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Il Papa in Thailandia Il Papa in Thailandia

Il Papa in Thailandia, i missionari: presenza viva nel paese

C'è grande entusiasmo per la visita di Francesco in Thailandia dove la Chiesa cattolica segue le necessità della gente, della gente più povera. Ne parla il missionario don Bruno Soppelsa, illustrando i progetti con i quali si sostiene il lavoro del governo

Alessandro Guarasci - Città del Vaticano

Cresce l'attesa in Thailandia per l'arrivo, mercoledi prossimo, del Papa, che dunque si appresta a compiere il suo 32esimo viaggio apostolico. I missionari nel paese asiatico sono una presenza da centinaia di anni. Una minoranza nel paese asiatico, ma molto attiva, soprattutto nel nord. A maggio scorso, in occasione del 350esimo della Chiesa in Thailandia, il cardinale Fernando Filoni,  prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ricordò “con gratitudine l'opera di evangelizzazione iniziata dai membri appartenenti alla Società per le Missioni Estere di Parigi (Mep). A loro seguirono altri missionari e religiosi, uomini e donne, appartenenti a vari istituti. Con lo zelo apostolico si sono dedicati all'implantatio della Chiesa in questa grande nazione”. L'arrivo del Papa in Thailandia dunque sarà un momento fondamentale per tutti.

La forza dei missionari

Don Bruno Soppelsa, sacerdote fidei domun delle chiese del Triveneto e missionario nel nord del paese asiatico, parla della realtà tailandese "un Paese al 96 per cento buddista; poi c’è la religione musulmana che viene prima di noi: noi siamo proprio una minoranza, l’uno per cento … La Chiesa cattolica è vista bene - spiega- con simpatia, perché è una presenza che segue le necessità della gente, della gente più povera, si mette al servizio soprattutto in quei settori dove anche l’amministrazione pubblica, e il governo, fanno fatica a intervenire. Io penso alla vita negli slums, nelle grandi periferie anche di Bangkok o delle altre città, oppure in mezzo alle tribù dei monti, con il problema della droga e e dell'alcolismo".

Il lavoro col governo

Nelle parole del missionario anche il lavoro concreto svolto dalla Chiesa in supporto alle autorità. "Ci sono alcuni progetti - dice - con i quali anche noi come missione siamo stati di aiuto al governo, affiancandolo e donando delle strutture nelle quali il governo potesse avviare dei progetti di disintossicazione dalla droga e anche dall’alcolismo”.

Ascolta l'intervista a don Bruno Soppelsa

Come nasce la presenza missionaria nel Paese?

R. – Quest’anno celebriamo i 350 anni della Chiesa cattolica in Thailandia, istituzionalmente, con i primi missionari che sono arrivati in Thailandia e hanno incominciato a portare il Vangelo e a parlare di Gesù. E via via poi si sono create delle comunità che sono andate sviluppandosi, e poi anche i preti, i preti thailandesi hanno incominciato a girare all’interno della nazione fino al nord e hanno incominciato a portare l’annuncio della Buona Novella, a portare il cristianesimo.

Possiamo dire che in Thailandia ci sia una vera libertà religiosa, in questo momento?

R. – Nella Costituzione della Thailandia non esiste una religione di Stato ufficiale, e quindi tutte le espressioni religiose possono essere espresse. C’è molta tolleranza e anche rispetto, e anche la visita del Papa è una visita che è stata approvata dal Re, dal primo ministro, dal governo prima di tutto; e poi, sicuramente dalla Conferenza episcopale thailandese.

Che cosa vi aspettate da questa visita del Papa? Come state vivendo questa attesa?

R. – C’è grande entusiasmo perché poi l’ultima visita del Papa è stata con Giovanni Paolo II, 35 anni fa. Aspettiamo che questa venuta del Papa dia un’ondata di freschezza e una spinta nuova per questa nostra presenza in mezzo a questa Nazione thailandese, così buona e generosa. In questi ultimi tempi c’è stato anche un gran movimento di visite, di gruppi di monaci buddhisti a Roma, e in Vaticano dal Papa. C’è stato veramente un contatto tra queste due grandi religioni. Quindi, il Papa ha molta voglia di venire a incontrarli nella loro terra.

Don Bruno Soppelsa con un gruppo di monaci buddisti
Don Bruno Soppelsa con un gruppo di monaci buddisti

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17 novembre 2019, 08:00