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Il palazzo del Quirinale a Roma Il palazzo del Quirinale a Roma 

Italia: per il Quirinale spunta l'ipotesi Mattarella bis

Ancora un nulla di fatto nelle votazioni per il presidente della Repubblica italiana. Nel settimo scrutinio nessun nome ha ottenuto il quorum di 505, ma la novità è la convergenza della maggioranza di governo su Sergio Mattarella per un secondo mandato. E’ il momento del dialogo vero tra i partiti e all’interno degli schieramenti, come sottolinea il docente di Filosofia del diritto, Mario Sirimarco, ricordando che non è il numero dei giorni trascorsi a preoccupare, ma la sensazione di impasse

Giancarlo La Vella e Fausta Speranza – Città del Vaticano

Nella prima votazione della giornata Mattarella ha ottenuto 387 preferenze, ancora lontano dai 505 voti necessari all'elezione ed ora l’attenzione si sposta sullo scrutinio pomeridiano. Anche ieri Mattarella aveva ottenuto oltre 300 preferenze. Tra i primi commenti alla svolta, da cui nel pomeriggio potrebbe scaturire l’elezione, quello del presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi: Mattarella - ha detto - è garanzia di stabilità per il Paese. Tra i due stamani un colloquio di circa mezz’ora. Dell’impasse che si è avvertita in questi giorni abbiamo parlato con Mario Sirimarco, docente di Filosofia del diritto all’Università di Teramo, intervistato da Radio Vaticana - Vatican News:

Ascolta l'intervista con Mario Sirimarco

Il professor Sirimarco esprime la delusione di non aver visto subito un’assunzione di responsabilità forte per il dialogo. Parla di partiti che non riescono a trovare al loro interno o all’interno della coalizione dei punti fermi condivisi, di uno scenario che esprime più lotte e antagonismi di potere che un confronto all’altezza di una cultura politica.

Il problema non è il numero di votazioni 

Ricorda che anche in passato ci sono stati diversi turni di voto prima della scelta del Capo dello Stato, ma spiega che in questo caso non si è trattato di tempo trascorso a mediare o a elaborare strategie senza capire che non si può rimanere fermi in una situazione di impasse. Inoltre, è un tempo – lamenta – in cui più che a dibattiti si assite a lotte tra partiti e correnti.

Una fase di crisi della rappresentanza

Secondo Sirimarco emerge quello che molti studiosi tematizzano come crisi dei partiti e della rappresentanza. Mancano culture politiche. Dunque, sottolinea l’importanza di un appello alla responsabilità, a riscoprire il senso del bene comune che deve sempre accompagnare, pur in un sano gioco democratico, le battaglie politiche. Mancano punti di riferimento essenziali, ricordando che nascono partiti e schieramenti intorno a personalità piuttosto che intorno a vere progettualità. Finora non si è vista un'effettiva volontà di dialogo, afferma Sirimarco, ricordando che i datiparlano chiaro: nessuno degli schieramenti è autonomo nei numeri. C’è anche un’altra considerazione: al di là di tutto; Sirimarco mette in luce che in ogni caso non può essere facile trovare una figura che regga il confronto con il profilo di Mattarella, che è stato “un grande presidente” secondo il parere di tutti e che ha acquisito grande popolarità. E, secondo il filosofo del diritto, c’è anche la figura di Mario Draghi da non trascurare. L'attuale presidente del Consiglio dei ministri, ha un peso e una credibilità a tanti livelli ed è difficile trovare una personalità da accostargli al Quirinale.

Ultimo aggiornamento: ore 14.00

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29 gennaio 2022, 08:30