Cerca

L'apertura della Assemblea generale CEI L'apertura della Assemblea generale CEI

Bassetti all'Assemblea CEI: una Chiesa in ascolto dello Spirito sa disturbare i governanti

Nel grazie di fine mandato, il presidente uscente dei vescovi italiani elogia chi sta aiutando i rifugiati di guerra definita "brutale e ingiustificabile". Evidenzia, tra le priorità dei Pastori, l'educazione dei giovani confermando l'impegno nella prevenzione degli abusi. Riconosce un cambio di mentalità che si va diffondendo grazie al percorso sinodale in atto e che sta portando a scelte concrete per una partecipazione più attiva di laici e donne

Antonella Palermo - Città del Vaticano

Le notizie di "una guerra tanto inattesa quanto brutale e ingiustificabile" fanno da sfondo all'ampio discorso di congedo del cardinale Gualtiero Bassetti alla 76ma Assemblea Generale, aperta ieri dal Papa, in cui i vescovi italiani sono chiamati a eleggere la terna dalla quale Francesco sceglierà il nuovo Presidente. 

Si apra una nuova stagione di pace

Dopo il ringraziamento al Papa, per la fiducia accordatagli in questi anni, e il ricordo dei vescovi defunti, il pensiero di Bassetti va subito al prezioso lavoro di Caritas Italiana, impegnata per alleviare le sofferenze della popolazione ucraina e dei rifugiati. Poi l'appello rinnovato affinché "le armi vengano deposte e si apra una nuova stagione di riconciliazione, di giustizia e di pace". Cita a questo proposito gli incontri del Mediterraneo Frontiera di pace (Bari, 2020 e Firenze, 2022) la cui Carta, firmata nel capoluogo toscano, ha espresso il forte desiderio di comunione emerso da tutti i Paesi che si affacciano sul Mare nostrum. 

Non perdere il contatto costante con Gesù

Guardando alla celebrazione imminente dell'Ascensione di Gesù, e rievocando il brano biblico dei discepoli che guardano il cielo mentre il Maestro si allontana da loro, il porporato condivide la considerazione che dovrebbe essere proprio lo sguardo fisso su Gesù a orientare il cammino dei vescovi in uno spirito di comunione, di autentica collegialità e di missione che riconosce, senza uniformare, le differenze. "Non vergognamoci del Vangelo", ripete con San Paolo. Arriva a domandare ai Pastori se sono felici? Se riescono ad essere veramente padri, figure significative come testimoni e guide. Di testimoni si ha il bisogno, vuole sottolineare Bassetti, che si unisce a chi in questi giorni rende omaggio ai martiri della giustizia. Dal coraggio cosciente ed eroico di personaggi come Chinnici, Mattarella, Livatino, Puglisi, Falcone, Borsellino è nata una condanna delle mafie che oggi è stata ribadita a chiare lettere.

L'educazione dei giovani sia priorità dei Pastori

Le nuove generazioni hanno da sempre rappresentato la maggiore fonte di preoccupazione e di solerzia per il cardinale Bassetti. Ancora oggi, a chiusura del periodo di guida della CEI, torna a parlare dell'educazione cristiana che, se matura, apre le porte alla vera libertà. E qui cita don Tonino Bello e a quello che era il suo invito a non bruciare la vita ma a metterla a servizio degli altri. Ricorda con commozione l'invasione di entusiasmo e di affetto che proprio migliaia di adolescenti hanno diffuso all'indomani della Pasqua in Piazza San Pietro. Non disgiunge, Bassetti, questa sollecitudine nei loro confronti, dalla conferma dell'impegno dei vescovi per la tutela dei minori e la prevenzione degli abusi. "Vogliamo ambienti sicuri e a misura dei più piccoli e vulnerabili", scandisce. "Per questo, come già ribadito in altre occasioni, intendiamo promuovere una migliore conoscenza del fenomeno degli abusi per valutare e rendere più efficaci le misure di protezione e prevenzione". 

Stiamo cambiando mentalità

La vicina Pentecoste è spunto per Bassetti per soffermarsi sull'opera dello Spirito Santo nella Chiesa e sulla necessità di ascoltarlo lasciandosi guidare da esso. E' ciò che - afferma - la Chiesa italiana sta cercando di fare nel percorso sinodale, una "buona operazione" che "non avviene senza fatica". Il cardinale dice: "Stiamo rovesciando la piramide: noi Pastori non siamo più all’inizio di ogni processo ecclesiale, ma siamo piuttosto il terminale di un percorso che coinvolge tante persone di buona volontà. Stiamo cambiando la mentalità comune che delegava tutto al Vescovo. Stiamo comunicando la necessità che ogni cristiano, secondo la sua specifica vocazione, partecipi attivamente e responsabilmente alla vita ecclesiale. Stiamo declinando il principio conciliare della chiamata universale alla santità (Lumen Gentium, nn. 39-42)". Inoltre, Bassetti esplicita che si sta concretizzando quella "partecipazione sempre più chiara e attiva dei fedeli laici alla missione della Chiesa, auspicata ancora dal Concilio e sostenuta con forza da Papa Francesco". 

La Chiesa può diventare coscienza critica della società

E' uno dei passaggi cardine quello che Bassetti mette in chiaro nella parte del discorso in cui parla del ruolo del cristiano nella politica. "Se la Chiesa si fa davvero inondare dallo Spirito può diventare anche la coscienza critica della società e subirne quindi l’ostilità". Accenna alle numerose e delicate questioni su cui la politica è chiamata a decidere: il coinvolgimento del nostro Paese nella guerra in corso in Ucraina, l’applicazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il sostegno economico alle famiglie e alle imprese, la questione del Mezzogiorno, l’ambiente, l’immigrazione, il fine vita. E su quest'ultimo delicato tema cita Papa Francesco e le sue recenti parole pronunciate all'ultimo Regina Coeli in cui il Pontefice ha ribadito che la vita "è sempre sacra e inviolabile, e non possiamo far tacere la voce della coscienza". 

Promuovere la dignità della persona nel dibattito politico

Poi rilancia la sfida che il credente oggi più che mai deve accettare: "il rischio della carità politica, sottoposta per sua natura alle lacerazioni delle scelte difficili, alla fatica delle decisioni non da tutti comprese, al disturbo delle contraddizioni e delle conflittualità sostenibili, al margine sempre più largo dell’errore costantemente in agguato". Il politico cristiano - osserva - non si rifugia nei suoi affari privati. "È un mestiere difficile, non c’è dubbio: non solo perché non deve assolutamente clericalizzare la politica, ma perché deve anche evitare qualunque forma di integralismo, che ridurrebbe il messaggio evangelico ad una ideologia sociale". Da qui, afferma che l'esercizio della politica deve restare “laico”. Poi ancora incalza: "Una Chiesa in ascolto dello Spirito è anche una Chiesa che, quando necessario, sa disturbare i governanti, chiedendo di tenere alto il livello della discussione, di uscire dalle logiche esclusivamente economiche e di mettere al primo posto la dignità della persona, di ogni persona". 

Valorizzare la dimensione femminile della Chiesa

La parte finale dell'introduzione del presidente uscente dei vescovi è dedicata alle donne nella Chiesa, a quella dimensione femminile che - dichiara - è tempo di valorizzare attraverso scelte concrete. E così indica la linea su cui auspica che i presuli continuino a lavorare. Si tratta di compiere scelte che "legittimino il ruolo che tante donne già svolgono in vari ambiti dalla catechesi alla carità".  Su questo aspetto si attende che gli ultimi due Motu proprio del Papa, Spiritus Domini e Antiquum Ministerium siano da ciascun Pastore declinati nella prassi ecclesiale quotidiana. 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

24 maggio 2022, 11:15