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Usa: Donald Trump alla prima udienza ieri a New York Usa: Donald Trump alla prima udienza ieri a New York  (AFP or licensors)

Usa, Trump incriminato con 34 capi d’accusa

L’ex presidente americano, Donald Trump, è stato incriminato ieri dopo l’udienza in Procura a New York. È la prima volta per un ex presidente nella storia degli Stati Uniti. 34 i capi di accusa, prossima udienza il 4 dicembre

Andrea De Angelis e Sofiya Ruda - Città del Vaticano

Donald Trump ha a che fare con 34 capi d’accusa di fronte ai giudici del tribunale di Lower Manhattan, a New York. “Non possiamo normalizzare e non normalizzeremo una condotta criminale” ha detto il procuratore di Manhattan, Alvin Bragg, illustrando alla stampa le accuse contro Trump, che avrebbe fornito “34 false dichiarazioni per coprire altri reati". "Questi sono reati penali nello Stato di New York. A prescindere da chi li abbia commessi”, ha aggiunto Bragg.

Giuste accuse o persecuzione?

Tra i pagamenti sospetti di Trump per evitare scandali nella sua campagna presidenziale del 2016, secondo le accuse, anche 30 mila dollari ad un ex portiere della Trump Tower, il quale sosteneva che l’allora candidato repubblicano alla Casa Bianca aveva generato un figlio al di fuori del matrimonio. Nell’atto di incriminazione nei confronti di Trump, che dopo l'udienza è stato reso pubblico, si afferma che l'ex presidente è stato coinvolto in una cospirazione per minare l'integrità delle elezioni che lo videro vincitore. “Non sono colpevole”, ha detto Trump in Procura, poi, rientrato in Florida, ha attaccato i giudici, definendo una persecuzione politica il processo in cui è imputato. Prossima udienza il 4 dicembre, tutti i reati sono di classe E, con una pena massima di 4 anni di reclusione.

Guardando alle presidenziali 2024

È molto presto per dire se questa vicenda potrebbe portare a un’eventuale uscita di Trump dalla scena politica, perché è ancora in testa in tutti i sondaggi per la nomination del Partito Repubblicano per le presidenziali 2024. È quanto afferma Gianni Riotta, giornalista ed esperto di politica americana, nell’intervista concessa a Radio Vaticana – Vatican News. Bisogna capire, prosegue l’esperto, la futura scelta degli elettori repubblicani. In un certo senso, infatti, il vecchio Partito Repubblicano internazionalista, pro-mercato, disposto a confrontare Cina e Russia si è eclissato, mentre quello di Trump è stato un partito populista e nazionalista.

Ascolta l'intervista a Gianni Riotta

Le prospettive globali

Se Trump vincesse la nomination e poi le elezioni la politica internazionale degli Stati Uniti cambierebbe, com’era successo sotto la sua presidenza. Gianni Riotta ricorda il discutibile tentativo di pace con il presidente nordcoreano Kim-Jong un, la politica americana in Medio Oriente e il difficile rapporto con l’Unione Europea. Sarebbe di nuovo un Paese concentrato sui propri interessi, conclude.

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05 aprile 2023, 12:55