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Viviane, madre di Vincent Lambert Viviane, madre di Vincent Lambert  

Il Papa prega per Vincent Lambert: ogni vita ha valore, sempre

La preghiera del Papa per l'infermiere francese fatto morire nell'ospedale di Reims: "Dio Padre accolga tra le sue braccia Vincent Lambert"

Sergio Centofanti – Città del Vaticano

Papa Francesco prega per Vincent Lambert, morto stamattina all’età di 42 anni, dopo che il 2 luglio scorso i sanitari dell’Ospedale francese di Reims hanno interrotto alimentazione e idratazione. Scrive in un tweet:  

Dio Padre accolga tra le sue braccia Vincent Lambert. Non costruiamo una civiltà che elimina le persone la cui vita riteniamo non sia più degna di essere vissuta: ogni vita ha valore, sempre.

 

Società è umana se tutela ogni vita

Vincent non era in fin di vita, respirava in modo autonomo e il suo cuore batteva normalmente. Per farlo morire gli hanno dovuto togliere acqua e cibo. Così è morto di fame e di sete. Appena ieri, in un altro tweet chiaramente riferito a Lambert e casi simili, di “malati che sono abbandonati e lasciati morire”, aveva affermato che “una società è umana se tutela la vita, ogni vita, dall’inizio al suo termine naturale, senza scegliere chi è degno o meno di vivere”. E aveva lanciato un appello: “I medici servano la vita, non la tolgano”.

Gli appelli del Papa per Vincent Lambert

I Papi di solito non citano i nomi. E’ un caso del tutto raro. Papa Francesco per Vincent lo ha fatto tre volte, pubblicamente. Le altre due volte, l’anno scorso: il 15 aprile, durante il Regina Coeli, e il 18 aprile, durante l’udienza generale. Gli occhi di tanti in quel momento stavano seguendo la drammatica vicenda del piccolo Alfie. Il Papa cita il nome del bimbo inglese, ma già parla di Vincent la cui storia ancora non è arrivata all’opinione pubblica. Francesco invita a pregare “perché ogni malato sia sempre rispettato nella sua dignità e curato in modo adatto alla sua condizione, con l’apporto concorde dei familiari, dei medici e degli altri operatori sanitari, con grande rispetto per la vita”. Ribadisce con forza “che l’unico padrone della vita, dall’inizio alla fine naturale, è Dio” e che “il nostro dovere” - lo ripete due volte - “il nostro dovere è fare di tutto per custodire la vita”.

Scarti umani e eutanasia nascosta

Francesco parla spesso di una società che crea “scarti umani”. Il 22 marzo 2015, durante la sua visita a Napoli ricorda che oggi “si scartano i bambini, si scartano gli anziani” e tutti quelli che non servono più: “E c’è anche questa abitudine di – scusatemi la parola – di lasciarli morire e siccome a noi piace tanto usare eufemismi, diciamo una parola tecnica: eutanasia. Ma non solo l’eutanasia fatta con una puntura, ma l’eutanasia nascosta, quella di non darti le medicine, non darti le cure, renderti la vita triste e così si muore, si finisce”. Il 18 novembre 2013 durante la Messa a Santa Marta, critica “lo spirito della mondanità che anche oggi ci porta a questa voglia di essere progressisti, al pensiero unico” che, come nei tempi passati, finisce coi sacrifici umani: “Voi pensate che oggi non si fanno sacrifici umani? Se ne fanno tanti, tanti. E ci sono delle leggi che li proteggono”.

Il compito della Chiesa

“Laddove la vita vale non per la sua dignità, ma per la sua efficienza e per la sua produttività – aveva detto il Papa il 26 gennaio 2018 alla plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede - tutto ciò diventa possibile. In questo scenario occorre ribadire che la vita umana, dal concepimento fino alla sua fine naturale, possiede una dignità che la rende intangibile”. E aveva proseguito: “Il dolore, la sofferenza, il senso della vita e della morte sono realtà che la mentalità contemporanea fatica ad affrontare con uno sguardo pieno di speranza. Eppure, senza una speranza affidabile che lo aiuti ad affrontare anche il dolore e la morte, l’uomo non riesce a vivere bene e a conservare una prospettiva fiduciosa davanti al suo futuro. È questo uno dei servizi che la Chiesa è chiamata a rendere all’uomo contemporaneo”.

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11 luglio 2019, 14:00