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Incendio a Acireale Incendio a Acireale

Incendi in Sicilia, l'emergenza dell'isola che brucia

Il governatore siciliano Schifani ha dichiarato lo stato di crisi e di emergenza regionale. Monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana: “In un'epoca di tecnologica straordinaria, dinanzi al fuoco ci dobbiamo ancora difendere con le nostre nude mani”

Beatrice D’Ascenzi - Città del Vaticano

Una serie di incendi a ritmo continuo, che stanno mettendo a dura prova la Sicilia e la sua popolazione. Una realtà, per cui il governatore siciliano Renato Schifani ha dichiarato lo stato di crisi e di emergenza regionale e richiesto inoltre al governo il riconoscimento dello stato di emergenza per i roghi e l’eccezionale ondata di calore. Monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana (Cesi), ha raccontato a Radio Vaticana - Vatican News le difficili condizioni in cui versa l’isola: “Le previsioni meteorologiche già una settimana preannunciavano terribili giornate di calore, con forte vento dal sud. Questi fenomeni hanno causato cali di energia elettrica, danni per i commercianti e mancanza d’acqua, che qui arriva spesso nelle case attraverso motori che la pompano dal basso”. Condizioni che, secondo il presidente della Cesi, amareggiano i cittadini: “Molti si domandano come sia è possibile che, in un'epoca tecnologica straordinaria, dove si investono soldi per guerre e missioni spaziali, dinanzi al fuoco che ci divora siamo costretti a difenderci ancora con le nostre nude mani”.

Ascolta l'intervista a Monsignor Antonino Raspanti

Gli effetti sulla popolazione

In questa situazione di estrema difficolta, le Caritas siciliane e il mondo del volontariato si sono affiancate ai soccorritori e ai vigili del fuoco tentando di dare il loro contributo, spegnendo i focolai e occupandosi dei più fragili. “Sono molte le famiglie con bambini piccoli rimaste sfollate - commenta monsignor Raspanti - che hanno assoluto bisogno di beni di prima necessità. Si sono trovati a lasciare le loro case casa senza essere preparati, con una temperatura di 48 gradi e con un vento tremendo”. Ma a soffrire per la difficile situazione sono soprattutto gli anziani, che come spiega ancora il vescovo di Acireale, oltre alle difficoltà causate dalle fiamme “cominciano a morire perché vittime del caldo, che aggrava le loro condizioni di salute. Abbiamo un numero di funerali altissimo, 2-3 al giorno in qualunque parrocchia”.

La cura del creato e il bisogno di vicinanza

L’appello di monsignor Raspanti alle istituzioni e ai cittadini è stato quello di rendere più sicuro l'ambiente in cui vivono, un messaggio in linea con la protezione della casa comune espressa dal Papa nella Laudato si’ perché, spiega: “La nostra responsabilità verso il creato, secondo quello che Dio ci ha affidato nel libro della Genesi, è quella di conservarlo e curarlo. Questo si può fare anche curando le buone relazioni di giustizia e di verità, ecco perché chi governa ha una grande responsabilità, quella di favorire e tutelare il territorio sia dal punto di vista dell'agricoltura e della manodopera sia dal punto di vista della protezione della regione.” “Quello che ci ferisce di più in questo momento - spiega ancora il presidente della Cesi - è che questa non è una situazione legata solo a questo calore straordinaria. Sono cose che accadono ogni anno e si contano dappertutto milioni di ettari di terra bruciati, se non case o monumenti distrutti: ci vogliono interventi precisi ed efficaci”.

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26 luglio 2023, 15:41