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Intelligenza artificiale: istruzioni per l’uso

Lo sviluppo delle nuove tecnologie impone consapevolezza da parte dell’utente in merito a ciò che c’è alla base di alcune dinamiche dell’ambiente digitale contemporaneo. Lo ribadisce il segretario della Pontificia Accademia per la Vita, don Andrea Ciucci, riflettendo sui temi al centro del convegno annuale del dicastero

Eugenio Bonanata e Giovanni Orsenigo – Città del Vaticano

“L'intelligenza artificiale non è il futuro, ma è il presente già da molto tempo”. Sono le parole del segretario della Pontificia Accademia per la Vita, don Andrea Ciucci, che approfondisce il tema del Convegno che prende il via il 26 febbraio in Vaticano.

Ragionare sul presente

“Le nuove tecnologie – spiega don Ciucci – già fanno parte dalla vita quotidiana di tutti e offrono prospettive e soluzioni davvero illimitate. Proprio per questo – ribadisce – diventa fondamentale porsi domande etiche”. In altri termini è necessario sviluppare uno spirito critico tenendo in mente alcune dinamiche in atto, come ad esempio il fatto che ogni giorno su internet e sui social media vengano caricati milioni di dati personali.

La pubblicità ad hoc

“Lo sviluppo tecnologico – aggiunge – ha permesso di costruire macchine che riescono ad imparare, a capire, a registrare, a codificare dati, a predire quello che facciamo, i nostri desideri e ciò di cui abbiamo bisogno. Basti pensare alle pubblicità profilate, che oggi popolano i siti web e che sembrano pensate esattamente per noi, come se sapessero cosa abbiamo intenzione di comprare”.

Sanno tutto di noi

Chiunque faccia uso degli smartphone è completamente immerso in questo mondo. L'utente abita questo ambiente digitale, dove trova innumerevoli servizi da utilizzare. “Tuttavia, allo stesso tempo, la persona viene consegnata alle rete e alle macchine pensanti: gli spostamenti, le ricerche online, gli acquisti vengono registrati, codificati ed utilizzati. Nonostante tutto questo avvenga secondo una normativa ben precisa, diventa necessario un utilizzo responsabile e consapevole da parte di ciascun fruitore”.

Maggiore efficienza dell’uomo

La straordinaria capacità di queste macchine di immagazzinare e di processare dati molto velocemente apre possibilità fino ad ora inimmaginabili. Un esempio? Don Ciucci cita le automobili che a breve non avranno più bisogno del guidatore. “Questo – spiega – perché saranno dotate di sistemi così raffinati di gestione del mondo che sta intorno a loro, da essere in grado di riconoscere un semaforo rosso o un pedone che non attraversa sulle strisce.  Anzi – conclude – lo sapranno fare in una maniera più efficiente ed efficace di quanto faccia oggi un guidatore umano”.

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25 febbraio 2020, 13:16