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Le delegazioni del G20 riunite a Bali in Indonesia Le delegazioni del G20 riunite a Bali in Indonesia 

Il G20 condanna la guerra e spera nella pace

Nella dichiarazione finale i Capi di Stato e di governo riuniti a Bali ribadiscono il no alla guerra e all'uso di armi atomiche, condannano la Russia ed invitano a garantire le consegne di grano, di prodotti alimentari e fertilizzanti provenienti dall'Ucraina e dalla Federazione Russa al mondo, rilanciando la collaborazione tra gli Stati.

Luca Collodi - Bali (Indonesia) 

Il G20 di Bali è terminato. Il presidente indonesiano Joko Widodo ha passato il testimone al premier indiano, Narendra Modi. L'India, infatti, sarà il Paese che ospiterà l'edizione del prossimo anno. Le ultime ore sono state caratterizzate da preoccupazioni e timori per il missile caduto in territorio polacco al confine con l'Ucraina. L'attuale fase storica non deve essere di guerra. È quanto scrivono i Capi di stato e di Governo nella dichiarazione che conclude oggi il G20 di Bali, in Indonesia. La condanna e il ricorso alla guerra e l'uso di armi atomiche è netta e inammisibile. È fondamentale, si legge ancora nella dichiarazione finale, sostenere il diritto internazionale e il sistema multilaterale a salvaguardia della pace e della stabilità internazionale. Così come importante è la ricerca di una soluzione pacifica dei conflitti.

Crisi Ucraina

il documento finale del G20 condanna la guerra in Ucraina ma non lo fa all'unanimità. La maggior parte dei Paesi del G20 ha infatti condannato con forza la guerra in Ucraina, sottolineando che sta causando immense sofferenze umane, aggravando le fragilità esistenti nell'economia mondiale. Nel documento, tuttavia, si afferma che esistono punti di vista e valutazioni diverse della situazione e delle sanzioni. 

Emergenza alimentare

I Capi di Stato e di Governo hanno inoltre affrontato le conseguenze della guerra a partire dalla situazione alimentare ed in particolare degli apprivigionamenti del grano ucraino e accolgono con favore gli accordi di Istanbul del luglio 2022, per il trasporto sicuro di grano e di prodotti alimentari dai porti ucraini. Il documento finale del G20 ricorda anche il Memorandum d'intesa tra la Russia e le Nazioni Unite sulla promozione dei prodotti alimentari e dei fertilizzanti di Mosca sui mercati mondiali, sulle consegne senza ostacoli di grano, prodotti alimentari e fertilizzanti ingredienti dall'Ucraina e dalla Federazione Russa, per allentare la tensione e prevenire l'insicurezza alimentare globale e la fame nei Paesi in via di sviluppo. 

L'approvviggionamento energetico

La dichiarazione finale del G20 affronta la volatilità dei prezzi e dei mercati dell'energia e la carenza dell'approvvigionamento energetico. Si sottolinea l'urgenza di trasformare e diversificare rapidamente i sistemi energetici, di promuovere la sicurezza e la resilienza energetica e la stabilità dei mercati, accelerando e garantendo transizioni energetiche pulite, sostenibili, giuste, accessibili e inclusive, nonché flussi di investimenti sostenibili. 

 

Missile caduto in Polonia

La Polonia, dopo il missile caduto nel suo territorio, per il momento non ha invocato l'articolo 4 della Nato, che prevede che "le Parti si consulteranno ogniqualvolta, a giudizio di una di esse, l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o la sicurezza di una delle Parti siano minacciate". Il tema ha caratterizzato le ultime ore del G20 indonesiano. Dalla Cina arriva l'invito a "tutti alla calma". La Turchia parla di "errore tecnico". La Germania chiede di aspettare "l'inchiesta condotta dalla Polonia ed a restare oggettivi". La Francia esorta "alla massima prudenza". Da Bali, il presidente americano Biden, dichiara  "improbabile" che il missile sia stato lanciato dal territorio russo. Fonti americane, affermano come probabile che il razzo sia stato lanciato dalle forze ucraine all'indirizzo di un missile russo. 

Scholas Occurrentes

A margine del G20 continua l'impegno di Scholas Occurrentes sul fronte educativo che, per la prima volta, vede la presenza in Asia della Fondazione, con un impegno diretto in Indonesia. Il progetto è affidato all'argentina Natalin Faravelli che, nei giorni del summit,  ha visitato una scuola primaria nell'isola di Lombok, nell'arcipelago indonesiano, a maggioranza musulmana. "Come ha sottolineato più volte il Papa, invitandoci a promuovere la cultura dell'incontro - spiega Faravelli a Radio Vaticana-Vatican News - abbiamo scelto di lavorare con i giovani in Indonesia e dal prossimo mese saremo nell'isola di Lombok per iniziare un progetto educativo internazionale che Scholas attua in tutti e 5 i Continenti. Lo faremo in una realtà musulmana con la porta aperta e il cuore aperto". Lo scopo, è la conclusione di Faravelli,  "è di rafforzare i valori dell'uomo, accompagnandolo nel sentirsi sempre di più membro della propria comunità in armonia con gli altri, oltre a migliorare tutti quegli strumenti, edifici, banchi, lavagne, che possono rendere più attraente per i giovani il percorso educativo e umano".

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16 novembre 2022, 10:07