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Francesco: Dio non è un giudice arcigno, ma compassione e tenerezza

Molte volte abbiamo un'idea distorta di Dio, dice il Papa all'udienza generale: "La Sua voce non si impone, ma è discreta, rispettosa, umile e pacificante". L'invito a leggere la Parola di Dio che "è come ricevere piccoli telegrammi di Dio": una presenza viva che dà luce, forza, ristoro e cambia la vita

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Papa Francesco prosegue ancora, all'udienza generale, le sue catechesi sul discernimento, che definisce una pratica necessaria nella vita. Vita che occorre imparare a leggere perché non venga sprecata e che ogni giorno ci pone davanti a delle scelte, “in quello che mangiamo, leggiamo, sul lavoro, nelle relazioni”, da compiere in maniera consapevole. Perché se non scegliamo, se non si fa discernimento, osserva il Papa, “alla fine è la vita a scegliere per noi, portandoci dove non vorremmo”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Francesco mentre tiene la catechesi
Francesco mentre tiene la catechesi

L’aiuto della Parola di Dio e della dottrina della Chiesa 

Ma non è qualcosa da fare da soli il discernimento; a facilitarcelo anzitutto “è il confronto con la Parola di Dio e la dottrina della Chiesa” che “ci aiutano a leggere ciò che si muove nel cuore” e dalle quali si impara a riconoscere la voce di Dio e a distinguerla da altre voci. Dalla Bibbia apprendiamo “che la voce di Dio risuona nella calma, nell’attenzione, nel silenzio”, e infatti al profeta Elia Dio ha parlato “in una brezza leggera” spiega Francesco.

La voce di Dio non si impone, la voce di Dio è discreta, rispettosa, io mi permetterei di dire: la voce di Dio è umile, e proprio per questo pacificante. E solo nella pace possiamo entrare nel profondo di noi stessi e riconoscere i desideri autentici che il Signore ha messo nel nostro cuore. E tante volte non è facile entrare in quella pace del cuore, perché siamo indaffarati, di questo, di là, d là, tutta la giornata … Ma per favore, calmati un po’, entra in te stesso, in te stessa. Due minuti, fermati. Guarda cosa sente il tuo cuore.

Uno scorcio dell'Aula Paolo VI
Uno scorcio dell'Aula Paolo VI

Piccoli telegrammi di Dio che arrivano al cuore

È nei momenti di calma che è possibile avvertire la voce di Dio, che ci fa comprendere meglio i nosotri atteggiamenti e le nostre scelte, prosegue il Pontefice, che evidenzia il modo in cui Dio parla all'uomo.

Per il credente, la Parola di Dio non è semplicemente un testo da leggere, la Parola di Dio è una presenza viva, è un’opera dello Spirito Santo che conforta, istruisce, dà luce, forza, ristoro e gusto di vivere. Leggere la Bibbia, leggere un pezzo, uno o due pezzetti della Bibbia, sono come piccoli telegrammi di Dio che ti arrivano subito al cuore. La Parola di Dio è un po’ – e non esagero, eh? – è un po’ un vero anticipo di paradiso.

Il presepe allestito nell'Aula Paolo VI
Il presepe allestito nell'Aula Paolo VI

L’aiuto che scaturisce dalla relazione affettiva con Dio

Un altro aiuto di cui si può beneficiare nel discernimento è quello che è originato dal “rapporto affettivo con la Scrittura”, si tratta della relazione affettiva con Dio.

Molte volte possiamo avere un’idea distorta di Dio, considerandolo come un giudice arcigno, severo, pronto a coglierci in fallo. Gesù, al contrario, ci rivela un Dio pieno di compassione e di tenerezza, pronto a sacrificare sé stesso pur di venirci incontro, proprio come il padre della parabola del figlio prodigo.

Il Papa mentre parla con i fedeli presenti all'udienza generale
Il Papa mentre parla con i fedeli presenti all'udienza generale

L'effetto della Parola di Dio 

Il Pontefice racconta che negli anni in cui si trovava in Argentina, quando si svolgeva il pellegrinaggio annuale dei giovani al Santuario di Luján, a 70 km da Buenos Aires, si dedicava alle confessioni tutta la notte. Un ragazzo, accostatosi al confessionale, gli confidò di aver fatto il pellegrinaggio su consiglio della madre, che gli aveva assicurato che andando dalla Madonna avrebbe capito molte cose. E così era stato; durante il pellegrinaggio aveva avuto modo di ascoltare la Parola di Dio che gli aveva toccato il cuore, facendogli comprendere cosa fare. Un esempio che dimostra l'effetto della Parola di Dio nell'interiorità di ogni uomo, "perché Dio non vuole distruggerci, Dio vuole che siamo più forti, più buoni ogni giorno", asserisce Francesco, aggiungendo che contemplando il Crocifisso, si avverte “una pace nuova” e si impara “a non avere paura di Dio”.

Gesù sulla croce non fa paura a nessuno, è l’immagine dell’impotenza totale e insieme dell’amore più pieno, capace di affrontare ogni prova per noi.

Un particolare del presepe dell'Aula Paolo VI
Un particolare del presepe dell'Aula Paolo VI

Un "pezzettino" di Parola

Nella croce, specifica il Papa “non c’è giudizio e nemmeno rassegnazione, perché è attraversata da una luce più grande”, quella della Pasqua, che consente di vedere oltre “un disegno più grande, che nessun impedimento, ostacolo o fallimento può vanificare”.

La Parola di Dio sempre ti fa guardare dall’altra parte: cioè, c’è la croce, qui, è brutto, ma c’è un’altra cosa, una speranza, una resurrezione. La Parola di Dio ti apre tutte le porte, perché Lui è la porta, è il Signore. Prendiamo il Vangelo, prendiamo la Bibbia in mano: cinque minuti al giorno, non di più. Portate un Vangelo tascabile con voi, nella borsa, e quando sarete in viaggio prendete un po’ e leggete, durante la giornata, un pezzettino, lasciare che la Parola di Dio si avvicini al cuore. Fate questo e vedrete come cambierà la vostra vita con la vicinanza alla Parola di Dio.

Il Papa tra i fedeli
Il Papa tra i fedeli

La relazione di amicizia con Dio

Il rapporto con Dio è allora una relazione di amicizia che cresce giorno dopo giorno, chiarisce Francesco.

L’amicizia con Dio ha la capacità di cambiare il cuore; è uno dei grandi doni dello Spirito Santo, la pietà, che ci rende capaci di riconoscere la paternità di Dio. Abbiamo un Padre tenero, un Padre affettuoso, un Padre che ci ama, che ci ha amato da sempre: quando se ne fa esperienza, il cuore si scioglie e cadono dubbi, paure, sensazione di indegnità. Nulla può opporsi a questo amore dell’incontro con il Signore.

Una coppia di sposi con il Papa
Una coppia di sposi con il Papa

L’aiuto dello Spirito Santo

Infine un ulteriore aiuto nel discernimento è “il dono dello Spirito Santo, presente in noi, che ci istruisce, rende viva la Parola di Dio che leggiamo, suggerisce significati nuovi, apre porte che sembravano chiuse, indica sentieri di vita là dove sembrava ci fossero solo buio e confusione”. Lo Spirito Santo "dà vita all'anima" continua il Pontefice, invitando a lasciare entrare lo Spirito nel proprio cuore e a parlargli come si fa con Gesù. "Lo Spirito Santo è discernimento in azione, presenza di Dio in noi, è il dono, il regalo più grande che il Padre assicura a coloro che lo chiedono". L'amicizia con lo Spirito Santo cambia, fa crescere.

Un gruppo di suore saluta il Papa
Un gruppo di suore saluta il Papa

Lo scopo del discernimento

Infine il Papa sintetizza quello che è lo scopo del discernimento, ossia il riconoscere la salvezza che Dio opera nella vita di ogni uomo. E ribadisce ancora che lo Spirito Santo è sempre con noi, al nostro fianco e che bisogna coltivare il dialogo con Lui, sempre, e andare avanti con "coraggio e con gioia".

Il Papa con alcuni bambini
Il Papa con alcuni bambini

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21 dicembre 2022, 10:00

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