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VNS – IRLANDA Clima. Lettera pastorale monsignor Farrell: in futuro impatto cambiamenti climatici peggio di pandemia

VNS – IRLANDA Clima. Lettera pastorale monsignor Farrell: in futuro impatto cambiamenti climatici peggio di pandemia

(VNS) – 1sett21 – “Viviamo sull'orlo di un enorme cambiamento storico. La nostra casa comune, anzi la nostra unica casa - questo pianeta - è minacciata.  I nostri stili di vita e le economie che li sostengono stanno contribuendo in modo significativo al cambiamento climatico e alla crisi che sta causando”. Così l’arcivescovo di Dublino, monsignor Dermot Farrell, esordisce nella lettera pastorale ‘Il grido della Terra, il grido dei poveri’ – il titolo riprende un’espressione cara a Papa Francesco - che ha scritto sul tema della crisi climatica in corso e che è stata pubblicata sul sito della Conferenza episcopale irlandese.

Il presule elenca alcune conseguenze del cambiamento climatico in atto che sono sotto gli occhi di tutti: “I numerosi incendi che imperversano in questi giorni, lo scioglimento delle calotte polari, l'aumento del livello del mare, la perdita di biodiversità e l'impoverimento del suolo da cui dipende la vita – ha scritto - il futuro della vita su questa terra, che Dio ha creato e che ‘vide che era buona’ è in bilico. Gli esseri umani stanno inequivocabilmente guidando il riscaldamento globale. È indubbio che il cambiamento climatico è causato da ciò che abbiamo fatto e continuiamo a fare, sconvolgendo l'equilibrio della natura”.

“Negli ultimi diciotto mesi, la pandemia di Covid ci ha mostrato in modo spaventoso e tragico la fragilità delle nostre vite, e quanto siano fugaci molte delle reti da cui siamo arrivati a dipendere.  Il nostro pianeta e la sua organizzazione sociale sono tanto fragili quanto complessi – ha proseguito - ciò di cui dobbiamo renderci conto è che, nei prossimi decenni, le questioni che attualmente derivano dal cambiamento climatico avranno un impatto su di noi molto maggiore di quelle della pandemia. Lo scempio della pandemia impallidirà se paragonato a quello del cambiamento climatico”.

Con questa lettera pastorale il presule intende approcciarsi alla catastrofe climatica dalla prospettiva della fede: “Questo non significa escludere le intuizioni e il contributo delle scienze naturali – mette in guardia - al contrario, una fede sana fa proprio ciò che Dio dice attraverso la creazione. Fede e scienza non sono avversarie; in una visione veramente cristiana, fede e ragione vanno di pari passo. Dio si rivela attraverso il mondo. Questo è il cuore della nostra fede cattolica. Gli scienziati hanno emesso un ‘codice rosso’ non solo per l'ambiente, ma per l'umanità stessa. Dio ora ci chiama, individualmente e collettivamente, a lavorare per il bene del pianeta e per il bene di tutti. Non prendiamoci in giro: non ci può essere una risposta duratura al grido della terra senza rispondere al bisogno di giustizia e dignità”.

“C'è un costo nell'affrontare la crisi climatica. Oltre al costo finanziario, dovremo abbracciare il cambiamento dello stile di vita.  Richiede molti cambiamenti di prospettiva politica, sociale, economica ed ecclesiale. La sfida è scoprire come possiamo vivere in modo più sostenibile, più responsabile e più umano nella nostra Casa comune. Cristo è venuto non solo per chiamarci a un nuovo modo di vivere, ma è venuto per darci il potere di vivere in questo nuovo modo. Cristo non ci ha lasciati; nostro Signore non ci ha abbandonati, perché, secondo le parole di Papa Francesco, ‘Cristo si è unito definitivamente alla nostra terra e il suo amore ci spinge costantemente a trovare nuove strade’”. 

Vatican News Service - RB

01 settembre 2021, 08:54