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Francesco ad Asti. Il vescovo: incontra le sue famiglie, di sangue e di fede

Sabato e domenica, 19 e 20 novembre, Francesco è ad Asti, per visitare i suoi cugini e celebrare poi, nella cattedrale, la Giornata mondiale della gioventù a livello diocesano. Il vescovo Prastaro: “Viene dove ci sono le radici della sua vita, e ci porta alle radici della nostra fede”

Alessandro Di Bussolo ed Eugenio Bonanata – Città del Vaticano

“E’ la visita alla sua terra e alla sua famiglia, e poi domenica l’incontro con la famiglia più grande della Chiesa astigiana. Per il Papa un incontro con le due famiglie, quella di sangue e quella di fede”. Il vescovo di Asti, Marco Prastaro, esprime così il valore de “L’incontro tanto atteso” di Francesco con la terra d’origine di suo padre Mario Bergoglio, nato a Torino ma vissuto ad Asti, nella frazione di Portacomaro, fino al febbraio 1929, quando 21enne ragioniere emigrò a Buenos Aires con i nonni del futuro Pontefice, Giovanni e Rosa.

Incontro atteso dal 13 marzo 2013

Atteso perché è dal 13 marzo 2013, quando Jorge Mario Bergoglio è stato eletto Papa e ha scelto il nome Francesco, che gli astigiani aspettano la sua visita, perché, sottolinea monsignor Prastaro, hanno subito pensato che “è uno di noi che è diventato Papa”. Il 19 e il 20 novembre Giorgio, come i cugini che vivono qui lo chiamano, ritorna “dove ci sono le radici della sua vita”, e la gente di qui ha accettato “di buon grado” che venga soprattutto “per trovare le persone a cui è affettivamente legato per motivi di famiglia” spiega il presule. Ma pur nel carattere di “ritorno a casa di uno di famiglia”, la venuta di Papa Francesco ad Asti è anche un “portarci alle radici della nostra fede: il Vangelo, la tradizione apostolica, la preghiera e la vita della comunità”.

Sistemazione delle sedie per i 4 mila che seguiranno la celebrazione in cattedrale dai maxischermi all'esterno
Sistemazione delle sedie per i 4 mila che seguiranno la celebrazione in cattedrale dai maxischermi all'esterno

I momenti privati di sabato e quelli pubblici di domenica

Di sabato, la parte totalmente privata della visita, nella conferenza stampa di martedì 15, si è detto dell’incontro con la cugina Carla Rabezzana, che pochi giorni fa ha compiuto 90 anni, a Portacomaro, e poi con la cugina Delia Gai, con altri parenti a Tigliole. Domenica 20 novembre invece il Pontefice incontrerà la comunità diocesana con una celebrazione eucaristica in Cattedrale alle 11, nella Giornata mondiale della gioventù. Prima della Messa, Papa Francesco percorrerà un chilometro e settecento metri in papamobile tra la folla, nel centro di Asti. Al termine della celebrazione il Pontefice incontrerà di nuovo tutti la famiglia astigiana in vescovado per il pranzo, dal menu molto piemontese, che ha voluto offrire personalmente ai suoi cari. Prima di lasciare Asti, farà un ultimo saluto a 1.340 bambini e ragazzi allo stadio Censin Bosia alle 15.30. Da lì il suo elicottero bianco ripartirà per il Vaticano.

Prastaro: un legame conservato negli anni, anche a distanza

Così il vescovo di Asti Marco Prastaro ha raccontato ad Eugenio Bonanata i preparativi per questo weekend. La sua testimonianza è inserita nel documentario “Radici” di Telepace e Rete 7.

Ascolta l'intervista a monsignor Marco Prastaro, vescovo di Asti

Come procedono gli ultimi preparativi per accogliere il Papa ad Asti, il 20 novembre?

Fervono, perché c'è stato chiesto di preparare un incontro che generalmente richiede mesi, in alcune settimane, ma la città è in movimento, e ognuno sta facendo la sua parte. Quindi c'è stato una grande entusiasmo e una grande disponibilità da parte di tutti.

Cosa la colpisce maggiormente di questo weekend, de “L’ incontro tanto atteso” con il Papa?

Il fatto che il Papa ritorni alle sue radici. Questo legame che nonostante la distanza, lui ha voluto conservare, anzi ad un certo punto riscoprire e conservare nel tempo, andandosi a riconoscere con qualcosa che ha segnato la vita della sua famiglia. Lui che è figlio di immigrati, quindi non è nato in Italia, ma in Argentina, ha voluto tornare qui, dove ci sono le radici della sua vita, dove c'è qualche cosa certamente di suo, che lo identifica e che lo plasma.

Il vescovo di Asti, Marco Prastaro
Il vescovo di Asti, Marco Prastaro

C'è consapevolezza di questo tra i fedeli, cioè di questa importanza delle radici che il Papa va a visitare, a rievocare?

Certo! La gente di cui è molto orgogliosa del fatto che Bergoglio arrivi dai nostri posti. All'indomani della sua elezione tutti si mossero ad Asti dicendo: “In fondo e uno di noi che è diventato Papa”. E in questo momento lui torna e torna proprio a trovare delle persone precise della storia della sua famiglia. Di questo c'è molta consapevolezza e la città ha accettato anche di buon grado il fatto che fosse una visita “privata”, cioè che lui non venga qui per fare discorsi alla città ma per trovare le persone a cui è affettivamente legato per motivi di famiglia. Noi di questo siamo tutti orgogliosi. E’ la visita alla sua terra la sua famiglia e poi domenica è l'incontro con la famiglia più grande della Chiesa astigiana. Un incontro con le due famiglie: la famiglia di sangue e la famiglia di fede.

 

Qual è il valore di questa visita? Parole come famiglia e accoglienza sono parole forti, in questo tempo…

Il valore di questa visita, come ogni visita del Papa, direi, è anzitutto una conferma nel fatto che la nostra fede ha delle radici e lui viene alle radici della sua vita biologica, ma ci porta alle radici della nostra fede, che sono il Vangelo, la tradizione apostolica, la preghiera, la vita della comunità. E quindi noi riscopriremo certamente, a un livello spirituale ecclesiale, l'aspetto di ritornare alle radici della fede, e come disse lui, per andare fino alla fine del mondo, là dove poi la vita porterà ciascuno di noi.

L'interno della cattedrale di Asti
L'interno della cattedrale di Asti

Guardando un po' più da vicino il programma, cosa segnalare? C'è anche un’ordinazione…

Il sabato sarà dedicato all’aspetto privato, quindi c'è poco da dire. La domenica il Santo Padre farà dal vescovado dove risiede un ampio giro sulla città, un chilometro e 700 metri di percorso, in cui chiunque lo vorrà vedere lo potrà vedere. Poi arriverà nella piazza della cattedrale, che sarà gremita da quasi 4000 persone, ed entrerà nella cattedrale dove celebrerà l'Eucarestia. Durante l'Eucarestia, noi daremo risalto un po' al fatto che quella è la Giornata della gioventù, quindi ci sarà un numero consistente di giovani e uno dei nostri giovani, il nostro seminarista Stefano Accornero farà il rito dell'accolitato, che è una delle tappe in preparazione al sacerdozio. Poi il rito in sé è una semplice benedizione. Eravamo incerti, perché era fissata per quel giorno al pomeriggio, ma ne ho parlato al Santo Padre, che mi ha detto: “No, no, lo facciamo al mattino, vedrà che il ragazzo sarà contento. In effetti, siamo tutti contenti che possa dare anche questo messaggio di questa piccola speranza che è ancora accesa nella nostra Chiesa. E poi il pomeriggio, quando lui partirà, ci saranno allo stadio i bambini e i ragazzi con le loro famiglie che lo saluteranno, ma in un momento molto semplice e rapido.

Stefano aveva paura che l'appuntamento fosse rinviato, è vero?

Lui mi ha telefonato e mi ha chiesto: “Come facciamo?”. Io gli ho detto: “Guarda Stefano, non ti preoccupare, non posso venire al pomeriggio, però dovrai venire tu al mattino con il Papa in cattedrale”. Ed è stato molto contento di questo.

 

Come state preparando proprio l'accoglienza? Dormirà qui il Papa, vero?

Sì, il Papa sarà ospitato qui, quindi abbiamo rivoluzionato un pò la casa, spostato dei mobili, ridipinto. Insomma abbiamo preso l'occasione per fare quei lavori che erano rimasti indietro. In questo abbiamo avuto molte persone che ci hanno aiutato, chi a fare i lavori di fatica, una squadra di signore è venuta a pulire. Quindi la casa è pronta e noi lo accoglieremo con gioia anche con semplicità. Io penso che essendo un incontro familiare, tutto debba avere un tono familiare, di chi vi torna a casa e viene accolto come un membro della famiglia che torna a casa. Pur essendo il Santo Padre, quindi avendo tutti un certo senso comunque di rispetto e di timore reverenziale. Non in quanto lui come Francesco, o come Giorgio come lo chiamano i parenti, ma come Santo Padre.

L'ingresso del vescovado di Asti, dove alloggerà Papa Francesco
L'ingresso del vescovado di Asti, dove alloggerà Papa Francesco

Mi pare che questi valori, da queste parti, non è difficile trovarli, sono molto frequenti…

Sì, noi siamo gente semplice, abituata ad accoglierci, a stare insieme, a vivere anche a condividere la gioia della tavola, perché nell'astigiano si mangia e beve molto bene. |Sul pranzo di domenica non posso dire nulla, sarà una sorpresa, ma sarà un pranzo astigiano.

Qual è l'immagine che l'ha colpita di più in questi giorni?

La cosa che mi ha colpito di più è come i nostri giovani hanno preparato uno slogan. E mi ha colpito che hanno scelto “L'incontro tanto atteso”: sono riusciti a mettere insieme tante cose perché non puoi dire visita privata, non puoi dire visita pastorale, e con questa frase i ragazzi, i nostri giovani hanno espresso il senso di un incontro, che è tanto atteso, che oggi si realizza. Questa è la cosa che mi ha suggestionato di più, oltre a tutta la collaborazione e la disponibilità che abbiamo trovato da parte di tutti. Anche ad accettare i vincoli, i limiti del mantenere questa riservatezza, e questa familiarità.

Ha avuto modo di parlare col Papa, alla vigilia di questa visita?

Lui viene qua in semplicità e viene a trovare la sua famiglia, e vuole che sia una cosa familiare. Questo è il colloquio che noi abbiamo avuto e quindi sarà così.

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18 novembre 2022, 09:00