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Proteste per le strade di Tripoli in Libano Proteste per le strade di Tripoli in Libano  

Covid e fame, ancora proteste in Libano. Appello dei leader religiosi

Sarebbero due le vittime della nuova giornata di manifestazioni in diverse città del Paese che vive una grave situazione economico-sociale. La testimonianza di Alexi Nehme della Croce Rossa Libano. Intanto in un appello congiunto capi islamici e cristiani si rivolgono alla politica

Fausta Speranza e Gabriella Ceraso – Città del Vaticano

Sono determinati a proseguire nella loro prova di forza contro militari e polizia, in diverse città del Libano, i manifestanti che da lunedì sono in piazza contro le rigide misure di contenimento della pandemia che paralizzano una già debole e problematica situazione socio occupazionale, con la povertà che cresce e l'assenza di ogni forma di sostegno pubblico per una irrisolta crisi politica."Non abbiamo più soldi, scuole e lavoro" gridano i manifestanti tra cui anche bambini e giovanissimi. "Noi siamo già morti, non abbiamo niente da perdere". Le ultime notizie riferiscono di una seconda vittima dovuta alle ferite riportate negli scontri. Sono stati bruciati pneumatici e lanciate pietre, e le forze dell'ordine hanno risposto con gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Poi l'assalto alla sede del comune di Tripoli dato alle fiamme. Il sindaco, Riad Yamaq, ha affermato che nessuno degli impiegati e funzionari del comune era all'interno dell'edificio durante l'incendio e che non ci sono feriti. "E' un atto vile, che va contro i principi della mobilitazione anti-governativa", ha detto parlando ai giornalisti nel cuore della notte dopo aver appreso la notizia.

Per la Croce Rossa libanese, almeno 220 persone sono rimaste ferite, sei delle quali in modo grave. Ma "dall'inizio della settimana si sono moltiplicate le proteste anche in altre città tra cui Sidone nel sud": lo conferma ai nostri microfoni il funzionario della Croce Rossa Libano Alexi Nehme.


Il lockdown deciso la scorsa settimana e imposto per 14 giorni sta cercando di arginare la pandemia che - spiega Nehme – ogni giorno fa registrare oltre 500 nuovi casi. Nehme conferma che purtroppo a parte altri rischi “si protesta senza mascherina”. Da febbraio 2020, secondo i dati ufficiali, il Libano ha registrato 285.754 casi di Covid-19, di cui 2.477 morti. Nehme spiega che l'allerta è alta in particolare nella città a nord di Beirut di Tripoli, che è stata epicentro delle proteste antigovernative che hanno segnato la fine del 2019 e i primi mesi del 2020 e che si sono riacutizzate dopo le tragiche esplosioni al porto di Beirut il 4 agosto scorso. Il Paese è in bancarotta da marzo 2019 e quell'esplosione ha devastato tre degli ospedali della capitale, oltre a provocare 200 morti e il ferimento di 6000 persone che avrebbero bisogno di cure appropriate e urgenti. Intanto il crollo del potere di acquisto della moneta locale, che ha perso fino all'80 per cento del suo valore, ha travolto la classe media moltiplicando il numero di poveri. Si intuisce quali possano essere le difficoltà dal punto di vista dell'assistenza sanitaria ovunque gravata in tempo di pandemia. 

Appello dei capi religiosi per il popolo e la salvezza del Paese

E in questo scenario, ieri, il monito alla politica perché si impegni a trovare una via di uscita dalla crisi, è arrivato dai principali rappresentanti delle comunità cristiane e musulmane libanesi. La richiesta è a mettere da parte i veti incrociati e a dare al Paese un governo di “salvezza nazionale” per evitare il collasso e risparmiare la popolazione da ulteriori sofferenze. L’appello è sottoscritto, tra gli altri, dal Patriarca maronita Bechara Boutros Rai, dal Mufti della Repubblica libanese Abd al-Latif Derian, dallo Sheikh Abd al-Amir Qabalan, capo del Consiglio supremo sciita, dallo Sheikh druso Akl Naim Hassan e dal metropolita greco-ortodosso di Beirut, l’arcivescovo Elias Audi. I capi religiosi chiedono che i leader e gli schieramenti politici rinnovino il loro impegno di fedeltà nei confronti dell’identità nazionale libanese, delineata nella Costituzione e connotata dallo spirito di coesistenza e dall’impegno comune a tutelare la dignità umana e la libertà, rifuggendo dai conflitti e dalle alleanze con forze esterne per far prevalere interessi di parte. La crisi in cui si dibatte il Libano – rimarcano – rischia di essere fatale per il Paese proprio perché non è una semplice emergenza di natura politica, ma affonda le sue radici in una grave crisi morale”.

Ultimo aggiornamento 29.01.21 ore 08.00

 

 

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28 gennaio 2021, 12:49