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VNS – IRLANDA Scontri in Nord-Irlanda: appello delle Chiese ai leader politici

VNS – IRLANDA Scontri in Nord-Irlanda: appello delle Chiese ai leader politici 

(VNS), 13apr21 - Un impegno concreto e coordinato per proteggere l'Accordo del Venerdì Santo siglato nel 1998 e per preservare la pace e la stabilità in Nord Irlanda. A chiederlo con una sola voce ai governi di Belfast, Dublino e Londra sono le Chiese cristiane irlandesi, dopo una decina di giorni di scontri senza precedenti da diversi anni in Irlanda del Nord in un clima di tensione sulla Brexit.

A scatenare le violenze la mancata inchiesta sul funerale di un ex membro dell’Ira con la violazione delle norme anti-Covid e la partecipazione di diversi esponenti dello Sinn Fein e l’applicazione del Protocollo sull’Irlanda del Nord previsto dagli accordi sulla Brexit con i controlli al confine marittimo con la Gran Bretagna che hanno alimentato un sentimento di tradimento e amarezza tra i lealisti a maggioranza protestante.  

In una lettera congiunta firmata, tra gli altri, dal primate cattolico Eamon Martin e da quello anglicano John McDowell, i leader delle Chiese irlandesi si rivolgono innanzitutto a tutte le forze politiche in Nord Irlanda perché diano una risposta “unitaria” ai fatti “sconvolgenti” della settimana scorsa e “rinnovino il loro impegno per la pace, la riconciliazione e la protezione dei più vulnerabili” nella regione.  

Facendo eco agli appelli lanciati in questi giorni da diversi esponenti religiosi nord-irlandesi, la dichiarazione ribadisce l’urgente necessità di salvaguardare la fragile pace conquistata con l’Accordo del Venerdì Santo siglato il 10 aprile 1998 per non vedere un’altra generazione di giovani ripiombare negli anni bui dei “Troubles” che per quasi tre decenni hanno insanguinato il Nord Irlanda.

“La significativa riduzione della violenza dal 1998 – scrivono - è un risultato importante che serve a ricordarci che i problemi che dobbiamo affrontare oggi non sono insormontabili. Ma quell'esperienza – ammoniscono - ci insegna anche che queste sfide possono essere affrontate solo da leader politici uniti da un autentico desiderio di trovare soluzioni che soddisfino le legittime preoccupazioni degli altri oltre che delle proprie”.   

Secondo i leader cristiani, solo se essi saranno capaci di presentare le loro istanze a Bruxelles, Londra e Dublino con una voce unitariasarà possibile risolvere l’attuale contenzioso tra l’Unione europea e il Regno Unito sull’applicazione Protocollo sull’Irlanda del Nord.   Ci sono stati errori politici e sottovalutazioni, ma - sottolineano le Chiese irlandesi - è meglio riconoscerli e “imparare dalle conseguenze di questi errori piuttosto continuare una corsa infinita per mettervi delle toppe”.

Resta poi da affrontare il nodo di chi subisce le conseguenze di questi errori politici: “Nell'ultima settimana - scrivono i leader cristiani - abbiamo visto persone che avevano paura di lasciare le loro case, altre che rischiavano di subire violenze mentre svolgevano il loro lavoro e giovani che sentono di non avere alcun interesse per la società o speranza per il futuro. È stato terribile assistere all'intensità della violenza diretta contro la PSNI [le forze di polizia in Nord Irlanda, ndr]. Tanto buon lavoro sul campo è stato compromesso, perché è aumentata la tensione ed è crollata la fiducia”.

Si tratta quindi di ricostruire il fragile tessuto sociale nella regione e la fiducia nelle istituzioni. In questo senso – sottolinea la lettera - i leader della società civile devono sostenere il delicato lavoro di mediazione svolto dai propri rappresentanti politici. Al contempo, però, questi ultimi devono essere chiamati a rispondere dei loro atti, in particolare ad affrontare le persistenti disuguaglianze socio-economiche nelle aree colpite dalle violenze che richiedono un'attenzione maggiore e un intervento più incisivo. Gli impegni assunti nell’Accordo del Venerdì Santo sono stati infatti realizzati solo in parte in questi due decenni e “troppo spesso come risposta di emergenza piuttosto che come misura preventiva”.

Le Chiese irlandesi ribadiscono quindi il desiderio di fare la loro parte, insieme ai leader della società civile, per “affrontare le cause profonde della violenza e lavorare per garantire che tutte le comunità in Nord Irlanda possano godere dei benefici della pace in futuro”.

Intanto Londra e Bruxelles hanno deciso di riprendere i negoziati sul Protocollo irlandese dopo il processo formale di infrazione avviato lo scorso 15 marzo contro il Regno Unito per aver violato le due disposizioni sostanziali e l'obbligo di buona fede ai sensi dell'accordo di recesso dall’Ue. Le due parti hanno avviato una discussione tecnica e a breve dovrebbero incontrarsi il vice-presidente della Commissione Maros Sefcovic e il negoziatore britannico David Frost.

Vatican News Service – LZ

13 aprile 2021, 12:15