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In Iraq attacco di missili iraniani a basi Usa, per l'uccisione di Soleimani

Prima rappresaglia iraniana, nella notte, contro due basi americane, dopo l’uccisione del generale Soleimani. Più di 20 missili avrebbero colpito le basi di al-Asad ed Erbil, provocando 80 morti, secondo la tv iraniana, ma gli Usa non confermano e gli alleati, compreso l'esercito iracheno, non lamentano vittime

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Alle 2 del mattino di Baghdad, mezzanotte in Italia, l'Iran ha lanciato l'operazione “Soleimani martire”, sferrando un attacco missilistico in Iraq contro due basi che ospitano le truppe americane e quelle della coalizione anti Isis, tra cui militari italiani. Una pioggia di cruise e di missili balistici a corto raggio, partita dal territorio iraniano, fonti irachene parlano di 22, si è abbattuta sulla base di al-Asad, a ovest di Baghdad, e quella di Erbil, nel kurdistan iracheno, che ospita circa 400 militari italiani. Nessuno di loro sarebbe ferito, grazie alla protezione dei bunker antimissili, e nessuno dei Paesi della coalizione, compreso l’esercito iracheno, per ora, lamenta perdite.

Per gli iraniani 80 vittime e molti droni ed elicotteri distrutti

La Tv iraniana parla invece di circa 80 vittime del raid, e 200 feriti. "Grandi perdite – secondo lo speaker - sono state inflitte a numerosi droni, elicotteri e equipaggiamento militare nella base" di al-Asad, dalla quale sarebbe partito il drone che venerdì 3 gennaio ha ucciso il generale Qassem Soleimani, leader delle guardie rivoluzionarie di Teheran, e il suo vice, nei pressi dell’aeroporto di Baghdad.

Trump: stiamo valutando, finora va bene

L'Iran, ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, dopo l'attacco “non vuole una escalation ma ci difenderemo contro ogni aggressione”. Teheran “ha intrapreso e concluso proporzionate misure di auto difesa". Gli Stati Uniti non lamentano per ora vittime e il Presidente Trump ha twittato: “Stiamo valutando i danni e le vittime, fino a questo momento va bene”. Ieri in serata, aveva dichiarato che un ritiro delle forze americane sarebbe ora “la cosa peggiore” per l'Iraq e lascerebbe all'Iran una influenza molto più grande. Dopo l’attacco, alla borsa di New York il prezzo del petrolio è salito del 3,4%, a 64,90 dollari al barile.

Italia e Francia non si ritirano, la Germania toglie 30 militari

Nel corso della notte, prima dell’arrivo dei missili, 50 carabinieri italiani avevano lasciato la base di al-Asad, spostandosi in una zona più sicura, ma l’Italia, come la Francia, non ha intenzione di ritirare le sue truppe dall’Iraq. La Germania, invece, trasferirà 30 uomini in Giordania e Kuwait, dove la Croazia sposterà i suoi 15 militari oggi a Baghdad e il Canada una parte delle sue forze. La Nato, infine, ritirerà “temporaneamente” parte del suo personale dal Paese.

L'Iran: Rohani ha combattuto l'Isis. Dall'Iraq invito alla moderazione

Il presidente Hassan Rohani afferma che "il generale Soleimani ha combattuto eroicamente contro l'Isis, al-Nusra ed al-Qaeda. Se non fosse stata per la sua guerra al terrorismo, ora le capitali europee sarebbero in grande pericolo". Dall'Iraq arriva un appello alla moderazione. Una nota diffusa dall'ufficio del premier Adel Abdul Mahdi, chiede "rispetto per le norme internazionali, per lo Stato iracheno e per le decisioni del suo governo e aiuto per contenere e superare questa grave crisi". "Abbiamo chiesto a tutti di far prevalere l'autocontrollo e la ragione", sottolinea la nota.

Per Gianfranco Pastori, docente di storia delle relazioni internazionali all'università Cattolica, intervistato da Alessandro Guarasci, "queste tensioni si potrebbero risolvere in modo spontaneo. Né gli Usa né l'Iran hanno la capacità di affrontarsi in modo aperto. L'Europa in questa crisi è ripiegata su se stessa".

Ascolta l'intervista a Gianfranco Pastori

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08 gennaio 2020, 08:27