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Donne al quadrato punta a incrementare l’alfabetizzazione finanziaria femminile Donne al quadrato punta a incrementare l’alfabetizzazione finanziaria femminile 

Donne al quadrato, quando l’educazione finanziaria riesce a cambiare la vita

Creato dalla Global Thinking Foundation, il progetto punta a incrementare l’alfabetizzazione finanziaria femminile e ad alimentarne l’inclusione sociale. Lo scopo è quello di prevenire la violenza economica aiutando le partecipanti ad assumere consapevolezza rispetto alle proprie scelte di vita privata e professionale. La presidente Claudia Segre: “Aiutiamo la donne a tornare di nuovo in moto e a trovare uno scopo senza rinunciare per sempre a loro stesse

Beatrice D'Ascenzi – Città del Vaticano

Mettere a disposizione le proprie competenze economiche e finanziarie per aiutare altre donne a superare momenti di difficoltà. È questo lo scopo di Donne al quadrato il progetto ideato dalla Global Thinking Foundation, fondazione no-profit nata nel 2016 per diffondere l'educazione finanziaria e digitale con l'obiettivo di contrastare la violenza economica e promuovere progetti di inclusione sociale per le donne e le fasce più deboli della società. Il percorso formativo, come spiega la presidente Claudia Segre, “grazie all’aiuto di volontarie con oltre 15 anni di esperienza nel campo della Finanza, riesce a supportare un affiancamento di mentorship che non si ferma ai corsi, ma prosegue con gli sportelli di ascolto e con le attività di supporto che segue tutte le partecipanti al progetto”.

Ascolta l'intervista a Claudia Segre

L’importanza dell’indipendenza economica 

“Il processo di autodeterminazione degli individui“, racconta a Vatican News la fondatrice del progetto, “vede le donne al centro come agenti di questo cambiamento soprattutto in una società come questa, che impone enormi sfide da quella digitale a quella ambientale”. Un lavoro che punta a creare consapevolezza nelle partecipanti attraverso una riscoperta delle proprie capacità che, come spiega Segre, "passa anche prendendosi la responsabilità di uscire dal ruolo legato alle attività di cura che è stato loro assegnato, verso una piena inclusione sociale e finanziaria. Questo vuol dire lavorare sulla propria indipendenza economica, sul proprio ruolo proattivo nel mondo del lavoro. Attraverso la condivisione familiare delle scelte finanziarie, non delegando sempre a qualcun altro perché si presuppone sia più bravo o adatto, soprattutto – continua Segre - in questo momento storico che vede le famiglie minacciate dalla crisi economica.

Superare l’isolamento 

Il divario tra uomo e donna, si interconnette in molti aspetti dell’esperienza femminile. Da quello inerente all’accesso alle competenze, a quello salariale, fino ad arrivare all’aspetto pensionistico. “Fattori - prosegue la presidente - che si uniscono in una sorta di spirale negativa. Cerchiamo di superare questo isolamento economico e sociale e attraverso la sinergia con le altre associazioni di stakeholder - soggetto o gruppo coinvolto in una qualsiasi iniziativa economica - in collaborazione con il Comitato educazione finanziaria, per trovare quelle buone pratiche in grado di ridurre questa carenza di competenze che inficia sul ruolo delle donne nel nostro paese”.

Ritrovare sé stesse grazie alle nuove competenze

“Ci sono molte donne che per diverse situazioni hanno difficoltà e grosse preoccupazioni difronte ad una situazione di difficoltà economica”, racconta ancora la fondatrice del progetto, “qualche giorno fa ai nostri sportelli si è rivolta una donna, per una richiesta di introduzione al mondo lavorativo. Ci siamo trovati davanti ad una mamma di poco più di 60 anni, istruita, con quattro figli di cui due già indipendenti. Ci ha detto chiaramente che in tutti gli anni della sua vita matrimoniale non aveva mai gestito un suo conto corrente personale, né si era mai occupata delle scelte finanziarie della famiglia. Adesso che si trovava divorziata, con un marito che non paga gli alimenti, pensava al suo futuro con grande incertezza e timore. Si sentiva quasi mortificata del fatto che nonostante gli studi compiuti era di fatto isolata dal mondo, trovandosi ad affrontare una sfida che a più di 60 anni senza nessuna esperienza lavorativa, è certamente molto complicata”.  

Un lavoro, quello dell’associazione, che dona speranza e anima le donne: “Riceviamo dei messaggi molto belli, dove ci ringraziano e ci dicono che è stato importante per loro aver trovato qualcuno con cui parlare, qualcuno che gli desse la spinta per provare a cambiare le cose. Certamente è una grande soddisfazione per il nostro lavoro ma soprattutto per ciascuna di queste donne -conclude Claudia Segre - che riescono a rimettersi di nuovo in moto in maniera vitale e trovando uno scopo senza rinunciare per sempre a sé stesse”.

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10 maggio 2023, 13:40