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Il cardinale Michael Czerny Il cardinale Michael Czerny

Czerny: le piccole realtà locali protagoniste della questione ambientale

Il prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale è intervenuto con un videomessaggio al II Congresso Internazionale sul Cambiamento Climatico e la Biodiversità, in corso nella Provincia di Misiones presso la Pontificia Università Cattolica Argentina

Andrea De Angelis - Città del Vaticano 

L'attenzione verso chi è accanto agli ultimi ed ha assistito alla crisi della biodiversità, un dialogo fecondo per costruire il futuro del pianeta e ancora la centralità della Laudato si' per pensare in modo integrale alle questioni ambientali e attinenti allo sviluppo economico. Sono alcuni dei passaggi del videomessaggio che il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano integrale, ha inviato per l'apertura del II Congresso Internazionale sul Cambiamento Climatico e la Biodiversità, sul tema “L’agenda sub-sovrana Latinoamericana". L'evento è in corso presso la Pontificia Università Cattolica Argentina, nella Provincia di Misiones. 

Vulnerabilità e ruoli di primo piano

"Parlare di governi sub-sovrani nell'azione per il clima significa parlare di esperienze concrete di avvicinamento, accompagnamento e ascolto delle vulnerabilità di esseri umani e territori che - ha esordito il presule - soffrono dell'impossibilità di accedere direttamente alla definizione di politiche pubbliche, quadri normativi e sostegno economico diretto". Al tempo stesso, "prestare particolare attenzione all'intervento della governance sub-sovrana significa dare un ruolo di primo piano a chi spesso è più vicino agli ultimi, a chi negli ultimi anni ha vissuto inesorabilmente e silenziosamente il crollo della biodiversità". 

La Laudato si'

Il cardinale ha poi parlato dell'enciclica del Papa: "Come sapete, sette anni fa il Santo Padre Francesco ha pubblicato l'enciclica Laudato si', nella quale rivolgeva un invito urgente a un nuovo dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta". In particolare Czerny si è soffermato sulle conseguenze universali che pone la questione ambientale e che di conseguenza chiamano tutti in causa. Con l'enciclica il Papa "sollecita allora il dialogo verso nuove politiche nazionali e locali", invitandoci a "non concentrare la nostra attenzione esclusivamente sui negoziati interstatali, ma a pensare in modo integrale alle questioni ambientali e di sviluppo economico, ponendo maggiore enfasi sulle politiche locali, sulle azioni più vicine a coloro che soffrono di più". 

Le comunità locali

Nell'affermare quanto sia importante uscire dalla dinamica di una politica incentrata su risultati immediati e negoziati ad alto livello, senza dimenticare esperienze positive quali "la Convenzione di Basilea sui rifiuti pericolosi e la Convenzione di Vienna per la protezione dello strato di ozono", Czerny ha posto come prioritaria la necessità di "guardare alle piccole realtà locali, come la vendita diretta delle aziende agricole e la gestione del territorio, le comunità di autoproduzione energetica, il riciclaggio, l'agricoltura a rotazione e molte altre iniziative su piccola scala, ma ad alto impatto". Il presule ha parlato di "iniziative quasi inestimabili concepite dalle comunità locali, che sono la prova di come si possa far fronte all'impotenza di assumersi responsabilità nell'ordine globale, la testimonianza dell'immensità di possibilità generative che possono nascere a livello comunale, e spazialmente limitato, pieno di amore e generosità per la propria terra".

L'educazione

"Sono felice di sapere - ha proseguito il cardinale - che una parte di questo congresso è dedicata all'istruzione. È importante per me in questo momento essere al servizio di un dicastero che ha la missione dello sviluppo umano integrale per auspicare che con la proposta educativa e nel rispetto delle popolazioni più radicate alla terra, si possano responsabilizzare i più fragili e prendere coscienza della costruzione di una nuova cittadinanza che abbia al centro la cura della casa comune e del creato. Il tutto - ha concluso - nella logica dell'ecologia integrale, che mira alla conservazione della biodiversità naturale e sociale e che permette alle piccole realtà economiche di continuare a esistere, se si garantisce la 'biodiversità' culturale".

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29 settembre 2022, 17:00