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VNS – EUROPA 20.mo anniversario Carta Ecumenica. Ccee e Cec: operare insieme per un mondo giusto e pacifico

IN ALLEGATO, TESTI ORIGINALI ITA ING 

VNS – EUROPA 20.mo anniversario Carta Ecumenica. Ccee e Cec: operare insieme per un mondo giusto e pacifico

(VNS) – 12apr21 – Il 22 aprile 2001 veniva firmata, a Strasburgo, la “Carta Ecumenica”, ovvero “Le linee guida per la crescente cooperazione tra le Chiese in Europa”, un documento fondamentale che mira a preservare e sviluppare la fratellanza tra le Chiese europee. A vent’anni di distanza da quell’evento, il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), e il Rev. Christian Krieger, presidente della Conferenza delle Chiese europee (Cec), hanno diffuso una dichiarazione congiunta in cui rendono grazie a Dio “per la pace che abbiamo sperimentato e per le conquiste del movimento ecumenico globale”, tra cui “i matrimoni interconfessionali”, il raggiungimento di “diversi accordi teologici”, nonché la fioritura di “numerose iniziative interreligiose”. “Le Chiese hanno rafforzato il loro lavoro verso un mondo giusto e pacifico – si legge nel testo - non da ultimo a causa del crescente movimento di persone da altri continenti, e hanno aumentato i loro sforzi per la cura del Creato”. La Carta Ecumenica ha quindi “contribuito e dato nuovo vigore a tutta questa crescita e trasformazione”.

Tuttavia, Ccee e Cec mettono in luce che la società e le Chiese attuali “continuano a essere sfidate da tutti i tipi di divisione, vecchie e nuove, che hanno bisogno di guarigione, mentre le disuguaglianze sociali ed economiche richiedono la trasformazione dei nostri atteggiamenti e delle nostre strutture”, così come “le continue minacce alla democrazia e all'ambiente naturale richiedono una rinnovata attenzione alla totalità della vita”. La dichiarazione congiunta non dimentica, poi, che “la ricomparsa di conflitti armati e attacchi terroristici in alcune parti del continente negli ultimi anni richiede pentimento, perdono e giustizia”. Tutti questi fattori, insieme alla “pandemia da Covid-19”, sfidano le Chiese a “ridefinire il loro ministero”, “in spirito di unità”, riaffermando l’impegno a “testimoniare Cristo come nostro Salvatore”.

“Siamo consapevoli che l'unità dei cristiani non è solo il risultato dei nostri sforzi umani – si legge ancora nella dichiarazione congiunta - Allo stesso tempo questa unità, per la quale Gesù ha pregato e sofferto, deve essere percepibile in questo mondo”. Di qui, l’invito del Ccee e del Cec a “rafforzare la comunione ecclesiale attraverso la preghiera e l’azione comuni, offrendo al contempo il nostro servizio al mondo per la promozione della giustizia e della pace”. Per celebrare il ventennale della “Carta ecumenica”, il 22 aprile, dalle 19.00 alle 20.30, si terrà un momento ecumenico on line, dal titolo “Siate allegri nella speranza, pazienti nella sofferenza, perseveranti nella preghiera” ispirato al versetto della Lettera ai Romani 12.12. Per partecipare all’evento è necessario iscriversi al seguente link: https://zoom.us/webinar/register/WN__lClRISEQW2ofhF2ufA0aA Si potrà seguire il Livestream su YouTube al seguente link: https://www.youtube.com/channel/UCmNjQop8IRofn3WO4mIDLzg. Un apposito sussidio verrà pubblicato prossimamente in formato elettronico e in diverse lingue.

Firmata dal Cardinale Miloslav Vlk e dal Metropolita Jeremias, all’epoca presidenti rispettivamente del Ccee e dalla Cec, la “Carta ecumenica” presenta dodici propositi: rispondere alla chiamata all'unità della fede; annunciare insieme il Vangelo; andare l'uno incontro all'altro; operare insieme; pregare insieme; proseguire i dialoghi; contribuire a plasmare l'Europa; riconciliare popoli e culture; salvaguardare il Creato; approfondire la comunione con l'Ebraismo; curare le relazioni con l'Islam; e infine praticare l'incontro con altre religioni e visioni del mondo. Ad ognuno di questi propositi corrispondono diversi impegni della Chiese, tra cui: difendere i diritti delle minoranze; tutelare i valori fondamentali contro ogni tipo di attacco;  resistere ai tentativi di strumentalizzare la religione e la Chiesa a fini etnici o nazionalistici, ricercando una soluzione nonviolenta dei conflitti; migliorare e a rafforzare la condizione e la parità di diritti delle donne in tutte le sfere della vita e a promuovere la giusta comunione tra donne e uomini in seno alla Chiesa e alla società; sviluppare uno stile di vita responsabile e sostenibile; riconoscere la libertà religiosa e di coscienza delle persone e delle comunità ed a fare in modo che esse possano praticare la propria religione o visione del mondo, nel rispetto del diritto vigente; essere aperti al dialogo con tutte le persone di buona volontà, testimoniando la fede cristiana.

Vatican News Service – IP

12 aprile 2021, 12:50