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VNS – EUROPA Recovery Package. Comece: solidarietà e inclusione per chi vive la precarietà

VNS – EUROPA Recovery Package. Comece: solidarietà e inclusione per chi vive la precarietà

(VNS) – 14apr21 – “Siamo chiamati a vivere la solidarietà e ad includere a pieno le persone in situazioni precarie”: questa l’esortazione lanciata dalla Commissione Affari Sociali della Comece (Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea) in una nota diffusa ieri a proposito del “Recovery Package” dell’Ue, ovvero il piano da 750 miliardi di euro per la ripresa dell’Europa dopo la pandemia da Covid-19, varato a luglio 2020. In una dichiarazione intitolata "Un anno dopo: quale posto per la giustizia sociale, ecologica e contributiva nel pacchetto di ripresa dell'Ue?", si sottolinea che l’emergenza sanitaria, da 12 mesi a questa parte, non ha colpito solo la salute delle persone, ma anche l’economia e la società nel suo complesso. “Insieme alla crisi climatica in corso e alle transizioni digitali e demografiche – si legge nel documento - l'Europa deve ora affrontare anche una doppia emergenza sanitaria ed economica”. In questo contesto, i vescovi dell'Unione europea accolgono il pacchetto di ripresa dell'Ue come "un nuovo segno di solidarietà nell'Unione europea, quanto mai necessario per aiutare le persone più colpite dalla crisi e per affrontare la crisi ecologica globale in corso".

Esortando, quindi, tutti gli Stati membri "rispettare il loro impegno del luglio 2020 ratificando le misure stabilite per le risorse nei loro Parlamenti nazionali", la Comece incoraggia al contempo tutti gli attori internazionali "a cooperare per trovare soluzioni globali sulla tassazione digitale”, lavorando per “un sistema più equo in cui le grandi aziende contribuiscano in modo giusto alla ripresa". "Contro gli interessi particolari - afferma Monsignor Antoine Hérouard, presidente della Commissione Affari Sociali della Comece - chiediamo all'Ue che tutti gli attori economici, e in particolare le imprese multinazionali, alcune delle quali hanno beneficiato della crisi, partecipino in modo equo allo sforzo di recupero per aumentare la ‘fiducia reciproca’ nella nostra economia”. Allo stesso tempo, il presule sottolinea che “la cura del nostro prossimo dovrebbe andare di pari passo con la cura della nostra casa comune, come una famiglia umana che vive sullo stesso pianeta".

I vescovi europei ricordano, inoltre, che “se vogliamo contrastare le tendenze individualistiche e rimettere la dignità umana al centro delle nostre politiche, la solidarietà tra le nazioni è più che mai necessaria”, perché essa è “al centro dell'Unione Europea e sarà la chiave della ripresa". La nota della Comece contiene anche alcune “raccomandazioni per una giusta ripresa sociale”, tra cui: fornire assistenza immediata alle persone e alle famiglie in difficoltà; investire in una vita dignitosa per tutti; sostenere le prossime generazioni; ridurre la disuguaglianza economica, facendo passi avanti nella solidarietà; promuovere una tassazione equa e semplice per garantire che tutti contribuiscano equamente alla ripresa; fermare la concorrenza e l'evasione fiscale aggressiva delle imprese nell'Ue, armonizzando le regole sui profitti imponibili; portare avanti i negoziati per un modello di tassazione più equo per le aziende digitali.

"Il mercato da solo non può garantire lo sviluppo umano integrale e l'inclusione sociale”, evidenzia ancora la Comece, auspicando che il “Recovery Package sia operativo entro l’estate” e che “entro la metà del 2021 siano avviate azioni concrete” per la ripresa del continente. "Siamo fiduciosi che da questa crisi possiamo uscire più forti, più saggi, più uniti - concludono i vescovi europei - esercitando più solidarietà, prendendoci più cura della nostra casa comune, formando un continente che spinga il mondo intero verso una maggiore fraternità, giustizia, pace e uguaglianza”.

Da ricordare che il “Recovery Package” dell’Ue prevede che gli Stati membri, per ricevere i sostegni previsti, debbano definire un pacchetto coerente di progetti, riforme e investimenti in sei settori d'intervento: transizione ecologica; trasformazione digitale; occupazione e crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; coesione sociale e territoriale; salute e resilienza; politiche per la prossima generazione, comprese istruzione e competenze. I Paesi dell'Ue hanno tempo fino al 30 aprile 2021, di norma, per presentare i loro piani nazionali in cui sarà definito il loro programma di riforme e investimenti fino al 2026.

Vatican News Service – IP

14 aprile 2021, 09:37