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Beato Duns Scoto

Duns Scoto

Nel 1303, mentre stava perseguendo il baccellierato a Parigi, dovette lasciare l’università per non aver aderito al progetto di Filippo il Bello, re di Francia, contro papa Bonifacio VIII. Ritornerà nel 1304 per concludere gli studi, accompagnato da una lettera del ministro generale dell’Ordine, il quale scriveva: “Sia per lunga esperienza, sia per la fama che s’era sparsa ovunque, della vita lodevole, della scienza eccellente e dell’ingegno sottilissimo” del candidato. Andrà poi a insegnare a Colonia, dove morirà l’8 novembre 1308, all’età di circa 43 anni.

Pensiero

L’editrice Vaticana sta pubblicando la totalità delle sue opere filosofiche e teologiche. Erede dell’impostazione di Oxford, valuta le opere antecedenti con metodo “matematico”, desideroso di cogliere la verità di ogni espressione. Su alcune tesi fu condannato dall’autorità ecclesiastica di Parigi ed Oxford, ma non tanto per i contenuti – ancor più se letti col senno di poi – quanto sul modo nuovo che lui aveva nell’accostarsi e nel presentare i contenuti. Alla base di ogni riflessione etica lui pone il primato della volontà, mentre alla base della teologia il primato dell’amore.  Per Duns Scoto, l’onore a Cristo chiede di essere accompagnato all’onore a Colei che ha permesso tutto, ossia la Vergine Maria, l’Immacolata. Riflessioni e titoli che porteranno a indicare nel teologo il “Dottore mariano”, “l’apostolo dell’Immacolata” e, san Giovanni Paolo II in occasione della beatificazione lo indicherà come il “Cantore del Verbo incarnato e difensore dell’Immacolata Concezione”. Nel 1480, papa Sisto IV, nell’approvare l’Ufficio dell’Immacolata Concezione, tributerà un elogio al “santo”, come tutti lo chiamavano.

L’Immacolata in Duns Scoto

Spiega Benedetto XVI: “Ai tempi di Duns Scoto la maggior parte dei teologi opponeva un’obiezione, che sembrava insormontabile, alla dottrina secondo cui Maria Santissima fu esente dal peccato originale sin dal primo istante del suo concepimento: di fatto, l’universalità della Redenzione operata da Cristo, a prima vista, poteva apparire compromessa da una simile affermazione, come se Maria non avesse avuto bisogno di Cristo e della sua redenzione. Perciò i teologi si opponevano a questa tesi. Duns Scoto, allora, per far capire questa preservazione dal peccato originale sviluppò l’argomento … della Redenzione preventiva, secondo cui l’Immacolata Concezione rappresenta il capolavoro della Redenzione operata da Cristo, perché proprio la potenza del suo amore e della sua mediazione ha ottenuto che Maria fosse preservata dal peccato originale. Quindi Maria è totalmente redenta da Cristo, ma già prima della concezione”. In questo modo Duns Scoto trovò la chiave per interpretare la dottrina della fede ormai comune al popolo di Dio, sapendola tradurre in pensiero teologico.

Culto

Se già in vita era ammirato per la sua pietà e la sua scienza, ancor più lo fu alla morte. Inizialmente sepolto nel Duomo di Colonia, presso l’altare dei santi Re Magi, verso la fine del XIV secolo il suo corpo fu posto nel mezzo del coro, ai piedi dell’altare maggiore. Una devozione continua da parte dei fedeli, una continua ammirazione da parte dei teologi che lungo i secoli hanno sempre attinto alla sua riflessione hanno portato a vari processi di canonizzazione avviati e sospesi. Dopo un lungo e travagliato percorso, nel 1993 san Giovanni Paolo II sigillerà con la beatificazione quanto ormai tutti ritenevano naturale già dalla morte.