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I dipendenti vaticani durante la Santa Messa di preparazione al Natale presieduta dal cardinale Mauro Gambetti I dipendenti vaticani durante la Santa Messa di preparazione al Natale presieduta dal cardinale Mauro Gambetti  (Vatican Media)

Gambetti: la Città del Vaticano risplenda di misericordia

Il cardinale, arciprete della Basilica di San Pietro, ha celebrato la Santa Messa in preparazione al Natale per i dipendenti al servizio della Santa Sede: accogliete Cristo con "cuore vergine" e agite in maniera coerente alle intenzioni

Michele Raviart - Città del Vaticano

“Chi fa ben per puro amore, dona a Dio l'anima e il core e qual figlio e servitore sarà unito al suo Signore”. Cita il francescano San Giuseppe da Copertino e il suo “Cantico del bene”, il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica papale di San Pietro, nell’omelia della Messa di preparazione al Natale per i dipendenti dello Stato della Città del Vaticano, presieduta questa mattina dal porporato all’altare della Cattedra. È infatti “solo per amore”, spiega, che i dipendenti della Santa Sede dovrebbero vivere il servizio al Santo Padre e alla Chiesa universale.

Presentarsi al Signore con un "cuore vergine"

Questo è possibile, spiega il cardinale Gambetti, solo presentandosi al Signore con un “cuore vergine”, come quello di Maria, dove “nulla di estraneo al puro amore può entrare” perché è “talmente rivolto a Dio, occupato alla sua parola, consegnato al suo desiderio di bene che non può fare altro che amare”. Due i “test” per capire se si ha questa attitudine. Uno è quello della “lingua”. “La bocca parla della pienezza cuore”, sottolinea il porporato, perciò in base a come si usa la lingua può capire come sta il cuore, “se è nella luce o nel buio”. Per questo il parlare deve essere “retto, veritiero, sobrio”, per bandire doppiezza, ipocrisia e giudizi”.

Le intenzioni devono essere coerenti con le azioni

L’altro test è capire il perché si facciano le cose. “Se le tue intenzioni non sono coerenti con le azioni”, continua l’arciprete di San Pietro dopo aver letto il componimento di San Giuseppe da Copertino in cui si passano in rassegna le conseguenze del fare le cose con il cuore non rivolto a Dio, “non si può riconoscere il Signore che si rende presente nella vita di ciascuno oggi”. Ecco allora che bisogna vestirsi bene “per onorare la festa, non per apparire ed essere ammirato”, andare a Messa “per incontrare lo sposo, non perché c’è un precetto da assolvere”. Bisogna insomma fare per il proprio il lavoro “non per soldi o solo per dovere, ma per fare più bello il mondo”, con il proprio talento e le proprie competenze ed “edificare insieme agli altri un mondo migliore”.

La vita di Dio è sempre nascente

A pochi giorni dal Natale, ribadisce il vicario del Papa per la Città del Vaticano, dobbiamo accogliere Dio. Anche se “siamo in ansia per le guerre, per le povertà crescenti, per le fragilità che emergono, per un futuro incerto”, invece di domandare un segno al Signore, “preferiamo affermare il nostro piccolo o grande interesse, allontanare i deboli, mettere gli altri in cattiva luce”. Un cuore vergine, invece, “si dispone con letizia ad incontrare il Signore che viene in ogni situazione” Solo allora la salvezza, la pace e la gioia per la vita di Dio”, che è sempre nascente, non solo a Natale, si svela davanti agli occhi. La preghiera, quindi, è che “la Città del Vaticano possa splendere in misericordia, per l’amore che il signore Gesù è venuto a portare per ciascuno di noi”.

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20 dicembre 2023, 11:33