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Athletica Vaticana: preghiera del maratoneta per la pace Athletica Vaticana: preghiera del maratoneta per la pace 

Pace e fraternità nello sport. Il meeting We Run Together di Athletica Vaticana

Torna il 24 maggio, presso il Centro Sportivo della Guardia di Finanza a Castelporziano, vicino Roma, l'evento a staffette non competitivo co-organizzato da Athletica Vaticana, la polisportiva ufficiale della Santa Sede. Partecipano vari rappresentanti di realtà fragili: da persone migranti e rifugiate a disabili, insieme a campioni olimpionici. Giampaolo Mattei: lo sport può aiutare a prevenire le guerre

Vatican News

Nel pomeriggio di martedì 24 maggio si svolgerà la seconda edizione del Meeting inclusivo di atletica We run together. L'evento è organizzato da Athletica Vaticana, la polisportiva ufficiale della Santa Sede, e dal Gruppo Sportivo Fiamme Gialle nel Centro Sportivo della Guardia di Finanza a Castelporziano. Nel programma del Meeting, che comincerà alle ore 16, ci sono simbolicamente solo staffette (4x400) non competitive: il passaggio di mano in mano del testimone vuole essere un segno concreto di fraternità.  «Tutti insieme e con pari dignità. Una testimonianza concreta di come dovrebbe essere lo sport: cioè un “ponte” che unisce donne e uomini di religioni e culture diverse, promuovendo inclusione, amicizia, solidarietà, educazione. Cioè un "ponte" di pace».

Insieme nello sport per la pace

Fare un giro di pista, alla velocità che il fisico consente, e poi passare il testimone al compagno che dovrà proseguire la gara è segno di fratellanza e condivisione. Lo afferma, nell'intervista a radio Vaticana - Vatican News, Giampaolo Mattei, presidente di Athletica Vaticana.

Mattei, come si svolgerà We Run Together?

Ci saranno delle staffette, quindi il simbolico passaggio del testimone di mano in mano, ma sono staffette molto particolari. Vi partecipano diversi campioni olimpici, ma, come dice papà Francesco, in realtà tutti gli atleti sono considerati allo stesso livello: la medaglia d’oro Tortu lo è come il ragazzo con Sindrome di Down o con autismo. Poi ci sono 5 squadre di carcerati, sia femminili del carcere di Rebibbia, sia maschili del carcere di Velletri: ci sono due squadre di rifugiati del Centro Astalli, tra l'altro la squadra femminile è composta da due ragazze ucraine, una keniana è una salvadoregna. Quindi storie diverse di immigrazione che arrivano e riscoprono di poter stare insieme attraverso l’atletica. La cosa particolare, la novità è che correranno anche le ambasciate presso la Santa Sede, che stanno creando delle formazioni composte dagli ambasciatori stessi, anche se non proprio giovanissimi, gli addetti alla segreteria, gli autisti, ecc. E questo per un discorso legato alla pace. Cioè, quando si corre insieme ci si passa il testimone in segno di collaborazione e condivisione. Quindi questa credo sia un'iniziativa nuova, che vede insieme tutte queste realtà, tutti allo stesso livello e con la stessa dignità

Come tutte le iniziative di questo periodo legate allo sport, ma non solo, in un mondo che, speriamo, stia uscendo dalla pandemia di Covid, ma purtroppo guarda con preoccupazione alla guerra in Ucraina, anche We Run Together tocca significati profondi?

Assolutamente sì, io in mente le parole che ha detto Papa Francesco il sabato prima della Domenica delle Palme, quindi ricevendo l’antico Circolo Canottieri Tevere Remo, di Roma: “lo sport vissuto come tale previene i conflitti”, ha detto il Pontefice e credo che possa sicuramente aiutare a non fare la guerra uno contro l'altro.

Ultimo aggiornamento 23 maggio 2022, ore 15.22

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21 maggio 2022, 14:52