidisce con due relazioni, alla Congregazione di Propaganda Fide nel mese di dicembre 1957, e alla Suprema Congregazione del Sant’Ufficio il 1° marzo 1958. Ma sette mesi dopo la seconda relazione e a 8 giorni dal decesso di Pio XII, Costantini muore. Si spegne un uomo inamorato di Cristo e la cui opera rimane punto di riferimento per le relazioni tra Cina e Santa Sede. Il 17 ottobre del 2017 è stata ufficialmente aperta la causa di beatificazione.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

21 settembre 2019, 11:09