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Tende che ospitano gli sfollati palestinesi a Rafah Tende che ospitano gli sfollati palestinesi a Rafah 

Medio Oriente, all'Onu gli Stati Uniti votano contro il cessate il fuoco

Nella notte di oggi, 21 febbraio, i bombardamenti a Sud della Striscia di Gaza hanno provocato la morte di 14 persone, a Rafah e Khan Yunis. Tra le vittime, anche familiari di Medici senza Frontiere. Alle Nazioni Unite, gli Stati Uniti respingono per la terza volta la risoluzione per una tregua. Gianluca Ranzato, Save the Children: "Situazione senza precedenti"

Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano

Continua a salire il numero delle vittime nella Striscia di Gaza. Secondo il Ministero della Sanità palestinese, gestito da Hamas, sarebbero circa 30 mila i morti e almeno 69 mila i feriti. Nella notte 14 persone sono morte nei bombardamenti Israeliani a Rafah e Khan Younis. Un rifugio di Medici senza Frontiere, sempre nel sud della Striscia, è stato colpito dai raid dell’esercito israeliano, almeno due familiari del personale Msf sono stati uccisi ed altri sei sono rimasti feriti.

Il veto degli Stati Uniti

Ancora una volta sfuma la possibilità di una pausa dai combattimenti. Nella serata di ieri, mercoledì 21 febbraio, è giunta, infatti, la notizia di un nuovo veto da parte degli Stati Uniti per un possibile "cessate il fuoco". La Casa Bianca aveva già preannunciato l’esito negativo della votazione, presentando una bozza di risoluzione alternativa in cui, tra l'altro, si chiedeva ad Israele di non lanciare una offensiva di terra a Rafah. Tredici Paesi avevano votato a favore, astenuta la Gran Bretagna, il "no" degli Stati Uniti ha allontanato, per la terza volta, la possibilità di un cessate il fuoco. Il coordinatore del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, ha spiegato che gli Usa non potevano sostenere una risoluzione che rischiava di minare i già delicati negoziati in corso e rischierebbe di chiudere ogni possibilità al rilascio degli ostaggi. Immediata la reazione dei partner internazionali: per la Francia, il costo umano della crisi a Gaza è "intollerabile, Israele si deve fermare", ha detto l'ambasciatore francese Nicolas de Riviere dopo il voto, ammettendo d'altra parte che "è incomprensibile" che il Consiglio di Sicurezza "non riesca a condannare Hamas". "Deluso" per il risultato del voto sulla risoluzione del gruppo arabo su Gaza si dice, invece, il rappresentante permanente cinese Zhang Jun che ha esortato il Consiglio di Sicurezza ad "agire rapidamente" per fermare la carneficina in Medio Oriente. Per Israele, il cessate il fuco consentirebbe la sopravvivenza di Hamas, come ha detto il rappresentante permanente israeliano all'Onu, Gilad Erdan. "Sarebbe una condanna a morte per molti israeliani", ha affermato l'ambasciatore.

Le trattative al Cairo

Qualcosa sembra invece muoversi a Il Cairo, dove è presente una delegazione di Hamas mentre anche Israele sembra abbia mandato segretamente alcuni suoi mediatori al tavolo delle trattative. L'obiettivo dei mediatori è di arrivare ad una sospensione del conflitto prima dell'inizio del Ramadan (il 10 marzo) e di fermare l'annunciata operazione di Israele a Rafah, dove si accalcano un milione di sfollati palestinesi. Presente al Cairo anche il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, per colloqui con funzionari egiziani. La delegazione discuterà "gli sforzi per fermare l'aggressione, fornire sollievo ai cittadini e raggiungere gli obiettivi del nostro popolo palestinese", si legge in una nota.

Il World Food Programme sospende gli aiuti nella Striscia

Intanto l’agenzia Onu World Food Programme ha sospeso gli aiuti alimentari salvavita nel nord della Striscia, a causa dei saccheggi che continuamente subiscono i convogli, ed annunciato che le operazioni di consegna dei generi alimentari riprenderanno solo quando la situazione sarà tornata alla normalità. Le consegne al nord della Striscia erano riprese domenica, dopo una sospensione di tre settimane dovuta a dei colpi contro un camion dell’UNRWA. Il programma prevedeva l’invio di dieci camion di cibo per sette giorni consecutivi, per contribuire ad arginare l’ondata di fame e disperazione che ha colpito gli sfollati palestinesi. Il convoglio del WFP durante il viaggio verso Gaza City, è stato circondato da una folla di persone affamate vicino al checkpoint di Wadi Gaza. ll viaggio del secondo convoglio verso nord ha dovuto affrontare il caos e la violenza più totale a causa del crollo dell’ordine civile. Diverse vetture sono state saccheggiate tra Khan Younis e Deir al Balah e un camionista è stato picchiato. La farina rimanente è stata distribuita spontaneamente nella città di Gaza, in un clima di tensione e rabbia.

I bambini di Gaza

"La situazione in cui sono costretti a vivere i bambini nella Striscia di Gaza è senza precedenti", commenta Gianluca Ranzato, referente per le emergenze umanitarie di Save the Children. Dopo il veto degli Stati Uniti ad una tregua dai combattimenti, cresce la preoccupazione per i bambini intrappolati nella Striscia. Oltre 12 mila i minori rimasti uccisi dal 7 ottobre, senza contare le migliaia di quelli dispersi. I bambini non solo vivono in costante pericolo di morte, di ferimento e mutilazione, ma nello stesso tempo soffrono di malnutrizione e per il mancato accesso all'acqua potabile. Le malattie infettive stannno minando la salute di almeno il 70% dei bambini nella Striscia, come la polmonite o la dissenteria. "Tutto questo - prosegue Ranzato - senza entrare nell'incredibile situazione di disastro psicologico a cui sono sottoposti. La minacciata invazione di Rafah da parte dell'esercito israeliano preoccupa profondamente tutte le organizzazioni umanitarie". Save the children, sottolinea ancora il referente, si unisce a quanti chiedono un immediato cessate il fuoco, indispensabile per evitare un massacro. Almeno 600 mila sono, infatti, i bambini presenti in quell'area. "Ascoltare la voce dei bambini è un esperienza straziante", conclude, "i bambini volgliono tornare a casa, vogliono sentirsi sicuri nelle proprio famiglie". E questo è quello che tutti gli adulti dovrebbe avere all'interno delle loro agende. 

Ascolta l'intervista a Gianluca Ranzato

 

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21 febbraio 2024, 08:34