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L'atleta Mauro Nespoli: lo sport insegna a non prevaricare mai l'altro

Di rientro dai Giochi del Mediterraneo a Orano, in Algeria, l'arciere azzurro si racconta: dalla sua fede, fin da piccolo, che lo aiuta a portare avanti lo spirito di squadra nel fare le cose, al suo legame con la terra d'origine, l'Oltrepò Pavese, che sostiene per promuovere le sue eccellenze. Lo sport mette tutti sullo stesso piano - dice - e unisce i popoli

Antonella Palermo - Città del Vaticano

Ha un medagliere molto ricco che vanta, fra l'altro, due argenti alle Olimpiadi (Pechino 2008, Tokyo 2021) e un oro (Londra 2012). Con i suoi compagni di nazionale, ci ha appena regalato l'oro ai Campionati europei di giugno 2022 ed un argento nella prova a squadra mista ai Giochi del Mediterrano di Orano, in Algeria, dove è stato premiato anche col bronzo individuale. L'arciere azzurro Mauro Nespoli è tra gli ambasciatori più autorevoli dei valori dello sport e conversa con noi toccando anche gli aspetti legati alla sua fede.

Ascolta l'intervista con Mauro Nespoli

Le gratificazioni ai Giochi del Mediterraneo

Di rientro dai Giochi del Mediterraneo - che si sono svolti dal 25 giugno al 5 luglio in Algeria, a Orano, con la partecipazione di 3390 atleti da 26 Paesi - l'italiano Mauro Nespoli, 35 anni, di Voghera, racconta la sua esperienza a quella che per per lui è stata la seconda edizione, dopo quella in Turchia. "Mi ha fatto piacere, dal punto di vista umano, vedere quanto gli algerini si siano dati da fare per organizzare un evento internazionale di questo livello nonostante la poca dimestichezza con questo tipo di manifestazione.

Lo sport - sottolinea l'arciere - ha la prerogativa di mettere tutti sullo stesso piano, indipendentemente dall'estrazione sociale e dal background politico della nazione di appartenenza, per cui si può competere ad armi pari, laddove la tecnologia non la fa da padrona". E in effetti nel tiro con l'arco la dimensione per così dire 'artigianale' è una caratteristica che rimanda a un lontano passato che a Nespoli attira molto. "Il tiro con l'arco è considerato il più antico degli sport moderni", spiega. "Siamo legati all'arco fin dall'alba dei tempi ed è una pratica tramandata di generazione in generazione. E' qualcosa di profondo che abbiamo dentro di noi e ciò mi rende orgoglioso. E' stato molto gratificante poter vedere diversi Paesi africani avvicinarsi a questa disciplina, cosa che non ci capita di sovente in altre circostanze, come per esempio, nella Coppa del Mondo". 

Lo sport insegna a non prevaricare mai l'altro

Papa Francesco, nel suo messaggio inviato proprio in occasione dei Giochi del Mediterraneo, ha ricordato che lo sport forma ed educa a valori che mettono al riparo dal precipitare nell'orrore della guerra. Sono parole che hanno interpellato l'atleta Nespoli, il quale insiste sul fatto che, "nonostante la competizione, lo sport insegna innanzitutto il rispetto per le regole e per l'avversario, cosa che in altri ambiti volentieri ci dimentichiamo. Con la voglia di vincere - precisa - lo sport insegna a non prevaricare sull'altro in nessun modo". E spiega che, per esempio, gli capita spesso di confrontarsi sulle metodologie dell'allenamento in diversi luoghi nel mondo in un clima sempre di estrema condivisione, nonostante sul campo si resti avversari. 

Il bisogno di affidarsi, "da soli non si va da nessuna parte"

Spesso sentiamo che nella vita non centriamo il bersaglio, che ciò che facciamo non aderisce alla nostra più autentica vocazione. E qui il tiro con l'arco si presta facilmente a diventare una grande metafora. Accade per esempio anche nell’esperienza di fede, fede che ha segnato la crescita di Nespoli fin da ragazzo e che tutt'ora gli fa dire: "La scienza non risponde a tutto, anche nel tiro con l'arco. C'è un affidarsi alle proprie capacità e alle competenze del tuo staff, non sei da solo perché c'è sempre qualcuno al tuo fianco".

Mauro Nespoli
Mauro Nespoli

Fin da piccolo, undicenne, quando ha cominciato ad avvicinarsi a un corso in questa disciplina, il suo allenatore è stato Luciano Malovino, primo atleta paralimpico a gareggiare con gli atleti normodotati. Con lui perdura un rapporto speciale: "E' sempre stato un grande esempio di come ci si possa rialzare dopo ogni caduta trovando sempre la forza di andare avanti". E questa passione per gli altri, questa grande apertura alle necessità di chi si trova anche in frangenti problematici, ha contraddistinto la sua vita e la sua carriera, se si considera, per esempio, la sollecitudine con cui partecipò all'iniziativa di amici stretti di Yaron Tal, arciere israeliano che si ammalò gravemente morendo giovanissimo 15 anni fa. Mauro mise all'asta il suo arco (compreso il riser personalizzato "penguin", il più leggero al mondo) per contribuire finanziariamente alle costosissime cure a cui si doveva sottoporre il collega. "Credo che da soli non si vada da nessuna parte e che insieme si può fare molto di più", ci dice. 

Il legame al suo Oltrepò Pavese, a sostegno dei Francescani di Terra Santa

Fra le passioni di Mauro Nespoli c'è la sua terra di origine, l'Oltrepò Pavese, dove è cresciuto e dove ha cominciato la sua carriera agonistica. "Una terra molto bella da scoprire anche se difficile, perché tende a chiudersi, ad isolarsi. Invece bisogna far squadra anche in questo ambito. Io cerco di dare il mio contributo per muoversi compatti verso l'esterno". Insomma, anche qui, l'ideale del fare le cose insieme lo guida nel trainare e promuovere le eccellenze, paesaggistiche ed enogastronomiche di questo territorio. Lo farà stasera, 9 luglio, a Ca del Gè (Montalto Pavese - PV) rispondendo con grande spirito di amicizia all'impegno dell'associazione Oltrepostyle e tornerà a farlo anche il prossimo 3 settembre, all'Enoteca regionale di Broni, unendo il proprio sostegno per i Francescani di Terra Santa, alla presenza di padre Francesco Ielpo, Commissario della Custodia Francescana. 

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09 luglio 2022, 09:00