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Manifestazione di sostegno al governo e all'esercito tenutasi sabato ad Adis Abeba Manifestazione di sostegno al governo e all'esercito tenutasi sabato ad Adis Abeba  

Etiopia, al via in Sud Africa i negoziati di pace per il Tigray

Si aprono oggi i colloqui di pace tra il governo etiope e le forze ribelli della regione. Gli appelli internazionali per porre fine alle violenze nella martoriata regione del nord dell’Etiopia si sono moltiplicati da agosto scorso, quando si è verificata una nuova escalation di combattimenti tra le forze di Adis Abeba e le milizie separatiste. La situazione è seguita anche dal Papa che ieri, dopo l’Angelus, ha lanciato un appello per la pace in Etiopia

Marco Guerra – Città del Vaticano

"Il governo dell'Etiopia vede i colloqui come un'opportunità per risolvere pacificamente il conflitto e consolidare il miglioramento della situazione sul campo", ha affermato in una nota l’esecutivo di Adis Abeba, guidato dal presidente Abiy Ahmed Ali. Intanto le delegazioni delle due parti sono arrivate oggi in Sud Africa per i primi colloqui formali - sotto l’egida dell’Unione Africana - dallo scoppio della guerra nel Tigray due anni fa.

Avanzano le truppe governative

Il negoziato arriva dopo che le forze etiopi e i loro alleati eritrei hanno conquistato diverse posizioni sul terreno la scorsa settimana e mentre sembra che 500 mila persone siano in fuga dalle città del Nord, vagando in condizioni disperate. L’esercito federale etiope ha iniziato lo smistamento dei primi aiuti umanitari nelle zone riconquistate ma la distribuzione è resa complicata dalla diffidenza delle popolazioni locali.

La nuova escalation di violenze

I combattimenti sono ripresi tra le forze del Tigray e le truppe federali in agosto, ponendo fine al cessate il fuoco in vigore da marzo che aveva consentito l'ingresso degli aiuti tanto necessari in una regione allo stremo e dove si rischia la catastrofe umanitaria. Il conflitto ha infatti ucciso migliaia di persone, sfollato milioni di civili e ne ha ridotti centinaia di migliaia sull'orlo della carestia. Kindeya Gebrehiwot, portavoce delle forze del Tigray, ha detto su Twitter che il fulcro dei colloqui è l'immediata cessazione delle ostilità, l'accesso umanitario illimitato e il ritiro delle forze eritree che hanno combattuto a fianco delle truppe federali etiopi durante il conflitto.

La mediazione della diplomazia

Il conflitto affonda le radici nella lotta per il potere tra il governo federale e le autorità tigrine che hanno guidato l’Etiopia per quasi un trentennio, fino all’arrivo del primo ministro Abiy nel 2018. Le Nazioni Unite, l’Unione Africana e gli Stati Uniti hanno chiesto a tutte le parti coinvolte nel conflitto di cessare le ostilità e seguono da vicino le trattative. L’Etiopia è infatti considerata un Paese fondamentale per la stabilità di tutto il Corno d’Africa e l’ipotesi di un’eventuale secessione del Tigray è temuta da tutti gli attori regionali e internazionali. È evidente che il dibattito è molto complesso e l’ipotesi di un’eventuale secessione del Tigray non è ben vista sia in Etiopia, come anche nei circoli diplomatici.

 

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24 ottobre 2022, 15:19