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Civili palestinesi nel contesto del conflitto con Israele Civili palestinesi nel contesto del conflitto con Israele  

Nuovi attacchi aerei di Israele su Rafah, prosegue il cammino diplomatico in Egitto

Non si ferma l'offensiva israeliana nel Sud della Striscia di Gaza. Intanto si tenta la mediazione a Il Cairo per un cessate il fuoco, mentre diventa sempre più drammatica la situazione umanitaria nell'area

Paola Simonetti – Città del Vaticano

Israele continua a colpire la città di Rafah, a sud della Striscia di Gaza, con intensi bombardamenti. Dieci gli attacchi aerei nella notte appena trascorsa, nell’area che viene considerata l’ultimo bastione di Hamas, ma dove sono allo stremo più di 2 milioni di civili che, secondo l’Onu, sono ammassati in questa zona al confine chiuso con l’Egitto, minacciati da carestia e dove le organizzazioni umanitarie denunciano attacchi contro le loro installazioni. Nella disperazione i civili: "Stiamo aspettando la morte giorno dopo giorno", ha dichiarato a un giornalista dell’Agi un residente, Wissam Lafi. "Ringraziamo Dio che la giornata sia finita e che siamo ancora vivi”.

Prosegue il cammino diplomatico

Sullo sfondo il difficile tentativo di mediazione in corso a Il Cairo in Egitto, per stabilire una tregua sul territorio palestinese, fermare il progetto di invasione di terra programmato dal premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e fornire urgenti aiuti alla popolazione. E mentre il governo israeliano si prepara a un nuovo vertice a Parigi per un accordo che garantisca la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, la Gran Bretagna sarebbe intenzionata a sospendere le esportazioni di armi verso Israele se l'offensiva nel sud della Striscia dovesse proseguire. Fonti ministeriali hanno fatto sapere che il Regno Unito avrebbe la capacità di rispondere rapidamente se si stabilisse che Israele sta violando il diritto umanitario internazionale.

Ferma condanna di Msf all’attacco ricevuto da Israele

La Ong Medici Senza Frontiere, intanto, ha chiesto, nella più profonda indignazione, ufficiali spiegazioni a Israele in merito all’attacco dei giorni scorsi contro un rifugio dell’organizzazione, dove sono stati uccisi due familiari dello staff e ferite altre sei persone, fra cui donne e bambini. L’edificio, secondo quanto spiegato da Msf, “era chiaramente contrassegnato come struttura preposta all’aiuto umanitario e non era stato dato nessun avviso di evacuazione”

Gli Hezbollah rivendicano attacchi contro Israele

Un missile anticarro lanciato questa mattina, giovedì 22 febbraio, dal Libano ha colpito una casa privata a Yuval, villaggio nell'Alta Galilea, per fortuna senza provocare vittime. Quest’ultimo attacco è avvenuto nel contesto dell’intenso fuoco incrociato fra gli Hezbollah e Israele nel quale sono rimaste vittime una donna e una bambina nel sud del Libano. Il movimento sciita ha poi rivendicato, nelle ultime ore, undici azioni contro postazioni militari e gruppi di soldati israeliani. Un altro attacco ha preso di mira la città israeliana di Matzuva, colpita con razzi katyusha in risposta a una "aggressione contro i civili" lanciata ore prima da Israele contro la zona libanese di Majdal Zoun.

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22 febbraio 2024, 08:35