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Università Europea: competenze digitali e mondo del lavoro

“Le tecnologie che cambieranno la società e le professioni: intelligenza artificiale, internet delle cose, blockchain e 5G”. E’ il tema che ha guidato un interessante convegno svoltosi, nei giorni scorsi, presso l’Università Europea di Roma, per iniziativa del Corso di laurea magistrale in Giurisprudenza e del suo laboratorio InnoLawLab

Barbara Castelli – Città del Vaticano

Il mondo del lavoro è in continua trasformazione, strettamente connesso all’evoluzione tecnologica: queste innovazioni bruciano posti di lavoro? Cambiano il “concetto di lavoro”? O piuttosto siamo davanti a un’evoluzione delle competenze in grado di elaborare nuove proposte occupazionali e imprenditoriali? E come il mondo accademico può accelerare il proprio processo di innovazione per favorire nuove competenze e professionalità? A queste e altre domande si è cercato di rispondere nel corso del convegno “Le tecnologie che cambieranno la società e le professioni: intelligenza artificiale, internet delle cose, blockchain, e 5G”, presso l’Università Europea di Roma, su proposta del Laboratorio di Diritto dell’Innovazione (InnoLawLab) del Corso di laurea magistrale in Giurisprudenza. Un focus è stato dedicato agli aspetti giuridici e alle nuove professionalità nel settore giuridico. “Il nostro Ateneo – spiega Alberto Gambino, pro-rettore dell’Università Europea di Roma – è molto attento ai cambiamenti dell’economia, delle tecnologie e, di conseguenza, del mercato del lavoro ed è, da sempre, impegnato a definire proposte avanguardiste che abbiano una forte attrattività per i giovani, ma anche un’immediata spendibilità nel mondo del lavoro”. (Ascolta l'intervista ad Alberto Gambino sul convegno dell'Università Europea).

Intelligenza artificiale e disoccupazione

Gli effetti dell’automazione, inizialmente avvertiti nella manifattura, stanno iniziando a farsi sentire anche in altri settori quali il retail, la ristorazione, l’e-commerce, il marketing e persino nello sviluppo di software. Un report di CB Insights rimarca che nei prossimi anni l’intelligenza artificiale metterà a rischio oltre 10 milioni di posti di lavoro, più di quanti ne sono stati cancellati negli Stati Uniti dalla crisi economica del 2007-2010. “L’automazione sostituisce la forza lavoro umana – sottolinea Alberto Gambino – e questo è un problema enorme, anche in termini di realizzazione della dignità della persona. (…) E’ qui, dunque, che deve intervenire la politica, la governance” per dare chiare indicazioni di comportamento alle multinazionali.

Libertà individuale e nuove tecnologie

Nel corso del convegno si è parlato anche di privacy e diritto dei dati personali. “Sia nel settore pubblico sia nel settore privato – ha detto Luca Bolognini, presidente Istituto Italiano Privacy – dal 2019 in avanti ci sarà la tentazione di un uso ‘estremo’ delle nuove tecnologie. Si tratterà di proteggerci da sensori e oggetti e da minacce non umane, poco tracciabili e ‘responsabilizzabili’”. “Le nuove tecnologie – aggiunge il pro-rettore dell’Università Europea di Roma – semplificano la nostra vita, ma non possono sostituirsi alle decisioni dell’essere umano. Serve un patto globale in cui ci si metta d’accordo anche con i player della Rete, le grandi multinazionali, per arrivare a un limite oltre il quale non potranno essere le intelligenze artificiali a decidere per l’umanità”.

Tecnologie emergenti e nuovi profili occupazionali

“Oltre alla professione dell’avvocato, l’avvocato tecnologico, ibrido, che deve conoscere i software perfettamente – prosegue Alberto Gambino – anche la figura del magistrato e del notaio viene rivisitata dalle tecnologie”. Il pro-rettore dell’Università Europea di Roma spiega, ad esempio, che con la blockchain “non c’è più la conservatoria, l’atto, la trascrizione immobiliare, ma c’è una concatenazione di algoritmi che porta a dare certezza a una transazione, a una compravendita”. “Pensi quanto è importante – aggiunge – conoscere quell’algoritmo e il suo funzionamento per dare poi anche la certezza giuridica tipica del notaio”. Lo scorso settembre, l’Italia ha aderito alla European Blockchain Partnership Initiative, promossa dalla Commissione Ue, con l’intento di creare una piattaforma europea basata sulla tecnologia blockchain per lo sviluppo di servizi pubblici digitali, mentre il ministero per lo Sviluppo economico ha istituito due gruppi di lavoro di esperti su intelligenza artificiale (AI) e blockchain, con l’obiettivo di elaborare una strategia nazionale.

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Le foto del convegno all'Università Europea
09 febbraio 2019, 14:22