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Villaggio per la Terra, i giovani e l'economia al servizio degli ultimi

Ispirandosi alla vita e alle azioni del Santo d'Assisi, il movimento Economy of Francesco mette al centro del suo operato l’economia integrale descritta all’interno della Laudato si’. Chiara Subrizi, economista e coordinatrice del gruppo territoriale del Lazio: “Il movimento ci ha consentito di trasformare una chiamata personale in una chiamata sociale”

Beatrice D’Ascenzi – Città del Vaticano

Ridisegnare un futuro più equo partendo dal pensiero economico. È la sfida di The Economy of Francesco, una comunità internazionale di giovani economisti, imprenditori e change-makers nata da una chiamata di Papa Francesco, che nel 2019 invitò giovani provenienti da tutto il mondo ad Assis per ripensare il sistema economico, contrastando quell’economia “che uccide alla radice”. Ispirandosi alla vita e alle azioni di San Francesco, l'invito è stato quello di mettere al centro l’economia integrale descritta all’interno della Laudato si'. Chiara Subrizi, economista e coordinatrice del gruppo Economy of Francesco territoriale del Lazio, ha partecipato al Villaggio per la Terra, evento di cui Radio Vaticana - Vatican News è stata media partner dal 21 al 25 aprile, raccontando il lavoro di questa comunità.

Uno sguardo rivolto a gli ultimi 

"La sostenibilità ambientale da sola non basta, bisogna unirla anche a quella economica applicandola a tutti i livelli della società”, spiega Subrizi. “Io non credo che si possa cambiare la nostra visione del mondo solo attraverso un'idea che qualcuno ci ha trasmesso. Credo - sottolinea - sia necessario un incontro. San Francesco parte nella sua missione proprio dal bacio al lebbroso, dall'incontro con i più scartati dell'epoca. Noi nel nostro modo di ripensare l'economia, facciamo proprio questo: il nostro metodo consiste nel partire dalla comunione e dall'ascolto con gli ultimi e da lì sviluppiamo un pensiero che parte da questo ascolto e che lo unisce alle nostre competenze, creando dei progetti imprenditoriali concreti ma anche delle proposte politiche".  Alla base dunque c'è una convinzione comune, quella che "il cambiamento debba sicuramente venire dal basso, con le iniziative dei cittadini attivi, ma allo stesso tempo debba essere anche guidato da una politica che ritorni ad ascoltare gli ultimi”.

Ascolta l'intervista a Chiara Subrizi

Il bisogno di un cambiamento attivo

La giovane economista descrive il desiderio di cambiamento provato da molti suoi coetanei, che approcciandosi al mondo accademico rischiano talvolta di perdere l’entusiasmo iniziale. "Quando ho deciso di studiare economia l’ho fatto proprio per capire cosa c'era nella realtà circostante”, ricorda ancora Subrizi. "Era il 2011, c’era la crisi economica ma anche la crisi migratoria. Era scoppiata la guerra in Siria e mi sono detta: io cosa posso fare? Per me è stato chiaro che quello che c'era dietro a questi due fenomeni era un problema economico.” Da qui nasce per l’economista la voglia di mettersi in gioco e cercare di fare la propria parte. "Invece di mettere l'economia al servizio della politica abbiamo fatto sì che l'economia e la finanza la governassero. Io desideravo cambiare questo sistema, ma quando vai a studiarla l'economia spesso ti scoraggi. Economy of Francesco mi, ci ha consentito di far diventare una chiamata personale una chiamata sociale, di incontrare persone accomunate dallo stesso desiderio di cambiamento, che - conclude - da sole non riuscivano ad agire”.

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26 aprile 2023, 13:05