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Il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi Il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi 

Ouellet: ogni singolo fedele costruisce un pezzo di Chiesa

Presentato nella Sala Stampa della Santa Sede il Simposio teologico sulle vocazioni, organizzato dalla Congregazione per i Vescovi per il prossimo febbraio. Tra i temi principali, la formazione dei sacerdoti in un contesto di sinodalità. Il cardinale prefetto del dicastero: le comunità attraggono se hanno vita di comunione tra di loro. Questa è la forza dei cristiani fin dall’inizio del cristianesimo

Michele Raviart – Città del Vaticano

Favorire una comunità tra le vocazioni, da quelle dei sacerdoti a quella dei fedeli, legate insieme dal battesimo e dall’amore dello Spirito Santo. È questo uno degli obiettivi del Simposio Teologico Internazionale “per una teologia fondamentale del sacerdozio”, organizzato dalla Congregazione per i vescovi per il prossimo anno. Tre giorni di confronti e conferenze, dal 17 al 19 febbraio 2022, che vedranno coinvolti prefetti delle Congregazioni, vescovi, sacerdoti e fedeli provenienti da tutto il mondo.

Un percorso di sinodalità nella Chiesa

Lo scopo dell’incontro è quello di confrontarsi, nel segno della sinodalità voluta da Papa Francesco, in un percorso di avvicinamento che, per quanto riguarda il Simposio teologico internazionale, è iniziato oggi con la presentazione dell’evento nella Sala Stampa della Santa Sede. “Sinodalità significa la partecipazione attiva di tutti i fedele alla missione della Chiesa”, ha ricordato il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi. “Descrive la marcia unita dei battezzati verso il Regno, che è costruito giorno per giorno nella realtà della famiglia, del lavoro, come anche nella vita sociale ed ecclesiale in tutte le sue forme”, attraverso “una stretta collaborazione tra laici, sacerdoti e religiosi per l’annuncio del Vangelo al mondo”.

Il sacerdozio dell'Amore

Destinatari del Simposio, che si rivolge comunque a tutti, sono principalmente i vescovi, ha affermato il porporato, nel loro ruolo di guide e formatori, che potranno così approfondire il significato e l’importanza della comunione tra le differenti vocazioni nella Chiesa. A fare da guida in questo percorso è l’Amore dello Spirito Santo diffuso nel cuore di tutti i battezzati. “Un sacerdozio dell’Amore”, sottolinea il cardinale Ouellet, “che è esercitato dall’intera comunità ecclesiale, è animato e sostenuto da una varietà di vocazioni all’amore, in differente forme e colori complementari tra loro”, tra sacerdoti e laici e tra donne e uomini religiosi di differenti carismi.

Formazione e vocazione

Tra i temi affrontati, ha sottolineato il professor Vincent Siret, rettore del Pontificio Seminario Francese a Roma, la formazione dei futuri sacerdoti, con una particolare attenzione alla lotta agli abusi e al clericalismo, mentre la professoressa Michelina Tenace, ordinario di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, ha ribadito l’importanza di riflettere sulle ragioni del celibato, inteso come “testimonianza profetica” nel vivere la vocazione.

Cardinale Ouellet: la forza dei cristiani è la comunità

L'importante, ribadisce a Vatican News il cardinale Marc Ouellet, è che tutti i fedeli possano dare il loro contributo alla comunità.

Ascolta l'intervista al cardinale Marc Ouellet

R. – La prospettiva è di sostenere la chiamata del Papa ad una Chiesa sinodale, cioè una Chiesa dove tutti partecipano a partire dalla forza e dal dono del loro Battesimo, che vuol dire il dono dello Spirito Santo. Ognuno ha qualcosa da dare nella comunità perché c’è questo dono. Nessuno è scartato. Anche i meno “talentuosi” hanno questi doni, che devono essere accompagnati e aiutati. Questa chiamata vuole risvegliare la fede nel battesimo e nel dono dello Spirito Santo e da lì suggerire iniziative e incoraggiare soprattutto la comunione tra le vocazioni e il mutuo riconoscimento e la collaborazione e non l’opposizione e i conflitti. Abbiamo tutti bisogno dell’aiuto dello Spirito Santo per superare i momenti di tensione e trovare vie d’intesa.

Lei ha sottolineato l’urgenza di questo Simposio che arriva, oltre che dalle parole del Papa, anche dagli ultimi Sinodi, quello sulla famiglia e sull’Amazzonia…

R. – Abbiamo parlato di vocazione e di sinodalità negli ultimi Sinodi. In quello sulla famiglia c’è stata una consultazione molto ampia anche con la partecipazione dei giovani. Il rischio è che dopo che accade questo, che è qualcosa di molto bello, poi cada l’entusiasmo e non vi sia un seguito. Il Simposio vorrebbe prolungare la riflessione e suscitare un movimento vocazionale, perché da questo dipende la vitalità delle comunità. Le comunità sono attrattive se hanno vita di comunione tra di loro. Questa è la forza dei cristiani fin dall’inizio del cristianesimo. Suscitando comunità più vive, da lì nasce un movimento vocazionale e si spera con un’ecclesiologia trinitaria sviluppata oggi, nel contesto attuale, ma a partire dalle fondamenta.

Questo Simposio è dedicato a tutti, ma principalmente ai vescovi. Perché e come rientra questo nella lotta al clericalismo?

R. – I vescovi sono i primi responsabili della vita della loro Chiesa locale e sanno l’importanza del ruolo dei preti e sono preoccupati per la formazione spirituale e umana dei preti affinché si possano evitare queste deviazioni che anche oggi sono in primo piano, ma che speriamo di superare non esclusivamente con la disciplina, ma con una visione profonda che dà una motivazione nuova, che dà energie ed entusiasmo nuovi che facciano nascere nuove vocazioni. 

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12 aprile 2021, 16:27