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L’Ufficio Calligrafico della Segreteria di Stato: gli amanuensi del Terzo Millennio

‘Alla firma di Sua Santità’: c’è scritto così sulla cosiddetta cartella verde che tutte le settimane finisce sulla scrivania di Papa Francesco a Santa Marta. Una breve video clip racconta cosa contiene e da dove arriva

Eugenio Bonanata e Giovanni Orsenigo – Città del Vaticano

Pergamena, pennini, calamai, inchiostro. Sono gli ingredienti quotidiani all’interno dell’Ufficio Calligrafico della Segreteria di Stato della Città del Vaticano. “Il lavoro dei calligrafi consiste nel portare in bella forma i documenti di Curia redatti dall’Ufficio delle Lettere Latine, in particolare usando la pergamena che è un elemento di pregio e duraturo nel tempo”. A parlare è il responsabile della struttura, il dott. Antonino Enea, il quale spiega che le attività non sono cambiate dal medioevo ad oggi. Servono attenzione ai dettagli, la ricerca dei materiali e una pazienza scrupolosa.

Nero, seppia e rosso

L’elenco dei documenti prodotti è lungo. Tra questi figurano le Bolle Pontificie, le Lettere Credenziali, ma anche scritti relativi alle beatificazioni e alle canonizzazioni. “Noi usiamo ancora le penne calligrafiche - spiega Enea - quindi sopravviviamo alla modernità. Abbiamo dei pennini a cannello con una piccola capsula che raccoglie l’inchiostro”. Da queste parti si rimane saldamente ancorati alla tradizione. “Utilizziamo inchiostri di china, in particolare il nero, il seppia ed il rosso, che sono i tre colori che possiamo definire dei documenti di curia”.

Il percorso

Una volta trascritti, molti di questi documenti finiscono sulla scrivania del Papa per la firma. “Ogni settimana - racconta Enea - li mandiamo a Santa Marta all’interno di quella che noi ormai chiamiamo la ‘cartella verde’. Poi ritornano a noi per il completamento. E quindi vengono controfirmati dal Protonotario Apostolico prima di applicare il piombo pontificio e/o l’Anello del Pescatore in base alla tipologia del documento trattato. Questi ultimi rappresentano i sigilli di stato”.

Oltre il digitale

Il lavoro dei Calligrafi vaticani ricorda quello degli amanuensi. Molti ritenevano che questi scribi, fondamentali per secoli nella trasmissione della cultura, sarebbero scomparsi con l’avvento della stampa a caratteri mobili inventata da Gutenberg. La Segreteria di Stato della Santa Sede ha preservato i calligrafi nell’era contemporanea superando il Medioevo e il Rinascimento, sebbene in queste epoche tale attività avesse raggiunto il suo apice.

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16 maggio 2019, 08:00