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Una persona senza fissa dimora Una persona senza fissa dimora

Sant’Egidio, al via la raccolta straordinaria di indumenti e coperte per i poveri

In tutte le città dove è presente la Comunità è possibile in questi giorni donare sacchi a pelo, abbigliamento e accessori di lana per i senzatetto: questo l’appello a cittadini e istituzioni per affrontare il freddo incombente. Augusto D'Angelo, volontario: "Un piccolo gesto che può salvare la vita"

Roberta Barbi – Città del Vaticano

Coperte, sacchi a pelo, ma anche abbigliamento pesante, indumenti di lana come maglioni, sciarpe, guanti cappelli e tutto ciò che può essere utile ad affrontare la notte all’aperto: questi gli oggetti che si possono portare nei punti di raccolta straordinari che la Comunità Sant’Egidio ha allestito nelle città in cui è presente (orari e indirizzi consultabili sul sito www.santegidio.org) per fronteggiare l’emergenza freddo. Un appello lanciato alle istituzioni e ai cittadini: “Un piccolo gesto di interessamento all’altro che in una stagione come l’inverno può salvare una vita”, lo definisce Augusto D’Angelo, uno dei volontari impegnati nella raccolta straordinaria a Roma.

Ascolta l'intervista con Augusto D'Angelo:

La distribuzione di pasti e bevande calde

I beni raccolti, saranno poi distribuiti nei centri appositi, ma anche durante le cene itineranti che i volontari della Comunità portano regolarmente per strada e che con l’arrivo del freddo saranno intensificate; cibi e bevande calde che si rendono ancora più fondamentali e che seguono i pranzi svoltisi durante le Feste appena trascorse, che hanno coinvolto circa 80mila persone grazie anche all’aumento del numero dei volontari: “Ci sono persone sempre meno soddisfatte di come vanno le cose – testimonia ancora D’Angelo – allora fare qualcosa in prima persona, rimboccarsi le maniche diventa un contributo importante per cambiare le vite degli altri”.

L’accoglienza notturna a Roma

Prosegue contemporaneamente nella Capitale l’accoglienza dei senza fissa dimora a Palazzo Migliori, vicino San Pietro, gestita insieme all’Elemosineria Apostolica e resa possibile “grazie alla generosità di Papa Francesco”, ma anche alla Villetta della Misericordia dentro l’ospedale Gemelli e nelle chiese di San Calisto e del Buon Pastore nel quartiere di Trastevere.  “Ma l’accoglienza è soprattutto nel cuore, nell’abbandonare l’indifferenza e nel non cedere alla tentazione di girarsi dall’altra parte quando vediamo qualcuno che ha bisogno”, precisa il volontario, rinnovando ancora l’appello di Sant’Egidio: “Tutti possono aiutarci – conclude – la solitudine è una malattia trasversale che non colpisce solo chi vive per strada e trovarsi da solo ad affrontare le difficoltà è un aggravio di questa condizione”.

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11 gennaio 2024, 09:34