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Il Papa: stupirsi dei doni di Dio che guarisce e dona dignità all'uomo

Nella riflessione che precede la preghiera mariana dell’Angelus, Francesco parla ai 25mila fedeli presenti in piazza San Pietro dell’episodio evangelico che vede protagonista un uomo nato cieco al quale Gesù ridona la vista. La miracolosa guarigione suscita però reazioni contrastanti fra la gente. Emergono cuori chiusi, perché non vogliono cambiare, sono bloccati dalla paura, dice il Papa, che esorta a vedere le varie circostanze della vita come occasioni per operare il bene

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Un prodigio accolto in malo modo: si può descrivere così la guarigione da parte di Gesù dell’uomo cieco dalla nascita che suscita reazioni negative tra la gente. All’Angelus in piazza San Pietro, dove sono presenti 25mila fedeli, commentando il Vangelo domenicale, Papa Francesco le descrive una per una, evidenziando quanta poca apertura verso l’altro ci sia nel cuore dell’uomo ed invita a leggere la narrazione di Giovanni, "che fa vedere come procede il cuore umano: il cuore umano buono, il cuore umano tiepido, il cuore umano timoroso, il cuore umano coraggioso". I discepoli, per primi, si chiedono se quel cieco guarito non vedeva per colpa sua o dei suoi genitori e scadono nel chiacchiericcio, fa notare il Pontefice. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Cercano un colpevole; e noi tante volte cadiamo in questo che è tanto comodo: cercare un colpevole, anziché porsi domande impegnative nella vita.

Cuori chiusi ai segni di Gesù

Poi ci sono gli scettici, che dubitano possa trattarsi di quel cieco che molti avevano visto mendicare. La gente ha paura, insomma, spiega il Papa, e non si pronuncia:

In tutte queste reazioni, emergono cuori chiusi di fronte al segno di Gesù, per motivi diversi: o perché cercano un colpevole, o perché non sanno stupirsi, perché non vogliono cambiare, perché sono bloccati dalla paura. E tante situazioni assomigliano oggi a questo. Davanti a una cosa che è proprio un messaggio di testimonianza di una persona, un messaggio di Gesù, noi cadiamo in questo: cerchiamo un’altra spiegazione, non vogliamo cambiare, cerchiamo di cercare una via di uscita più elegante che accettare la verità.

Cristo dà piena dignità all’uomo

All’opposto l’uomo nato cieco, felice di vedere, testimonia con semplicità “quanto gli è accaduto”, fa notare Francesco, e dice: “Ero cieco e ora ci vedo” e "libero nel corpo e nello spirito, rende testimonianza a Gesù: non inventa nulla e non nasconde nulla".

Non ha paura di quello che diranno gli altri: il sapore amaro dell’emarginazione lo ha già conosciuto, lo ha conosciuto per tutta la vita, ha già sentito su di sé l’indifferenza, il disprezzo dei passanti, di chi lo considerava come uno scarto della società, utile al massimo per il pietismo di qualche elemosina.

Guarito, l'uomo nato cieco, non teme più gli atteggiamenti sprezzanti della gente, perché Gesù gli ha dato piena dignità, specifica il Pontefice.

E questo è chiaro, succede sempre: quando Gesù ti guarisce, quando Gesù ci guarisce, ci ridona dignità, la dignità della guarigione di Gesù; ma piena, una dignità che esce dal fondo del cuore, che prende tutta la vita.

Questa è la dignità di una persona che si sa guarita e riprende, rinasce", rimarca Francesco.

Fedeli in piazza San Pietro
Fedeli in piazza San Pietro

Stupirsi dei doni di Dio

Tutto questo deve indurre a riflettere, osserva il Papa, a porsi delle domande: “come il cieco, sappiamo vedere il bene ed esser grati per i doni che riceviamo?", e poi "testimoniamo Gesù oppure spargiamo critiche e sospetti? Siamo liberi di fronte ai pregiudizi o ci associamo a quelli che diffondono negatività e pettegolezzi?”. E ancora, continua il Papa, “siamo felici di dire che Gesù ci ama e che ci salva” o “ci lasciamo ingabbiare dal timore di quello che penserà la gente?” come "i tiepidi di cuore che non accettano la verità e non hanno il coraggio di dire: 'No, questo è così'". E come accogliamo le difficoltà e "le persone che hanno tante limitazioni nella vita? Siano fisiche, come questo cieco; siano sociali, come i mendicanti che troviamo per la strada"? Le vediamo "come una maledizione o come occasione per farci vicini a loro con amore?".

Da qui l’invito di Francesco a chiedere la grazia di stupirsi “ogni giorno dei doni di Dio e di vedere le varie circostanze della vita, anche le più difficili da accettare, come occasioni per operare il bene, come ha fatto Gesù col cieco”.

I 25mila fedeli presenti all'Angelus
I 25mila fedeli presenti all'Angelus

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19 marzo 2023, 12:20

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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