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Il Cardinale Philippe Ouédraogo, arcivescovo di Ouagadougou, Burkina Fasoi in visita alla Radio Vaticana Il Cardinale Philippe Ouédraogo, arcivescovo di Ouagadougou, Burkina Fasoi in visita alla Radio Vaticana  

Burkina Faso, dimesso il cardinale Ouedrago, celebrerà riti in privato

Fuori dal pericolo coronavirus, il porporato resta unito in preghiera al Paese e per il Giovedì Santo presiede i riti dalla sede della sua convalescenza, ma ripreso dalla televisione locale cattolica per abbracciare i fedeli che lo stanno sostenendo. Alti i timori di pandemia in Africa

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano

Ne avevamo dato notizia alla fine del mese scorso per il ricovero nella clinica Les Genêts a Ouagadougou  oggi possiamo dire che il peggio è passato. Positivo al coronavirus il cardinale Philippe Ouedraogo, arcivescovo della città in Burkina Faso, oggi aspetta il secondo risultato degli esami e poi potrà dirsi definitivamente fuori pericolo, ma è già sttao dimesso e ora per quindici giorni sarà in osservazione .Il porporato, 75 anni, ha chiesto ai fedeli di rimanere uniti nella preghiera per lui, per tutti gli altri malati e anche per tutti coloro che li assistono e così anche ora vuole continuare ad essere unito al suo popolo e nel Giovedì Santo celebrerà i riti in privato, ma grazie alle immagini del tv cattolica locale, potrà essere vicino a tutti. Positivi anche due sacerdoti e due vescovi che oggi stanno affrontando la malattia.

Ne ha parlato con noi monsignor Laurent Dabiré, vescovo di Dori, una diocesi del nord:

Ascolta l'intervista a monsignor Dabiré

R. - Sì, è stato dimesso e non ci sono timori  Ora si aspettano quattordici giorni e dato che hanno fatto un secondo prelievo, se risulterà di nuovo negativo, allora significherà che è completamente guarito. Oggi - come ha comuicato la diocesi  - Giovedì Santo, il cardinale celebrerà la Cena del Signore in privato ma sarà trasmessa dalla televisione Cattolica di Ouagadougou, in modo che la gente vedendolo possa essere meglio rassicurata.

Sappiamo che lui aveva mandato un messaggio alla comunità per chiedere che lo seguisse con le preghiere, è andata così?

R. -  Sì, aveva ringraziato tutti e aveva chiesto di pregare per gli ammalati e per il personale sanitario che li segue.

In tanti, a partire dell'Oms, lanciano un allerta per l'Africa. Si sostiene che se i numeri crescono la situazione potrebbe diventare davvero difficile. Condividete questo timore?

R. - Il modo di contagio rapido e a largo raggio, desta timore perchè in Africa la gente non ha i mezzi per tenersi in isolamento anzi in alcuni posti questo non è proprio possibile. Per cui se succedesse qualcosa o i danni sarebbero limitati grazie alla resistenza al contagio della popolazione o sarebbero molto grossi. Già ordinariamente le strutture in Africa sono al minimo, dunque veramente questa pandemia sarebbe un prova per il continente in caso la situazione peggiorasse rispetto al presente.

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09 aprile 2020, 08:00