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Infermieri al lavoro nell'Ospedale della Sacra Famiglia a Betlemme Infermieri al lavoro nell'Ospedale della Sacra Famiglia a Betlemme 

L'Ospedale della Sacra Famiglia di Betlemme, un'oasi di pace

La struttura sanitaria pediatrica gestita dall'Ordine di Malta è rinomata in tutta la regione per la sua eccellenza. Ogni giorno vi nascono dieci bambini, nonostante l'escalation di violenza in Terra Santa. Prendendosi cura di tutti e mantenendo i collegamenti da entrambi i lati del muro di separazione, il nosocomio lancia un messaggio di speranza per Natale

Olvier Bonnel - Città del Vaticano

Da più di trent'anni, all'Ospedale della Sacra Famiglia di Betlemme nascono bambini, le giovani madri sono assistite, l'eccellenza medica non ha mai vacillato. Tutto questo nonostante le incognite per la violenza in Terra Santa. Lo stesso vale dal 7 ottobre con l'attacco di Hamas al sud di Israele. Lo scoppio della guerra nella Striscia di Gaza e l'isolamento della Cisgiordania da parte delle forze armate israeliane hanno gettato una coltre di piombo sulla regione, ma nell'ospedale infantile gestito dall'Ordine di Malta, l'attenzione rimane concentrata sulla missione di accogliere e curare i pazienti, a qualsiasi costo. "Subito dopo il 7 ottobre eravamo molto preoccupati per quello che sarebbe potuto accadere, perché nessuno avrebbe potuto immaginarlo", dice Gilles Normand, direttore del nosocomio, "ma se l’inquietudine persiste, Betlemme rimane un'oasi di pace".

La missione di occuparsi di tutti

La città della Natività, che vive dietro il muro di separazione, procede al rallentatore. Il 2 dicembre, alla vigilia della prima domenica di Avvento, il custode di Terra Santa, Francesco Patton, ha potuto fare il suo ingresso in città con una cerimonia caratterizzata dalla sobrietà e da un velo di tistezza. L'Ospedale della Sacra Famiglia ha dovuto adattarsi. Il suo direttore ha dovuto rimandare due volontari in Francia il 19 ottobre e alcuni membri del personale palestinese sono ora ospitati nella struttura sanitaria a causa della difficoltà di raggiungere la Cisgiordania. “Nell'Ospedale c'è uno spirito di famiglia e le persone si sostengono a vicenda", spiega Gilles Normand, "e questo è importante, perché ci permette di continuare la nostra missione di aiutare le persone in difficoltà".

Costruire la pace attraverso la cura

Il direttore sottolinea che questo periodo di Natale è particolare a causa della guerra. A poche centinaia di metri dall'edificio dell'Ordine di Malta, la Basilica della Natività e la piazza della Mangiatoia quest'anno sono più vuote del solito, a causa delle restrizioni, ma alla Sacra Famiglia tutti, musulmani e cristiani, pregano perché la pace arrivi presto. Lo spirito di pace  è tangibile anche nei reparti dell'ospedale. Qualche giorno fa, i medici israeliani dell'ospedale Hadassa di Gerusalemme hanno chiamato Normand per chiedergli di occuparsi di una giovane donna di Gaza che stava per partorire. "Qui, come cristiani, possiamo costruire ponti piuttosto che muri", spiega lui. "I nostri rapporti con le persone in Israele non cambieranno, perché siamo impegnati a prenderci cura degli altri. Questo è un enorme messaggio di speranza". Conclude il direttore, quasi stupito: "Betlemme è un'oasi di pace e l'ospedale ne è un esempio. È abbastanza sorprendente, ma rendiamo grazie a Dio per questa situazione".

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25 dicembre 2023, 09:00