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Monica Contrafatto e la sua medaglia di bronzo a Rio 2016 Monica Contrafatto e la sua medaglia di bronzo a Rio 2016

Contrafatto: accanto a chi ha sofferto per il coronavirus

“So cosa significa stare in ospedale per tanto tempo”: così Monica Contrafatto, atleta paralimpica, spiega la sua adesione a We Run Together, l’asta di beneficienza per gli ospedali di Brescia e Bergamo, voluta dal Papa. Un passato da militare in Afghanistan, l’attentato che le porta via la gamba, la rinascita alle Paralimpiadi di Rio 2016 dove conquista un bronzo

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Non una vita ma mille vite quelle vissute da Monica Contrafatto. Siciliana di Gela, si innamora dell’Esercito quando vede il bene seminato da tanti ragazzi, inviati al Sud per l’operazione “Vespri Siciliani”, resa necessaria dopo gli attentati a Falcone e Borsellino che avevano mostrato il volto più feroce della mafia. E’ in quel momento che decide di volersi arruolare. Oggi è Caporal Maggiore scelto, Ruolo d’Onore dell’Esercito, Primo Reggimento Bersaglieri. E’ la sua prima vita. Di corsa come sono chiamati a fare i bersaglieri, con la fanfara e il cappello piumato che accompagnano il passo spedito.

In Afghanistan

E di corsa le entra nel cuore l’Afghanistan, meta della sua prima missione tra il 2009 e il 2010. Non dimentica il cielo stellato di quel Paese e i bambini che incontra, insieme ai suoi compagni, mentre distribuiscono aiuti. “Mi sono resa conto che dando poco, ho ricevuto tantissimo - racconta in un’intervista - sono partita vuota e sono rientrata piena dentro. Mi sono innamorata dell’Afghanistan la prima volta che sono andata; non vedevo l’ora di ritornarci non per il bene che facevamo, ma il bene che loro facevano a me”. La seconda volta è nel 2012 ma stavolta il rumore delle bombe è più forte e una cade proprio nella base dove si trova, nel Gulistan, colpendo a morte il suo collega Michele Silvestri, la 50.ma vittima italiana dall’inizio della missione in Afghanistan. Monica mette in salvo altri compagni ma poi viene colpita. E’ grave ma non si rende conto. Scoprirà solo in Germania di aver perso la gamba destra, di aver subito la ricostruzione dell’intestino e della mano. Nel 2015 viene insignita della medaglia al valore dell’Esercito, è la prima donna soldato italiana a riceverla.

La corsa che salva

Velocissima nel parlare, dall’entusiasmo travolgente, Monica sa anche riconoscere i segni del cielo. In ospedale, vede correre sulla pista di Londra 2012, l’atleta paralimpica Martina Caironi, oro nei 100metri, capisce che anche lei vuole conquistare quella ribalta. Chiede a Martina i contatti per poter avere una protesi e scendere in pista. Con un anno di allenamenti alle spalle, conquista il bronzo nei 100 metri piani ai Giochi paralimpici di Rio de Janiero, nel 2016. E’ ancora una volta la corsa a salvarla.

Monica sulla pista di atletica
Monica sulla pista di atletica

“Conosco il dolore…”

Il sogno di Monica è di arrivare al podio alle Paralimpiadi di Tokyo del 2021, ci ha lavorato fino a prima del lockdown. Il coronavirus - confessa - l’ha fatta ripiombare indietro di anni, all’incidente in Afghanistan. “Io ho avuto un embolo polmonare - racconta - e con il Covid-19 ho avuto paura perché so cosa significa stare in ospedale e avere pochissimo fiato”. All’asta We Run Together, Monica Contrafatto ha donato la maglia della Nazionale con la quale è scesa per la prima volta sulla pista di atletica di Rio:

Ascolta l'intervista a Monica Contrafatto

R. – Sono stata in rianimazione per quello che ho avuto e se un piccolo mio contributo può aiutare a migliorare la situazione, ben venga. L’ho fatto per le famiglie che hanno subito perdite e per le persone che hanno sofferto e che fortunatamente si stanno riprendendo.

Lei ha vissuto due vite: una da militare, l’altra da atleta. Un passaggio avvenuto attraverso un episodio traumatico che è stato l’attentato nel quale ha dimostrato di essere coraggiosa e valorosa. Cosa significa tornare a vivere? Rinascere?

R. – Abbiamo una forza innata dentro di noi che non sappiamo di avere fino a che non ne abbiamo bisogno. Da piccola dicevo sempre che se fossi finita sulla carrozzina o avessi perso l’uso delle gambe – so che è brutto dirlo – mi sarei ammazzata. Pensavo di non potercela fare, poi essendo iperattiva le gambe per me erano tutto. Mi sono resa conto invece che nella tragicità del momento  ed essendo comunque una persona positiva, ho visto subito il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto. Ho avuto la fortuna, in ospedale, di vedere le Paralimpiadi di Londra e mi sono resa conto che pure con mezza gamba potevo fare molto di più. Mi sono reinventata la vita. Quella di adesso è bella come quella che avevo prima, ovviamente faccio cose diverse ma sono sempre militare, sono in ufficio ma l’atletica mi ha cambiato la vita perché quello che vince è sempre l’animo, il corpo è un’impalcatura.

Monica Contrafatto e Nicole Orlando
Monica Contrafatto e Nicole Orlando

L’atletica è correre e tu, in Afghanistan, hai fatto correre tutti i tuoi compagni mettendoli in salvo; il correre è proprio un tratto della tua vita…

R. – Io ho scritto un libro dove confesso di avere tre sogni. Uno era di fare il poliziotto ma poi sono entrata nell’Esercito, il secondo era di diventare un’atleta, certo non pensavo di essere un’atleta paralimpica e poi c’è un terzo desiderio che tengo per me. Quando in ospedale pensavo di voler tornare in Afghanistan per aiutare la popolazione e ho visto la gente correre ed era uguale a me, lì mi si è aperto un nuovo mondo. Ho visto la luce in fondo al tunnel. Lo dissi subito ad una mia amica che volevo andare alle Paralimpiadi appena avessi indossato una protesi e mi fossi allenata. E così è andata.

Tutti siamo con il fiato sospeso per la vicenda di Alex Zanardi, esempio di determinazione, caparbietà e soprattutto di amore per la vita. Hai un pensiero particolare per lui?  

R. – Io l’ho conosciuto in tre occasioni e posso dire che è una persona stupenda, di grande umiltà, è la persona più buona che abbia mai conosciuto nel mondo paralimpico. Spero che si riprenda presto perché è una persona eccezionale, lo spero per lui, per la sua famiglia ma anche per fare un regalo a tutti noi.

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Monica Contrafatto
24 giugno 2020, 08:00