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VNS – GERMANIA Ricevimento annuale San Michele. Monsignor Bätzing: riconoscere con umiltà dove ci ferma la crisi

VNS – GERMANIA Ricevimento annuale San Michele. Monsignor Bätzing: riconoscere con umiltà dove ci ferma la crisi

(VNS) – 29sett21 – Riconoscere la crisi, ma anche individuare modelli di comportamento e azione più approfonditi in modo da operare un vero cambiamento: questo è il compito in definitiva della politica come sottolineato dal presidente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Georg Bätzing, durante l’annuale ricevimento che si è tenuto l’altra sera a Berlino in occasione della festa di San Michele. Lo riporta il sito dell’Episcopato.

Il presule ha chiesto un cambiamento coraggioso nella Chiesa e nella società, soprattutto alla luce dell'esperienza del Coronavirus: “Dall'inizio della pandemia, si è spesso ipotizzato che gli sviluppi sociali e i processi di cambiamento siano stati accelerati dalla crisi e si stiano condensando – ha detto - uno dei compiti principali della politica è quello di andare oltre l'analisi di problemi per sviluppare opzioni di azione con cui i cambiamenti necessari possono essere modellati".

"Soprattutto ora, dopo le elezioni del Bundestag, vi incoraggio tutti ad affrontare insieme queste sfide e forse anche a trarre forza e speranza dalla fede – ha proseguito – l’accelerazione percettibile degli scenari di sconvolgimento e discontinuità può essere facilmente trasferita alla situazione della Chiesa e delle attività pastorali, fatto che ci colpisce ancora di più", ha aggiunto nel suo discorso a circa 200 ospiti della Chiesa, della politica e della società, tra cui il presidente del Bundestag Wolfgang Schäuble e la cancelliera Angela Merkel.

"In futuro, la Chiesa dovrà decidere con più forza per cosa può e vuole usare le proprie risorse – ha affermato - questi fenomeni sociologicamente tangibili di sconvolgimento massiccio corrispondono a un'interruzione fondamentale della fiducia nella Chiesa e nelle sue attività che non può essere descritta in nessun altro modo se non come un'interruzione interna". Il discorso del presule si riferisce soprattutto ai casi di abuso portati alla ribalta della cronaca che hanno indebolito la fiducia dei credenti.

"Tuttavia, questa analisi poco lusinghiera deve essere affrontata in modo costruttivo e creativo, e per questa il cammino sinodale offre una grande opportunità – ha continuato – ciò consiste nel riconnettere le persone nelle loro concrete condizioni di vita con il Vangelo di Gesù, perché è la rottura del ponte vissuto tra le due realtà, la vera crisi di oggi: molte persone oggi fanno fatica a inquadrare il significato della fede nella propria vita”.

"Noi cristiani traduciamo questo significato della vita con la presenza di Dio e quindi assumiamo che la domanda di Dio è insita in ogni essere umano a causa della sua umanità – ha spiegato ancora - se questo vale per le persone della nostra cerchia culturale, dobbiamo parlare di uno sconvolgimento fondamentale, perché allora dobbiamo supporre non solo un crollo radicale della religiosità, ma anche della fede in Dio. Di fronte a questa portata, i processi strategici e i necessari aggiustamenti strutturali sembrano essere altrettanto insufficienti quanto le semplici iniziative missionarie. La trasformazione richiesta dovrà andare più in profondità. Richiede la conversione nel senso più vero e nella comprensione religiosa della parola".

“Per sua natura, la fede cristiana non può mai essere solo privata, ma deve sempre essere pubblicamente e politicamente efficace – ha concluso - nel frattempo, i cristiani delle diverse confessioni hanno capito che solo una forte testimonianza comune di fede può avere effetto sulla società".

Vatican News Service - RB

29 settembre 2021, 12:43