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Aula del Sinodo con la presenza del Papa Aula del Sinodo con la presenza del Papa 

Sinodo: mostrare ai giovani l’incontro con Cristo, non una risposta qualsiasi

La seconda parte dell’Instrumentum Laboris centrata sul tema dell'interpretazione della realtà giovanile è stata al centro, ieri pomeriggio, della Sesta Congregazione della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi in corso in Vaticano sul tema de “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Eletti i membri della Commissione per la redazione del Documento finale. 257 i padri presenti in Aula

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Interpretare, fede e discernimento vocazionale. Il Sinodo prosegue nell’analisi della seconda parte dell’Instrumentum Laboris, alla ricerca di criteri, punti di riferimento per elaborare alla luce della fede e della tradizione della Chiesa quanto evidenziato nella prima fase dei lavori dedicata all’ascolto. Tante le domande in campo: quali gli atteggiamenti adeguati per avvicinare e accompagnare i giovani? In che modo l’accompagnamento può integrare realtà, norma e coscienza? Quali gli elementi strutturali di un cammino fecondo di formazione che prepari gli accompagnatori?

Mostrare ai giovani la novità della vocazione

Ad aiutare la riflessione dei Padri è stata la testimonianza della giovane slovacca Viktoria Zolnova, una dei 49 uditori: giovane manager che ha trovato, grazie alla guida di un sacerdote, i criteri di discernimento che l’hanno condotta a trovare le risposte alla sete spirituale che albergava nel suo cuore. L’importanza dell’accompagnamento spirituale è risuonata nei vari interventi che si sono susseguiti: da chi ha messo in luce la centralità del sacramento della riconciliazione, a chi ha condiviso l’esigenza di porre i giovani in ascolto, preparandoli ad uscire dalle proprie sicurezze - per abbracciare la loro vocazione.

Favorire l’incontro con Cristo attraverso l’adorazione eucaristica

La Chiesa è chiamata a risvegliare l’inquietudine, ad indicare non una risposta tra tante, ma la vita eterna intercettando quel desiderio profondo dei giovani a vivere in pienezza. Indispensabile – rileva il Sinodo – l’incontro con Cristo Risorto, amico esigente: questo può avvenire attraverso la preghiera, come l’adorazione eucaristica, oggi riscoperta e amata dai giovani, o tramite figure-guida esperte e ben preparate che aiutino a crescere nella fede. La comunità ecclesiale – è stata una delle riflessioni – deve essere pronta a riconoscere ed accompagnare anche i tanti giovani diversamente abili, spesso dimenticati dall’azione pastorale.

L’importanza dei movimenti laicali

L’assenza di figure di riferimento, che si accostino nel cammino anche di chi percorre una direzione sbagliata, può condurre il giovane ad abbandonare la Chiesa e questo, secondo i Padri Sinodali, va evitato perché oggi più che mai è necessaria una nuova generazione di cristiani pronta ad impegnarsi con passione in politica e nel sociale. C’è bisogno di giovani “contempl-attivi” – suggerisce il Sinodo citando don Tonino Bello – capaci cioè di coniugare dimensione orante e attività caritatevole verso i poveri e i dimenticati. I nuovi movimenti laicali offrono un grande aiuto in tal senso.

La minaccia della persecuzione e del totalitarismo postmoderno

Un esempio di luminosa testimonianza e forza nella fede è stato indicato dall’Aula del Sinodo nei tanti giovani cristiani che vivono in paesi in cui la religione cattolica è minoritaria e sono spesso discriminati per motivi religiosi. Il Sinodo mette in guardia anche dal totalitarismo postmoderno, un “totalitarismo subdolo”, meno violento del nazismo e del comunismo, ma che oggi uccide: non i corpi, ma le anime. La Chiesa – suggerisce l’Aula sinodale - è chiamata a tutelare la famiglia, oggi oggetto di “ridefinizione”, che per molti giovani costituisce l’unico punto di riferimento. L’esempio di una famiglia formata dall’unione di un uomo e una donna è la migliore catechesi e il principio fondante di quel catecumenato del matrimonio auspicato dai vescovi.

Eletti i cinque membri della Commissione per il Documento Finale

La Sesta Congregazione si è aperta con l’elezione di cinque membri della Commissione per la redazione del Documento finale. Uno per continente: il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, per l’Africa; il card. Carlos Aguiar Retes, arcivescovo di Mexico per l’America; il card. Oswald Gracias, Arcivescovo di Bombay e Presidente della Conferenza Episcopale dell’India per l’Asia; mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto in Italia per l’Europa; mons. Peter Andrew Comensoli, arcivescovo di Melbourne in Australia per l’Oceania. Questi si affiancheranno al Relatore Generale, ai Segretari Speciali, al Segretario Generale e ai tre membri di nomina pontificia ancora non ufficializzati.

 

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10 ottobre 2018, 13:34