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Galantino: nomina Apsa è una chiamata a rendere chiare finalità di agire

A margine della presentazione di un convegno in Vaticano, mons. Nunzio Galantino spiega l’impegno per l’incarico a presidente dell’Apsa ricevuto dal Papa

Giada Aquilino - Città del Vaticano

La decisione di Papa Francesco è arrivata alla fine del mese scorso. Accogliendo la rinuncia presentata per raggiunti limiti di età dal cardinale Domenico Calcagno all’incarico di presidente dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa), il Pontefice il 26 giugno ha chiamato a succedergli nel medesimo incarico mons. Nunzio Galantino, vescovo emerito di Cassano all’Jonio e segretario generale della Conferenza episcopale italiana.

Presidente dell'Apsa

Settant’anni ad agosto, mons. Galantino guiderà l’organismo vaticano che ha competenze sulla gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare della Santa Sede e gran parte dei servizi amministrativi alla Curia.

L'impegno dopo la nomina

“Vado in una realtà che non nasce con me”, commenta il presule a Vatican News, a margine della presentazione del convegno internazionale “Dismissione di luoghi di culto e gestione integrata dei beni culturali ecclesiastici, oggi al Pontificio Consiglio della Cultura. “Devo innanzi tutto rendermi conto di quello che oggi esiste e si vive”, aggiunge precisando di essere intervenuto all’evento come segretario generale della Cei. Un impegno, quello all’Apsa, che mons. Galantino legge come una chiamata - come tutti nella Chiesa - “a rendere sempre più chiare le finalità con le quali dobbiamo agire o verso le quali dobbiamo orientarci ed orientare anche i nostri beni”.

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10 luglio 2018, 15:31