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VNS SUD SUDAN Spiragli di pace nell’Equatoria Occidentale grazie alle mediazione delle Chiese

VNS SUD SUDAN Spiragli di pace nell’Equatoria Occidentale grazie alle mediazione delle Chiese

(VNS), 1ago21  - Si intravede qualche spiraglio di luce nel conflitto scoppiato nella contea di Tombura, nello Stato sud-sudanese dell’Equatoria Occidentale, teatro dal 19 giugno di violenti scontri intercomunitari che hanno costretto alla fuga migliaia persone. Dopo gli appelli dei leader religiosi locali per la fine delle violenze, una delegazione del “Consiglio interreligioso per l'iniziativa di pace in Equatoria Occidentale” ha incontrato il governatore dello Stato e altri esponenti governativi locali per discutere la ricomposizione del conflitto.

I leader religiosi e i rappresentanti governativi si sono confrontati in particolare come collaborare per pacificare la regione e aiutare gli sfollati interni causati dalle violenze. Il Governatore Alfred Futuyo ha dato mano libera al Consiglio interreligioso per la preparazione di una conferenza di pace.

Soddisfazione per l’esito dell’incontro è stata espressa dal presidente dell’organismo, Monsignor Eduardo Hiiboro Kussala, vescovo di Tombura-Yambio: “La nostra collaborazione è una benedizione”, ha affermato il presule. “Ci siamo riuniti come una grande famiglia per discutere insieme le cose che ci preoccupano, soprattutto il problema dell'insicurezza, e per parlare di pace che non possiamo ottenere da soli ma insieme”. Dello stesso tenore il giudizio del pastore episcopaliano Samuel Peni che si è detto grato per questa unità di intenti: “Le Chiese e il Governo servono la stessa comunità e lavorare insieme è un grande progresso. Incontrarci qui oggi per discutere i problemi e come affrontare il conflitto è una grande cosa e preghiamo che Dio ci dia la sua benedizione e porti la pace a Tombura e in tutta l’Equatoria Occidentale”.

Da ricordare che le violenze nella regione sono scoppiate il 19 giugno dopo le sparatorie, i saccheggi e le devastazioni perpetrate da uomini armati sconosciuti contro diversi villaggi. Il conflitto si è poi esteso dalle comunità degli Azande e dei Balanda alla città di Yambio e ha provocato più di 21mila sfollati, metà dei quali bambini. Il 22 luglio i leader cattolici, anglicani, luterani, pentecostali e musulmani riuniti nel “Consiglio interreligioso per l'iniziativa di pace nell’Equatoria Occidentale” avevano lanciato un appello per un cessate-il-fuoco immediato e la fine delle violenze definite “insensate”, esortando i leader politici di tutti gli schieramenti alla responsabilità. Di violenza insensata ha parlato anche Monsignor Kussala che in queste settimane ha mobilitato le parrocchie della diocesi di Tombura–Yambio per assistere gli sfollati interni. La situazione sembra essere tornata a una relativa calma da una decina di giorni dopo il dispiegamento di forze di sicurezza nell’area.

Le violenze nell’Equatoria Occidentale sono uno dei tanti fronti di conflitto in Sud Sudan che minacciano il lungo e faticoso processo di pace avviato il 12 settembre 2018 con l’Accordo di Addis Abeba (il Revitalized Agreement on the Resolution of the Conflict in South Sudan - R-Arcss) dopo cinque anni di guerra civile.  La persistente insicurezza, unita alla situazione di crisi economica ulteriormente aggravata dalla pandemia da Covid-19 contribuisce ad alimentare le tensioni nel Paese.

Vatican News Service - LZ 

01 agosto 2021, 12:41