Cerca

Fedeli in Piazza San Pietro (foto d'archivio) Fedeli in Piazza San Pietro (foto d'archivio)

Il Papa e i leader cristiani a San Pietro, una Veglia ecumenica per avviare il Sinodo

Il 30 settembre l'evento "Together" presieduto da Francesco, che riunirà patriarchi, vescovi e capi delle Chiese di altre tradizioni cristiane insieme ai giovani dai 18 ai 35 anni di tutto il mondo. Presenti pure i membri del Sinodo sulla Sinodalità che subito dopo si trasferiranno fuori Roma per un ritiro prima dell'Assemblea. Suor Becquart: "Dobbiamo camminare più strettamente insieme". Ruffini: “Importante la comunicazione del Sinodo, spazio di comunione in un mondo diviso"

Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano

Patriarchi orientali e vescovi protestanti, rappresentanti ecumenici e delegati fraterni, cardinali di vecchia e nuova creazione, ragazzi di diversi Paesi e diverse confessioni. E al centro il Papa. Sarà un simbolo di quel “camminare insieme” alla base dell’intero processo sinodale, la veglia ecumenica in programma il prossimo 30 settembre in Piazza San Pietro (lo stesso giorno in cui si celebrerà un Concistoro per la creazione di 21 nuove porpore), che vedrà la partecipazione di giovani e rappresentanti di altre confessioni cristiane. Tra cui, tra gli altri, Bartolomeo, Teofilo III e Justin Welby. La veglia dal titolo “Together - Raduno del Popolo di Dio” – nata da “un sogno” espresso da frère Alois, priore di Taizé tre anni fa - apre la strada al Sinodo sulla sinodalità, al via il 4 ottobre in Vaticano, dopo un processo di circa tre anni che ha coinvolto le diocesi dei cinque continenti.

Camminare più strettamente insieme 

“La sfida di questo Sinodo è imparare a camminare più strettamente insieme, ascoltando lo Spirito, per diventare una Chiesa più sinodale, con l’obiettivo di annunciare il Vangelo nel mondo d’oggi”, ha detto durante la conferenza di presentazione in Sala Stampa vaticana, suor Nathalie Becquart, sottosegretaria della Segreteria generale del Sinodo, offrendo le chiavi di lettura di questo evento legato a doppio filo al percorso sinodale. In particolare, la religiosa francese ha richiamato le parole di Papa Francesco secondo il quale “non ci può essere sinodalità senza ecumenismo e non c’è ecumenismo senza sinodalità”. E lo stesso Documento preparatorio proponeva il dialogo con le altre confessioni cristiane come uno dei 10 temi da esplorare durante la fase di consultazione locale.

Sarà pertanto fortemente simbolico vedere in Piazza San Pietro i leader di Chiese ortodosse, protestanti, evangeliche, insieme ad alcuni delegati fraterni, stare a fianco al Papa e accompagnarlo nell’avvio di un processo che trae le sue radici dal Concilio Vaticano II. Saranno presenti, naturalmente, pure i membri della XVI assemblea generale del Sinodo dei vescovi che inizieranno così la loro tappa romana prima di partire la sera stessa per la Fraterna Domus di Sacrofano. In questo enorme complesso a una ventina di minuti da Roma, luogo di quiete e di verde, si terrà un ritiro spirituale di tre giorni prima della Messa di apertura della sessione sinodale, la mattina del 4 ottobre.

Il programma della Veglia

Illustrando nel dettaglio il programma della Veglia, che si terrà dalle 17 alle 19, suor Becquart ha spiegato che l’appuntamento, aperto da canti e momenti musicali come “espressione di gratitudine”, prevede l’introduzione di Papa Francesco, seguita da una preghiera del Patriarca ecumenico Bartolomeo e la lettura della Parola di Dio. Le intercessioni saranno lette invece da un capo di Chiesa o delegato fraterno al Sinodo, mentre il Padre Nostro verrà introdotto dall’arcivescovo Welby. Previste poi una preghiera conclusiva e la benedizione congiunta di Francesco e di tutti i dodici capi delle Chiese e dei leader cristiani.

Circa 3 mila giovani dai 18 ai 35 anni 

Benediranno la Piazza - incorniciata dalle chiome multiformi di alberi diversi allestiti da Confagricoltura - dove saranno riuniti giovani circa 3 mila giovani 18 ai 35 anni provenienti da diversi Paesi europei e appartenenti a tutte le Chiese cristiane, come ha spiegato dal banco dei relatori fratel Matthew che dal 3 dicembre ricoprirà la carica di priore di Taizé. La veglia, ha sottolineato, è al centro di un weekend di preghiera e condivisione per ragazzi e ragazze che si ritroveranno a Roma da venerdì 29 settembre a domenica 1° ottobre. “È una bella collaborazione in stile sinodale”, ha detto suor Natalie Becquart, aggiungendo in italiano il principio reiterato più volte dal Papa che “il cammino si fa camminando”.

I lavori del Sinodo

Lo stesso principio vale pure per i lavori del Sinodo, del quale sono ancora in corso di definizione il calendario e il regolamento. Tuttavia Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, nonché presidente della Commissione per l’informazione dell’assemblea sinodale, ha voluto fornire ai giornalisti alcune indicazioni per “facilitare il lavoro”, “garantire il nostro impegno affinché vi possa essere una rappresentazione corretta del Sinodo” e “contribuire a un clima di serena collaborazione tra chi ha il dovere di tutelare il Sinodo per quello che è, per fare in modo che produca frutto, e chi il Sinodo ha il compito di raccontarlo”. Il tutto seguendo l’auspicio del Papa di creare uno spazio all’interno della Chiesa che non sia un “parlamento” e tantomeno “un parlatoio”, ma anzi, scevro da ogni “ideologia”, possa favorire “il dialogo, fra i battezzati, fra i membri della Chiesa, sulla vita della Chiesa, sul dialogo col mondo, sui problemi che oggi toccano l’umanità”, come ribadito nell’ultima conferenza stampa aerea di ritorno dalla Mongolia.

Come comunicare il Sinodo 

“Il Papa ci ha invitati tutti a comprendere e raccontare cosa il Sinodo è e cosa invece non è”, ha rimarcato Ruffini, “il modo in cui comunicheremo il Sinodo è molto importante per il processo di discernimento e per la Chiesa tutta”.  “Il preservare la confidenzialità, la riservatezza, direi la sacralità di alcuni spazi alla conversazione nello Spirito è consustanziale alla volontà di fare di questi momenti una occasione vera di ascolto, di discernimento e di preghiera fondato sulla comunione”, ha aggiunto il prefetto. Peraltro ogni organizzazione pubblica o privata “preserva questi momenti preziosi, indispensabili, di confronto libero, protetto, dove il pensiero comune è in fieri”.

Non un Parlamento, ma uno spazio di dialogo

Tutto questo si rifletterà in una metodologia di lavoro elaborata per permettere ai membri sinodali “di conoscersi e ascoltarsi gli uni gli altri”, sentendosi così “parte di un corpo solo”. Dopo tre settimane di preghiera, riflessione e conversione, ha spiegato Ruffini, l’assemblea approverà un documento di sintesi, che “sarà naturalmente pubblico” ma che non è da considerare come “il documento finale”. Si tratta infatti della prima sessione del Sinodo, mentre la seconda, come annunciato dal Papa, si terrà il prossimo anno. “In un mondo così diviso contiamo davvero molto sul modo in cui la comunicazione saprà raccontare questo nostro sforzo di comunione”, ha detto Ruffini. Citando le parole del Papa, ha ribadito che il Sinodo non è e non sarà “la discussione di un Parlamento che è una cosa diversa dalla dinamica ecclesiale. Ci saranno sicuramente idee che non posso coincidere, ma anche la ricerca di un consenso che unisca tutti. È questo ciò che caratterizza il processo sinodale”. Da qui, la promessa a tutti i giornalisti: “Faremo di tutto per aiutarvi”.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

08 settembre 2023, 15:30