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Il Papa: lasciamoci meravigliare dall'amore folle di Dio che non si stanca di noi

Il tempo quaresimale è un tempo opportuno per chiedere a Dio di "svegliarci dal letargo interiore". Lo afferma Papa Francesco all'Angelus di questa seconda domenica di Quaresima. Il Vangelo presenta la manifestazione della gloria di Gesù nell'episodio della Trasfigurazione e il Papa parla del sonno degli apostoli simile al nostro sonno del cuore: abbiamo bisogno, afferma, di aprirci alla luce di Dio. Dopo la preghiera, l'accorato appello di Francesco per la pace in Ucraina

Adriana Masotti - Città del Vaticano

L’episodio della Trasfigurazione descritto nel brano del Vangelo di oggi, ci mostra Gesù che, mentre è in preghiera, “cambia d’aspetto, la sua veste diventa candida e sfolgorante”. Accanto a lui appaiono Mosè ed Elia. Spettatori di questo straordinario evento sono Pietro, Giovanni e Giacomo ma, fa notare il Papa, secondo l’evangelista Luca gli apostoli erano oppressi dal sonno e “quando si svegliarono” videro la gloria di Gesù. E ricorda che gli stessi apostoli dormivamo anche nell’orto degli Ulivi in un momento drammatico per Gesù tanto che "aveva chiesto loro di vegliare" con lui. “Stupisce questa sonnolenza in momenti tanto importanti”, commenta Francesco. Nell’episodio di oggi, prosegue, si vede però che Pietro, Giovanni e Giacomo si addormentano prima della Trasfigurazione, mentre Gesù prega. Forse anche loro lo stavano facendo fino a quando la stanchezza prevale. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Fratelli, sorelle, questo sonno fuori luogo non somiglia forse a tanti sonni che ci vengono durante momenti che sappiamo essere importanti? Magari alla sera, quando vorremmo pregare, stare un po’ con Gesù dopo una giornata trascorsa tra mille corse e impegni. Oppure quando è ora di scambiare qualche parola in famiglia e non si ha più la forza.

Quaresima, opportunità per svegliarci dal letargo del cuore

Alla nostra volontà di rimanere “più svegli, attenti, partecipi”, viene incontro il tempo della Quaresima come opportunità di risveglio. Il Papa dice che quello quaresimale è “un periodo in cui Dio vuole svegliarci dal letargo interiore”, da questa sonnolenza che ci prende e che "non lascia esprimere lo Spirito". Tenere sveglio il cuore, infatti, è anche una grazia che dobbiamo chiedere. Con le nostre sole forze non ce la facciamo, così come gli apostoli che furono svegliati proprio dalla luce di Cristo.

Come loro, anche noi abbiamo bisogno della luce di Dio, che ci fa vedere le cose in modo diverso; ci attira, ci risveglia, riaccende il desiderio e la forza di pregare, di guardarci dentro, e di dedicare tempo agli altri. Possiamo superare la stanchezza del corpo con la forza dello Spirito di Dio.

E se non ce la facciamo, continua il Papa, chiediamo l'aiuto allo Spirito Santo, diciamogli: "Aiutami: io voglio incontrare Gesù; io voglio stare attento, sveglio”.

Dio può trasfigurare le nostre giornate

Papa Francesco sollecita tutti noi ad approfittare della Quaresima come di un tempo che Dio ci offre per metterci, alla fine di ogni giorno, davanti a Lui perché possa ridestarci il cuore.

Lo possiamo fare, ad esempio, aprendo il Vangelo e lasciandoci stupire dalla Parola di Dio, perché la Scrittura illumina i nostri passi e fa ardere il cuore. Oppure possiamo guardare il Crocifisso e meravigliarci davanti all’amore folle di Dio, che non si stanca mai di noi e ha il potere di trasfigurare le nostre giornate, di dare loro un senso nuovo, una luce diversa, una luce inattesa.

Si fermi la guerra in Ucraina

Al termine della preghiera mariana, Papa Francesco rivolge un appello forte perchè si interrompa la guerra in Ucraina. "In nome di Dio - implora - si ascolti il grido di chi soffre e si ponga fine ai bombardamenti e agli attacchi! Si punti veramente e decisamente sul negoziato, e i corridoi umanitari siano effettivi e sicuri. In nome di Dio, vi chiedo: fermate questo massacro!".

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13 marzo 2022, 12:18

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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