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il premier israeliano Benjamin Netnyahu annuncia la sospensione della riforma giudiziaria il premier israeliano Benjamin Netnyahu annuncia la sospensione della riforma giudiziaria  (AFP or licensors)

Israele, Netanyahu sospende la riforma della giustizia

La decisione in serata dopo che manifestazioni e scioperi avevano bloccato tutto il Paese. Soddisfatte le opposizioni aperte ad un dialogo con il governo.

Michele Raviart - Città del Vaticano

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha deciso di sospendere la contestata riforma giudiziaria, rimandando la discussione alla prossima sessione parlamentare per avere il tempo di “raggiungere un’intesa”. Lo ha affermato lo stesso premier in un discorso alla nazione, dopo una giornata in cui Israele è stata bloccata da scioperi e manifestazioni. Accolta così la richiesta del presidente Isaac Herzog che questa mattina aveva chiesto al governo “di interrompere immediatamente il processo legislativo della riforma”.

Opposizioni pronte al dialogo

Soddisfatte le opposizioni, che si sono dette pronte ad aprire al dialogo con il governo. “Sosterrò ogni iniziativa giusta di dialogo, ma non faremo compromessi sui principi della democrazia”, ha detto il leader centrista Benny Gantz, mentre Yair Lapi, a capo di Yesh Aid si è detto anche lui disposto ad intavolare un dialogo sotto l’egida del presidente Herzog. Le stesse opposizioni avevano portato in piazza davanti alla Knesset circa 80 mila persone, con due manifestanti, che sono riusciti ad entrare in Parlamento e hanno contestato il ministro dell’Educazione, Yoav Kish, prima di essere allontanati dalle autorità. Nel pomeriggio sono scesi in piazza a Gerusalemme anche i sostenitori del governo.

Bloccati i voli e chiuse le ambasciate

Tutto il giorno il Paese è stato bloccato dallo sciopero generale. Fermi tutti i voli dall’aeroporto Ben Gurion e bloccato il porto commerciale di Ashdod, nel sud del Paese. Colpiti anche ospedali e università, che avevano annunciato il blocco a oltranza delle lezioni. Chiusi inoltre i negozi e le ambasciate israeliane, in seguito alle indicazioni del maggiore sindacato pubblico. In sciopero sono stati anche medici, avvocati e autorità locali. A fronte di questa situazione, il presidente israeliano Isaac Herzog si è rivolto questa mattina direttamente al premier Netanyahu, chiedendo al governo “di interrompere immediatamente il processo legislativo” della riforma, che “indebolisce il sistema giudiziario”.

I punti della riforma

La riforma della giustizia prevedeva l’aumento dei membri politici nel comitato che nomina e destituisce i giudici della Corte Suprema. Attualmente sono nove – tre giudici della Corte stessa, due provenienti dall’associazione forense israeliana, due membri del Parlamento e due del governo - mentre, secondo la riforma, sarebbero undici, di cui sei espressione del governo. Tra gli altri punti più controversi per gli oppositori c’era l’innalzamento all’80% dei voti della Corta Suprema, invece della maggioranza semplice, per le decisioni sulla revisione delle leggi, compresa la Legge Fondamentale. La parte più contestata era l’introduzione di una clausola che permetterebbe al Parlamento, a maggioranza semplice, di annullare le sentenze di modifica o di annullamento delle leggi della Corte.

Aggiornamento ore 20.30

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27 marzo 2023, 16:41