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Parolin celebra la Messa per il bicentenario della morte del cardinale Ercole Consalvi Parolin celebra la Messa per il bicentenario della morte del cardinale Ercole Consalvi

Consalvi, Parolin: uomo coraggioso dalla profonda e solida fede

Il segretario di Stato vaticano celebra a San Marcello al Corso la messa per il bicentenario della morte del cardinale segretario di Stato di Pio VII, nella cappella del Crocifisso Miracoloso dove è sepolto assieme al fratello. “Un gigante della storia ecclesiastica, che può essere considerato il prototipo del Segretario di Stato per antonomasia, fine politico e abile diplomatico”

di Silvia Guidi

“A egregie cose il forte animo accendono / l’urne de’ forti”. La citazione dai Sepolcri di Ugo Foscolo di monsignor Marco Agostini, della Segreteria di Stato, che ha accompagnato l’ultima sessione del convegno Il cardinale Ercole Consalvi. Un diplomatico in tempi burrascosi (1757-1824) non è una decorazione dotta ma un suggerimento di metodo. Il passato parla al presente, se gli si dà modo di parlare. 

I carteggi dei diplomatici del passato mostrano «di che lagrime grondi e di che sangue» il potere umano quando diventa arbitrio, la lotta per la supremazia che distrugge cose e persone, rischiando di spazzare via interi popoli. E quanto sia necessario fare il possibile (e l’impossibile) per limitare i danni collaterali dei conflitti con le armi pacifiche della trattativa e del dialogo. «Abbiamo sempre la tentazione di considerare i nostri tempi i più difficili della storia» ha detto monsignor Richard Paul Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, concludendo le giornate di studio che si sono svolte nella Sala Conferenze dei Musei Vaticani. Lavori che continuano nel pomeriggio del 24 gennaio al Venerabile Collegio Inglese di Roma, con il convegno Consalvi and the United Kingdom, organizzato in sinergia con la Segreteria di Stato, il Pontificio Comitato di Scienze Storiche e i Musei Vaticani. L’opera del Segretario di Stato di Pio VII è fonte di incoraggiamento anche quando non tutto è andato bene; basti pensare a quanti documenti sono stati firmati per poi restare lettera morta. «Consalvi non ci ha deluso, abbiamo visto in questi giorni che è una figura fantastica — ha continuato monsignor Richard Paul Gallagher — mi ha toccato profondamente l’interesse verso la storia della Chiesa e della Santa Sede, che abbiamo visto in azione in questi giorni, e il pensiero che sarà così anche nel futuro. Un ulteriore incentivo a lavorare bene». 

Il cardinale Parolin al Pantheon davanti al monumento di Consalvi
Il cardinale Parolin al Pantheon davanti al monumento di Consalvi

La messa celebrata nella mattina del 24 gennaio a San Marcello al Corso, dove è sepolto Consalvi insieme al fratello, nella cappella del Crocifisso Miracoloso, non è soltanto una messa di suffragio, in occasione del duecentesimo anniversario della morte, è anche una supplica per la pace. «Siamo qui per commemorare nella preghiera il cardinale Ercole Consalvi, Segretario di Stato di Papa Pio VII — ha detto il cardinale Parolin nell’omelia — dopo aver approfondito la figura e l’opera di colui che può essere considerato il prototipo del Segretario di Stato per antonomasia, fine politico e abile diplomatico, siamo chiamati ora a metterci in ascolto della Parola del Signore.  “Il seminatore uscì a seminare”. Vi invito, oggi, a intravedere in questa frase un’immagine di Dio che decide di uscire dalla sua perfezione eterna per creare e sostenere il cosmo e per compromettersi con la storia dell’umanità nella Rivelazione e nell’Incarnazione. Una iniziativa che per noi è decisiva, vitale, ma che costantemente espone il Signore al rischio di una dinamica di accoglienza/rifiuto, così come sono diverse le risposte dei vari tipi di terreno nei confronti del seme gettato». 

Gesù, ha continuato il porporato, «preannuncia che sopraggiungeranno tribolazioni, persecuzioni, seduzioni e preoccupazioni: lo sappiamo bene, esse costituiscono una parte significativa della storia di tutti; c’è, comunque, un ottimismo di fondo, costituito dall’alta resa del seme nel terreno buono. È in tale cornice storico-salvifica che la Parola di Dio della odierna Liturgia ci suggerisce di considerare la figura di un gigante della storia ecclesiastica come è il cardinale Consalvi». Il suo cuore è custodito nella basilica della cui Diaconia è stato il titolare, Santa Maria ad Martyres, ovvero il Pantheon. «Anche lì abbiamo sostato — ha continuato Parolin — per un devoto omaggio all’alto servizio ecclesiale del Consalvi, chiedendo al Signore la grazia di essere pervasi anche noi da quell’inesausta passione che lo ha sospinto per tutta la vita».  Consalvi conobbe a fondo, infatti, «la dinamica di accoglienza/rifiuto di Dio e della Chiesa da parte di un mondo che, per la prima volta nella storia, ha tentato di recidere, con risolutezza, le proprie radici cristiane; non solo quelle religiose, ma anche quelle culturali».

Un momento della celebrazione
Un momento della celebrazione

Non è priva di rilievo, ha sottolineato il cardinale Segretario di Stato, la coincidenza che ha portato a onorare Consalvi in concomitanza con la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: «Singolarmente versato nell’arte diplomatica, fu un fine comunicatore, fra i più abili del suo tempo». Un uomo coraggioso, dalla fede profonda e solida, che «non mancò di credere alla garanzia divina di custodia e alla promessa divina di stabilità, come coordinate fondamentali di una Storia della Chiesa che sviluppa in sé i semi della Storia della Salvezza». Una continuità «inossidabile — ha proseguito Parolin — malgrado le tribolazioni, le persecuzioni, le seduzioni e le preoccupazioni che hanno caratterizzato la sua epoca, che voi avete ben definito, già nel titolo del convegno, come “tempi burrascosi”». 

Dopo tutto, ha concluso Parolin, «anche dopo aver superato la durata della vita di Consalvi, incomincio a pensare che tale espressione di “tempi burrascosi” costituisca la cifra di ogni tempo. Chiedo a voi, storici, sommessamente, se mai sia possibile identificare un periodo della storia in cui, in qualche modo, la Chiesa non sia stata in preda a qualche tormenta. Neppure il nostro, temo». La chiesa di San Marcello al Corso fa tornare alla memoria il pellegrinaggio fatto a piedi da Papa Francesco, il 15 marzo 2020, in piena pandemia da covid-19. «Il Santo Padre allora “rubò” – per così dire – alla compagnia del Consalvi, il Crocifisso Miracoloso, per averlo vicino a sé durante il momento straordinario di preghiera in Piazza San Pietro».

 

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24 gennaio 2024, 15:00