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Suor Nelly León Correa, la religiosa cilena della Congregazione del Buon Pastore, co-vincitrice del Premio Zayed 2024 per la Fratellanza Umana Suor Nelly León Correa, la religiosa cilena della Congregazione del Buon Pastore, co-vincitrice del Premio Zayed 2024 per la Fratellanza Umana
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Il Premio Zayed 2024 alla suora cilena “madre delle detenute"

Annunciati oggi ad Abu Dhabi i vincitori della quinta edizione del riconoscimento, che premia i contributi di persone e organizzazioni al progresso dell'umanità e alla convivenza pacifica, e celebra il quinto anniversario della firma del Documento sulla Fratellanza umana. Premiati suor Nelly León Correa, il cardiochirurgo egiziano Sir Magdi Yacoub e le due principali organizzazioni islamiche indonesiane Nahdlatul Ulama e Muhammadiyah

Alessandro Di Bussolo - Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti)

La “madre delle detenute” cilene suor Nelly Leòn Correa, le organizzazioni indonesiane di solidarietà Nahdlatul Ulama e Muhammadiyah, il cardiochirurgo egiziano di fama mondiale Sir Magdi Yacoub, sono i vincitori del Premio Zayed per la fratellanza umana 2024. L’annuncio è stato dato questa mattina ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, nel corso di una conferenza stampa, dal segretario generale del Premio, il giudice egiziano Mohamed Abdelsalam. I tre vincitori, che riceveranno ciascuno un premio di un milione di dollari per incrementare le loro attività, sono stati scelti da un comitato indipendente di giudici, per i loro sforzi eccezionali nell'affrontare sfide sociali complesse e nel promuovere la coesistenza pacifica e la solidarietà tra l'umanità a livello internazionale e di base. Riceveranno il Premio il 5 febbraio, nel corso di una cerimonia presso il Founder's Memorial di Abu Dhabi.

Suor Nelly León, una vita per il riscatto delle detenute

Conosciuta come "Madre Nelly", suor Nelly León Correa, religiosa cilena della Congregazione del Buon Pastore, è presidente e cofondatrice della Fondazione “Mujer Levántate”, e si occupa da più di 25 anni di assistere le donne detenute, offrendo loro sostegno e formazione durante il periodo di detenzione e aiutandole poi a reintegrarsi nella società, una volta uscite dal carcere. Impegnata nei principi della fratellanza umana, la fondazione, si legge nelle motivazioni del Premio, “porta speranza a coloro che sono in carcere e risanamento a coloro che sono appena state rilasciate”. Quasi il 94 per cento delle partecipanti al programma è ancora libero da condanne a due anni dall’uscita dal carcere. Per lei la situazione delle donne detenute, ha commentato, è “un dramma atroce che la società non è riuscita a vedere o non vuole vedere”, e per questo è grata che il Premio Zayed permetta di rendere visibili le donne private della libertà. La religiosa spera che questo premio sia un incentivo per "i cittadini, i politici e gli opinion leader a sentirsi responsabili e impegnati a contribuire alla reinserimento delle donne, alla loro dignità, ai loro sogni, speranze e sfide, lavorando insieme allo Stato del Cile".

Il tavolo dei partecipanti alla conferenza stampa di annuncio del premiati del Premio Zayed 2024. Da destra: suor Nelly Leon Correa, il giudice Mohamed Abdelsalam, Ulil Abshar-Abdalla, della Nahdlatul Ulama, Irina Bokova e Syafiq A. Mughni, della Muhammadiyah indonesiana
Il tavolo dei partecipanti alla conferenza stampa di annuncio del premiati del Premio Zayed 2024. Da destra: suor Nelly Leon Correa, il giudice Mohamed Abdelsalam, Ulil Abshar-Abdalla, della Nahdlatul Ulama, Irina Bokova e Syafiq A. Mughni, della Muhammadiyah indonesiana

La Fondazione “Mujer Levántate” aiuta 250 donne all’anno

“Una donna che si recupera è una famiglia che si recupera – ha aggiunto suor León - possiamo essere una luce, un esempio per altre carceri dell’America Latina, dove vivono le più povere tra i poveri. Siamo una fondazione piccola, che si mantiene quasi da sola, ma col Premio potremmo crescere molto, e aiutare più donne, più famiglie e più bambini”. La Fondazione guidata da Suor Nelly, assiste in media 250 donne all'anno attraverso i suoi diversi programmi, con un impatto positivo diretto sulle condizioni di vita di 700 bambini. "Questo premio ci permetterà di raddoppiare e addirittura triplicare questo numero, e questo ci rende enormemente felici", ha dichiarato con emozione la vincitrice del premio.

Due organizzazioni islamiche e umanitarie indonesiane 

Nahdlatul Ulama e Muhammadiyah, le maggiori organizzazioni islamiche indonesiane con oltre 190 milioni di membri, sono state premiate “per i loro incommensurabili sforzi umanitari e di costruzione della pace”. La prima, la più grande e moderata organizzazione islamica dell’Indonesia, ha da poco festeggiato i cento anni di vita e promuove l'idea di un islam in dialogo con le sfide della società di oggi. La seconda è stata la prima organizzazione islamica a nascere, nell'arcipelago ancora sotto dominio olandese. Attraverso la creazione di istituzioni educative, ospedali e progetti di riduzione della povertà, entrambe le organizzazioni hanno migliorato la vita di tantissimi indonesiani e di popolazioni vulnerabili in tutto il mondo. Il rappresentante della Muhammadiyah, Syafiq A. Mughni, ha sottolineato che il Premio Zayed “avrà un forte impatto sul nostro lavoro umanitario, per migliorare il benessere delle persone più svantaggiate. E’ importante fare rete, collaborare tra associazioni per la dignità umana”. Gli ha fatto eco il delegato della Nahdlatul Ulama, Ulil Abshar-Abdalla, che ha aggiunto che il Premio è un riconoscimento del nostro lavoro in Indonesia, anche nei villaggi più sperduti, un impegno che però all’estero è poco conosciuto. Ora questo riconoscimento ci porterà ad esempio anche in altri Paesi islamici fuori dal Paese, e questo può essere l’inizio di un futuro migliore. Ci sono ancora molte tensioni e conflitti nel mondo, ma crediamo che in ogni religione e società ci siano tante belle e buone persone, e queste possono aiutarsi l’una con l’altra per fare ancora più del bene per chi ha bisogno.

Un momento del collegamento video con il cardiochirurgo egiziano Sir Magdi Yacoub
Un momento del collegamento video con il cardiochirurgo egiziano Sir Magdi Yacoub

Il cardiochirurgo che ha salvato migliaia di vite

Sir Magdi Yacoub, cardiochirurgo e docente di fama mondiale, è stato premiato per il suo impegno nel salvare le vite dei più bisognosi, comprese le popolazioni vulnerabili. Fondatore della Magdi Yacoub Heart Foundation in Egitto e dell'organizzazione benefica Chain of Hope nel Regno Unito, il dottor Yacoub, che oggi ha 88 anni, ha contribuito a salvare migliaia di vite, soprattutto quelle dei bambini. Ha aperto centri cardiologici in Etiopia e Mozambico e attualmente gestisce un centro a Kigali, in Rwanda. Le sue tecniche chirurgiche pionieristiche hanno rivoluzionato il trapianto di cuore e ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui un cavalierato britannico, il Grande Ordine del Nilo e l'Ordine al merito della Regina Elisabetta II. In collegamento online, Yacoub ha commentato che il Premio “servirà per poter assistere molte più persone in Africa e soprattutto formare un maggior numero di giovani dottori”. “C’è un grande bisogno di sviluppare i talenti dei giovani africani – ha aggiunto - e alleviare le sofferenze della popolazione, eliminando le discriminazioni nell’assistenza sanitaria.

Abdelsalam: esempi dei valori del Documento sulla Fratellanza

Il segretario generale del Premio Zayed per la Fratellanza Umana, il giudice Mohamed Abdelsalam, ha commentato che i tre premiati “sono un vero esempio dei valori del Documento sulla Fratellanza Umana”. Li hanno sostenuti “agendo come fari di speranza nelle loro comunità”. Ciascuno dei premiati, ha aggiunto, “ha sostenuto la nobile visione di un mondo più pacifico e faremo in modo che questo riconoscimento contribuisca ad accelerare i loro sforzi nei rispettivi campi”. Il Premio è diventato, per il segretario generale, un grande “portale” attraverso il quale tutti coloro che si dedicano alla solidarietà umana posso condividere le loro esperienze.

Il gruppo di protagonisti della conferenza stampa. Irina Bokova è la seconda da sinistra
Il gruppo di protagonisti della conferenza stampa. Irina Bokova è la seconda da sinistra

Bokova: suor Nelly aiuta le detenute a non perdere il rispetto per sé stesse

Alla conferenza ha partecipato, come rappresentante della giuria, anche l’ex direttore generale dell’Unesco, la bulgara Irina Bokova, che è anche membro dell’Alto Comitato per la Fratellanza Uman, istituito per dare diffusione e concretezza al Documento di Abu Dhabi. Dei premiati ha ricordato che le due organizzazioni indonesiane “rappresentano il meglio dell’Islam nell’assistenza sanitaria, educativa, e di promozione della pace e della riconciliazione, un meraviglioso esempio di organizzazioni non governative che hanno un enorme impatto nella vita dell’Indonesia”. Dell’impegno di suor Nelly, Bokova, che è cristiano ortodossa, ha voluto sottolineare che “Le donne in prigione sono le più dimenticate in ogni società. E’ importante per loro che non perdano il rispetto per se stesse e poi riescano a reinserirsi nella società, e suor Nelly le aiuta in questo”.

Sandri: riconoscono Dio presente nel mondo e nelle persone

Uno dei membri della commissione giudicante del Premio per il 2024, il cardinale Leonardo Sandri, sottodecano del Collegio Cardinalizio e prefetto emerito del Dicastero per le Chiese Orientali, interpellato dai media vaticani, ha sottolineato di essere rimasto impressionato dall’alto numero di candidature presentate, da tutto il mondo. “Fa ben sperare che ci siano tante persone e associazioni che si impegnano per la promozione della dignità umana - ci ha detto - e quelli che abbiamo scelto operano tutti con l’impulso che arriva loro dalla presenza di Dio nel mondo e nelle persone”. A cinque anni dalla firma del Documento sulla Fratellanza Umana, il cardinale ha riconosciuto passi avanti nella fraternità e nel dialogo sono stati fatti, ma che sono ancora troppi “i Paesi che cercano nella guerra la soluzione delle tensioni tra loro, con il rischio di portare il mondo verso l’autodistruzione”.

Un'immagine dei profughi portati in Italia dalla Comunità di Sant'Egidio, Premio Zayed 2023
Un'immagine dei profughi portati in Italia dalla Comunità di Sant'Egidio, Premio Zayed 2023

Un Premio che celebra la storica firma del 2019 ad Abu Dhabi 

L’annuncio del premio è stato dato infatti, come ogni anno dalla prima edizione del 2020, alla vigilia della Giornata Internazionale della Fratellanza Umana, il 4 febbraio, istituita dalle Nazioni Unite per celebrare la storica firma del Documento sulla Fratellanza, nel 2019 ad Abu Dhabi, da parte di Papa Francesco e del Grande Imam di Al-Azhar Ahmed Al-Tayeb. Il Premio Zayed per la Fratellanza Umana è un premio internazionale annuale indipendente che viene assegnato ad individui ed organizzazioni di ogni provenienza, in qualsiasi parte del mondo, che lavorano in modo disinteressato e instancabile al di là delle differenze per promuovere i valori senza tempo della solidarietà, dell'integrità, dell'equità e dell'ottimismo e creare progressi verso la coesistenza pacifica. Il premio prende il nome dal defunto sceicco Zayed bin Sultan Al Nahyan, fondatore degli Emirati Arabi Uniti, famoso per il suo impegno umanitario e la sua dedizione nell'aiutare le persone, indipendentemente dalla loro origine o dal luogo in cui si trovano nel mondo.

La premiazione il 5 febbraio in diretta anche su Vatican News

La cerimonia di premiazione del 5 febbraio, alle 19 (le 16 in Italia), sarà trasmessa dai canali televisivi locali e anche dal canale YouTube internazionale di Vatican News. Da quando il premio è stato istituito, sono stati premiati leader, attivisti e organizzazioni umanitarie di tutto il mondo, tra cui: Papa Francesco e il Grande Imam Al-Tayeb (destinatari onorari) nel 2019. Nel 2021 il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres e l'attivista contro l'estremismo Latifa Ibn Ziaten; nel 2022 sua maestà Abdullah II bin Al Hussein, re del Regno Hashemita di Giordania e sua moglie, regina Rania Al Abdullah, con l'organizzazione umanitaria haitiana Fondazione per la Conoscenza e la Libertà (Fokal). E infine, nel 2023 la Comunità di Sant'Egidio e la costruttrice di pace keniota Shamsa Abubakar Fadhil.

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Il Premio Zayed per la Fratellanza Umana, una storia di 5 edizioni
02 febbraio 2024, 09:30