In Vaticano summit di giudici e procuratori donne africane sulla tratta
Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano
Dopo il primo incontro nel 2018, la Casina Pio IV torna ad ospitare un confronto sul tema della tratta. Al summit, che si è aperto questa mattina, partecipano giudici e procuratori donne provenienti, in particolare, da vari Stati dell'Africa. Tra i temi al centro del meeting, promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze, c'è anche il dramma del traffico di organi.
Una piaga da estirpare
L'eliminazione del traffico di esseri umani è uno degli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'Onu. La priorità, per le Nazioni unite, è “adottare misure immediate ed efficaci per eliminare il lavoro forzato, porre fine alla schiavitù moderna e al traffico di esseri umani e assicurare la proibizione e l'eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile, incluso il reclutamento e l'impiego di bambini-soldato, e, entro il 2025, porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme”. La tratta, soprattutto, in Africa, è una piaga legata a varie criticità, tra le quali la povertà. Gabriella Marino, della Pontificia Accademia delle Scienze, sottolinea che il summit, organizzato in Vaticano e in programma fino a domani, è un prezioso osservatorio sul dramma della tratta. Prende spunto dall'incontro tenutosi lo scorso anno, sempre in Vaticano.
R. – Ci siamo resi conto che il problema in Africa era veramente enorme e che anche avendo le risorse, probabilmente non erano impiegate nel modo giusto. Ci siamo accorti che la tempistica per quanto riguarda la giustizia era molto protratta. I tempi si allungavano e quindi non permettevano di giudicare su questi casi in maniera efficace. Per cui abbiamo voluto chiamare questi giudici-magistrati-procuratori per un secondo anno, sperando di farlo diventare un appuntamento continuativo.
Uno dei temi trattati durante l’incontro di quest’anno è relativo al traffico di organi…
R. – Il numero dei trapianti nel mondo è bassissimo: meno di 200 mila l’anno. Ma la domanda è in costante crescita. Questo fa sì che una persona disperata, in bilico tra la vita e la morte, avendo i soldi sufficienti per potersi organizzare con un trapianto al di fuori del sistema legale, metta in modo questo meccanismo. Questo traffico avviene con la complicità di medici corrotti. E si procura un organo da una persona che, in genere, spinta dall’estrema povertà, pensando di non avere altre possibilità, lo propone in vendita. I medici da soli, certo, possono darsi un codice etico che effettivamente già hanno. Però, senza un intervento a vari livelli dello Stato, non è possibile risolvere il problema. La cosa principale, intanto, è informare e capire come avviene questo crimine. Una piaga che il Papa ha definito “crimine contro l’umanità”.
A questo summit partecipano donne coinvolte in vari settori della giustizia in vari Paesi africani, impegnate ad aiutare altre donne …
R. – Ci siamo rese conto durante l’incontro con le giudici internazionali che, ovviamente, le donne erano più sensibili ai temi della tratta, anche perché in genere si parla di tratta a fine di sfruttamento sessuale, quindi di prostituzione. Abbiamo fatto leva un po’ su questa sensibilità per introdurre anche altre categorie legate alla tratta.