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Il Papa: ascolto e sincero desiderio di comprendersi, così si risolvono i conflitti

All’Angelus Francesco evidenzia che tutti siamo profeti e testimoni di Gesù, ciascuno secondo il proprio stato, la propria vocazione e nell’ambiente in cui vive. “È bene ascoltare tutti” e dialogare, nella fiducia che ognuno ha “qualcosa di importante da dire, un dono profetico da condividere”. Inoltre, precisa che il profeta non è un mago e che "il cristiano non crede alle superstizioni"

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

La figura del profeta non è da associare a quella di una “sorta di mago che predice il futuro”, “un’idea superstiziosa”, tra l’altro, spiega all'Angelus Francesco soffermandosi su alcune parole di Gesù nel Vangelo domenicale. “Il cristiano non crede alle superstizioni, come la magia, le carte, gli oroscopi o cose simili”, osserva il Papa, aggiungendo che però "tanti cristiani vanno a farsi leggere le mani".  Profeta, specifica il Pontefice, “è ciascuno di noi” perchè “con il Battesimo tutti abbiamo ricevuto il dono e la missione della profezia”.

Profeta è colui che, in forza del Battesimo, aiuta gli altri a leggere il presente sotto l’azione dello Spirito Santo. Questo è molto importante: leggere il presente non come una cronaca, no… leggerlo come illuminato e sotto l’azione dello Spirito Santo, che aiuta a comprendere i progetti di Dio e corrispondervi. In altre parole, è colui che indica agli altri Gesù, che lo testimonia, che aiuta a vivere l’oggi e a costruire il domani secondo i suoi disegni.

Una panoramica di piazza San Pietro
Una panoramica di piazza San Pietro

Profeta è chi indica Dio agli altri

Il Papa sottolinea che “tutti siamo profeti, testimoni di Gesù” “perché - come afferma la Lumen Gentium - la forza del Vangelo risplenda nella vita quotidiana, familiare e sociale”. Dunque il profeta è colui che “indica Dio agli altri” e quindi è “riflesso della luce di Cristo sulla strada dei fratelli”.

Il Signore nel Vangelo chiede pure di accogliere i profeti; dunque è importante accoglierci a vicenda come tali, come portatori di un messaggio di Dio, ciascuno secondo il suo stato e la sua vocazione, e farlo lì dove viviamo: cioè in famiglia, in parrocchia, nelle comunità religiose, negli altri ambiti della Chiesa e della società.

Alcuni ragazzi presenti all'Angelus
Alcuni ragazzi presenti all'Angelus

Ciascuno ha un dono profetico da condividere

Quella della profezia è un dono dello Spirito Santo, specifica Francesco, per questo “è bene ascoltare tutti” e “ad esempio, quando c’è da prendere una decisione importante" prima di tutto "pregare, invocare lo Spirito, ma poi ascoltare e dialogare”, confidando nel fatto che ciascuno “ha qualcosa di importante da dire, un dono profetico da condividere”. In questo modo “si ricerca la verità e si diffonde un clima di ascolto di Dio e dei fratelli” evidenzia il Papa, un clima “in cui le persone non si sentono accolte solo se dicono quello che piace a me, ma si sentono accettate e valorizzate come doni per quello che sono”.

Pensiamo a quanti conflitti si potrebbero evitare e risolvere così, mettendosi in ascolto degli altri con il sincero desiderio di comprendersi!

Da qui l’invito di Francesco a chiedersi se si è capaci di accogliere gli altri “come doni profetici”, da ascoltare “con rispetto, con il desiderio di imparare”, perché, conclude il Papa “ciascuno di noi ha bisogno di imparare dagli altri”.

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02 luglio 2023, 12:14

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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